Martedì 27 gennaio ore 21.00 al Teatro Dehon di Bologna in via Libia 59 la compagnia Gli amici di Luca presenta “Ritorno” drammaturgia e regia di Antonio Viganò, aiuto regia e coordinamento dei laboratori di Stefano Masotti, progetto a cura di Cristina Valenti e Fulvio De Nigris coordinamento pedagogico e organizzativo Antonella Vigilante. Ingresso ad offerta libera. A seguire “Eluana ci riguarda tutti”libera discussione coordinata da Nelson Bova giornalista Rai.Hanno già aderito: Davide Rondoni, Fulvio De Nigris, Marco Maltoni, Alessandro Bergonzoni…. Info 0516494570
 
La compagnia Gli amici di Luca nasce nel 2003 da un percorso teatrale di tipo terapeutico con ragazzi tornati a domicilio dopo un’esperienza del coma, che ha dato vita ad un laboratorio permanente integrato con operatori e volontari nella Casa dei Risvegli Luca De Nigris.
 
“Un mare di barche solcato da un lato da strani convogli umani che trascinano un carico di feriti – scrive Cristina Valenti docente di storia del nuovo teatro al DMs dell’Università di Bologna –  una moltitudine di sopravvissuti, l’uno aggrappato all’altro in un attraversamento che capiamo senza ritorno, il cui approdo sarà preludio di una vita nuova e diversa. Ci si può salvare, ci dice questa scena toccante, dove i disabili si fanno carico dei loro compagni e le seggiole a rotelle sono una risorsa su cui aggrapparsi, ci si può salvare, ma a patto di farlo insieme, soccorrendosi vicendevolmente perché le prove da superare si presentano come una ruota che gira, giacché questa è la condizione del mare e la sorte dei suoi naviganti…”
 
Il primo spettacolo della terza rassegna al Teatro Dehon “Il teatro dei risvegli” curato da Gli amici di Luca è l’occasione per dibattere sulle tematiche relative al coma e agli stati vegetativi, la condizione di chi attraversa queste esperienze da diversi punti di vista: pazienti, familiari, operatori, volontari., la cittadinanza tutta.
La serata al Dehon proseguirà dunque  dopo lo spettacolo per un libero dibattito dal titolo “Eluana ci riguarda tutti” un’occasione di sereno confronto, un momento per cercare di evitare le semplificazioni e le contrapposizioni per far emergere quella parte del problema che riguarda le famiglie, le persone che vivono direttamente il problema e molto spesso non riescono a far sentire la propria voce. Un esperimento comunque, per ascoltare la città nelle sue più diverse espressioni.
 
“Il caso di Eluana è arrivato in a Emilia Romagna – afferma Fulvio De Nigris direttore Centro studi per la Ricerca sul Coma, Gli amici di Luca – – ed è diventata un’onda che ha coinvolto direttamente il nostro territorio. turbato le coscienze, scosso il mondo della chiesa, animato il mondo politico e la società civile. I molti interventi ed i molti contributi al dibattito e al dialogo potrebbero rafforzarsi e delinearsi meglio come facce di una stessa medaglia, un problema che comunque ci coinvolge tutti. Sarebbe bello che l’appassionata adesione di Davide Rondoni che è autore di un bel testo teatrale sulla condizione di Eluana, di Marco Maltoni firmatario dell’appello degli Hospice e del nostro testimonial Alessandro Bergonzoni potesse essere la punta dell’iceberg di molte, tante altre adesioni di chi ha opinioni differenti ma non per questo trascende il diritto di cura o i diritti delle famiglie che da più parti in Italia vivono il problema e la pensano diversamente dal papà di Eluana. Mi sembra opportuno che questo avvenga in un teatro dopo un spettacolo di ragazzi usciti dal coma. per proporre un messaggio di speranza, per far capire che il ritorno è possibile. Ognuno di questi ragazzi che hanno attraversato il coma, presi singolarmente nel ricordi dei loro familiari e delle loro stesse esperienze, raccontano la solitudine, il ‘non c’è più niente da fare’, la probabile fine di una vita dettata solo da altri. Ma dietro ognuno di loro, per fortuna, c’è la caparbietà di una madre, la tenacia del loro non volersi arrendere, lo stimolo verso una medicina nuova, illuminata, che riconsegni loro un posto nella vita. Vederli ogni voltai davanti al pubblico, nel valore degli applausi che ricevono, fa emergere tutto il loro desiderio di normalità, la loro richiesta non solo di ‘parlare di loro’ ma di ‘parlare con loro’, di non abbassare lo sguardo neanche davanti a condizioni dove se il risveglio non è più possibile c’è una condizione di benessere e di felicità da conquistare giorno per giorno”..

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