L’Agesci, L\’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, che conta più di 177.000 soci, è un\’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scautismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi. Nell\’azione educativa l\’Associazione realizza il suo impegno politico, al di fuori di ogni legame o influenza di partito, tenendo conto dell\’operato degli altri ambienti educativi. La sua diffusione, omogenea sul territorio nazionale, testimonia l\’impegno civile al servizio del Paese attraverso la peculiarità del suo carisma. Animata dalla fiducia nella forza dell’educazione e dal coraggio che viene dal quotidiano impegno per la promozione della persona, l’Agesci si impegna ad educare al discernimento e alla scelta; per questo crede e conta sulla funzione insostituibile della Scuola e dell’Università nella cura delle intelligenze, come preparazione al gusto del pensare, del comprendere, del progettare. In questo delicato momento, come Associazione rivolta all’educazione dei ragazzi, ci sentiamo di ribadire i valori in cui crediamo: una scuola che non punti esclusivamente alla formazione tecnica, ma sappia privilegiare lo sviluppo della persona e la valorizzazione delle sue potenzialità, favorendone la capacità critica; una scuola capace di accoglienza anche di giovani provenienti da altri paesi e quindi in grado di mettersi al servizio di una società multiculturale, favorendo l’integrazione delle diversità; la volontà di costruire nei giovani una cittadinanza europea, favorendo con supporti economici e lavorativi lo scambio culturale con giovani di altri paesi e le esperienze di studio e di lavoro all’estero; un’università che non sia nozionistica, ma capace di dare cultura e stimoli alla ricerca, su tutto il territorio nazionale; un’informazione libera e pluralista, accessibile a tutti, che permetta una lettura critica della realtà e il conseguente formarsi di libere opinioni personali. E, dunque, per la scuola italiana chiediamo: non un decreto legge, né l’apposizione della fiducia nella sua fase di conversione, ma una puntuale rilevazione dei problemi, una onesta individuazione delle cause, un progetto complessivo chiaro e condiviso da realizzarsi attraverso processi non più interrotti, ma continui e perciò controllabili e verificabili; le condizioni, prima fra tutte un tempo-scuola adeguato, per esercitare appieno il compito di costruire cultura e, primariamente, la cultura della Cittadinanza e della Costituzione; percorsi di legalità, civiltà, responsabilità che, accompagnandosi a regole chiare, facciano della nostra scuola il luogo dove diritti e doveri siano appresi e vissuti come garanzia di vita degna e densa per tutti; il rispetto e la valorizzazione del ruolo e della figura del docente, poiché l’alta professionalità degli insegnanti, senza i quali non potrà mai esserci alcun rinnovamento, non può che esprimersi in condizioni di riconoscimento e accettazione sociale; la salvaguardia delle conquiste di maggior pregio e originalità fin qui compiute, in particolar modo quelle ispirate ai principi di individualizzazione dell’ insegnamento, di integrazione delle diversità, di accoglienza e valorizzazione delle alterità, che sono espressione dell’identità stessa della società italiana. Per la nostra Università chiediamo: la garanzia dell’autonomia e della libertà di ricerca e di insegnamento, che la Carta Costituzionale riconosce; le condizioni che promuovano la libera circolazione dei saperi e la virtuosa competizione dei meriti scientifici; la conservazione e l’incentivazione della natura pubblica e del ruolo sociale, quali valori fondanti del sistema universitario. Siamo consapevoli della necessità di una riforma dell’intero nostro sistema di istruzione pubblica, ma siamo altresì convinti della necessità di coinvolgere in tale disegno di riforma tutte le componenti che interagiscono con il mondo della scuola, a partire dai docenti, dalle famiglie e da quanti sono impegnati nell\’educazione dei giovani; non vi è, infatti, riforma possibile che non muova da un modello condiviso e da scelte e indirizzi pedagogicamente fondati. Siamo consapevoli della necessità di razionalizzare la spesa pubblica, ma riteniamo che il sistema dell\’istruzione, costituzionalmente garantita a tutti i cittadini, meriti una politica di investimenti e non di tagli.
(da Agesci.org)