La Regione Campania ha acquisito, su richiesta del MiBAC, nel febbraio del 2007 l’area interessata dai siti archeologici dell’età del Bronzo Antico rinvenuti in località Croce del Papa del Comune di Nola (Na).
L’area in questione è stata successivamente consegnata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli, su specifica richiesta della stessa, ai fini della sua migliore conservazione e tutela.
Allo stato, dunque, la Regione Campania non può intervenire con progettazione propria sul sito in relazione al fenomeno di dissesto idrogeologico che sta interessando l’area. Ciò non esclude, però, un interessamento da parte del Demanio Regionale, la cui competenza è in capo all’assessore regionale, onorevole Ermanno Russo.
“Più che di assenza della Regione Campania, come qualcuno strumentalmente va sostenendo – commenta Giuseppe De Mita, vice presidente della giunta regionale della Campania e assessore con delega ai beni culturali – sarebbe corretto parlare di non competenza della Regione Campania. La tutela e la conservazione del villaggio dell’età del Bronzo di Nola, infatti, rientrano nelle competenze proprie del MiBAC. Il problema comunque esiste e resta e non può certo essere risolto attraverso la strada della polemica. Il percorso più corretto e al quale va dato seguito immediato è quello che passa per la convocazione di una Conferenza dei Servizi alla quale partecipino tutti gli enti e i soggetti coinvolti e che individui modalità di intervento, progettazioni possibili e risorse necessarie”.
Infine, in riferimento ad una delibera della precedente giunta regionale – atto che spesso viene richiamato da qualche consigliere regionale – con la quale si individuavano risorse per il Villaggio dell’Età del Bronzo di Nola, va chiarito che il provvedimento in questione non aveva la necessaria copertura finanziaria. La delibera faceva, infatti, riferimento a fondi FAS non resi disponibili dal CIPE e a fondi Por che avrebbero dovuto essere messi a bando. Inoltre, la progettazione prevista in quella delibera di giunta regionale non faceva riferimento ad interventi di risanamento idrogeologico dell’area in questione, bensì ad attività di valorizzazione e di promozione del sito.