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L’ordigno, una volta recuperato, è stato prima rimorchiato al largo da una motovedetta della Capitaneria di Porto di Molfetta e, dopo la messa in sicurezza, fatto detonare in corrispondenza di un’area caratterizzata da fondale marino sabbioso (per evitare danni all’ecosistema marino). Circa 30 metri l’altezza della colonna d’acqua sollevata dalla detonazione. L’interdizione di tutta l’area portuale e le misure di sicurezza sono state assicurate da diversi uomini e mezzi della Guardia Costiera, coordinati dal comandante Capitano di Fregata Antonio Cuocci.
Dei 54 punti georeferenziati nel Porto di Molfetta, al momento 6 sono stati bonificati. Fra gli ordigni ritrovati in mare, risalenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono state recuperate bombe di aereo, mine antiuomo e anticarro, bombe a mano offensive e difensive a altri ordigni a caricamento speciale.