7 location tra Milano, Torino e Roma. Aperture previste a Parigi, Berlino e Londra. Oltre 60 clienti e più di 80 virtual brand a bordo.
Sono alcuni dei numeri della cloud kitchen made in Italy che sta cambiando per sempre la ristorazione urbana
Milano – «Avviare un’attività profittevole nel settore della ristorazione è un’impresa impossibile senza un cambio netto di mentalità che abbracci la tecnologia e guardi al mercato con ottica imprenditoriale». A raccontarlo è Paolo Colapietro, Ceo e Co-founder di KUIRI, la startup innovativa nata a settembre 2021 che proprio in questi giorni ha avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, raccogliendo 165mila euro nelle prime 48 ore.
«Con il nostro lavoro portiamo avanti una rivoluzione tecnologica che sta cambiando drasticamente le regole nel mercato della ristorazione urbana. Noi offriamo agli imprenditori la possibilità di sperimentare nuovi brand tramite l’utilizzo di cucine indipendenti all’interno delle nostre Digital Food Hall, ovvero locali attrezzati per la preparazione di piatti di qualunque tipo».
Il business di KUIRI
KUIRI, che in esperanto significa “cucinare”, è nata con l’obiettivo di mettere in contatto i professionisti della ristorazione aiutandoli ad accelerare ogni tipo di startup nel settore alimentare, riducendo i costi, condividendo spazi, ma soprattutto le idee. KUIRI è un vero e proprio network di cucine metropolitane a disposizione di brand virtuali e delivery, emergenti o affermati.
In ogni “Digital Food Hall” sono presenti dalle 8 alle 15 cucine indipendenti. Ad oggi, sono già 7 le location tra Milano, Torino e Roma, ma KUIRI punta a espandersi ulteriormente nelle maggiori città metropolitane italiane e all’estero, con aperture previste a Parigi, Berlino e Londra. Tutto ciò al servizio di oltre 60 clienti e più di 80 virtual brand, portando il gusto e l’esperienza culinaria direttamente al cliente.
La produzione “conto terzi”
Da qualche mese, KUIRI ha messo a punto anche un nuovo modello di business: il commissary-kitchen, ovvero la produzione conto terzi, che apre il mercato italiano al virtual-franchise. «In pratica, “produciamo” direttamente il brand nel vero senso della parola. Siamo in grado di azzerare burocrazia, assunzioni, logistica e attirare soprattutto il crescente mercato dei food brand dall’estero e le multinazionali che possono testare il proprio business in tempi rapidi affidandosi alla nostra struttura». A raccontarlo è Alessandro Righetti, co-founder e Cco della startup. Il grande successo di KUIRI è anche dovuto a una forte propensione all’innovazione. «Per noi è fondamentale restare sempre al passo con le ultime tendenze tecnologiche, puntando sull’Intelligenza Artificiale e l’automazione in cucina per offrire servizi all’avanguardia».
Delivery e “multiordine”
Tra gli asset che il team di KUIRI mette a disposizione dei propri clienti c’è un sistema di cassa centralizzato per semplificare tutte le possibili complicazioni di un business basato sul delivery. Inoltre, attraverso l’app Kuiri Megamix, la piattaforma proprietaria permette al consumatore finale di fare un multiordine, ovvero acquistare l’intera offerta con un unico ordine e un unico servizio di consegna a disposizione di tutti i brand del network. «Grazie al multiordine riusciamo a ottimizzare al massimo il lavoro dei nostri rider che si muovono al 70% su bicicletta. Possiamo dire senza tema di smentita di essere il primo operatore italiano del settore e questo grazie ai nostri asset tecnologici e ai numeri che siamo stati in grado di produrre». Spiega Colapietro.
I numeri di KUIRI
La crescita di KUIRI continua in maniera costante anno su anno: 137mila ordini processati, dei quali 35mila nel primo anno di attività con un fatturato di 1 milione di euro nel 2021 raddoppiato a 2 milioni nel 2022. Come è possibile immagine, anche per KUIRI i costi di startup pesano sulla gestione di tutto il network, ma sono mitigati dalla buona redditività dei singoli lab che presentano un EBITDA positivo già dal primo anno, con margine superiore al 35% a regime.
I primi 5 lab sono stati completamente autofinanziati, ma oggi l’azienda ha deciso di aprire il proprio capitale sociale a nuovi soci con una campagna di equity crowdfunding che è stata un successo fin dal primo giorno. A credere nel progetto imprenditori di rilevanza nazionale e nomi importanti come Nicoletta Zampillo della famiglia Del Vecchio.
Perché diventare soci di KUIRI? «Operiamo in un mercato, quello del food delivery e pickup con margini di crescita impressionanti: in Italia raggiungerà i 2 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Abbiamo tutte le competenze e la tecnologia per espanderci e far diventare KUIRI un grande brand globale». Conclude il Ceo dell’azienda.