Un intervento opportuno quello del Ministro Sacconi che fa chiarezza e induce le Regioni a ribadire il loro ruolo istituzionale nel processo di cura,
In questi mesi autorevoli medici, esperti del settore, hanno dichiarato che nutrizione e idratazione non sono da considerare terapie e come tali neanche accanimento terapeutico, numerose famiglie hanno cercato di far sentire la propria voce di persone coinvolte nell\’accudimento e nell\’accompagnamento dei propri cari, molteplici associazioni che si occupano di questi problemi e che rappresentano molti pazienti si sono battute per non vedere leso il diritto alla “libertà di cura” in nome di un singolo appello anche se forte e dirompente verso la “libertà di fine vita”.
Queste voci non sono state ugualmente raccontate come quella di Beppino Englaro, ma ritrovano oggi nelle direttive del Ministero, ed anche in un orientamento che sta cambiando da parte.dell\’opinione pubblica, nuove e giuste legittimazioni.
Il caso del padre di Eluana è e rappresenta un\’eccezione che non può ricadere sulle disabilità di migliaia di persone che vivono grazie al nutrimento artificiale, grazie all\’amore dei genitori per i loro figli, grazie ad un percorso di riabilitazione ed inclusione sociale che deve ancora migliorare nel percorrere strade nuove, per nuove conquiste.
Il rispetto per la famiglia di Eluana e per la sua vicenda personale rimane, così come il segnale forte nel percorso verso un testamento biologico la cui conquista può rappresentare veramente uno slancio di libertà che non leda però i diritti dei più deboli.
Fulvio De Nigris
direttore Centro Studi per la Ricerca sul Coma