A fronte di 17 milioni di cartelle di pagamento spedite ai contribuenti nel corso del 2008, meno del 2% sono state contestate. Un dato assolutamente fisiologico.
Lo comunica Equitalia spa, la società che ha riportato dal 2006 la riscossione in mano pubblica (51% Agenzia delle entrate e 49% Inps), per potenziare il contrasto all’evasione fiscale. Il monitoraggio dell’andamento delle relazioni con debitori iscritti a ruolo non evidenzia, infatti, alcun dato di criticità particolare riferibile al numero delle contestazioni effettuate dagli stessi debitori, nonostante l’aumento dei volumi riscossi a favore dello Stato che ha caratterizzato sia il 2007 (oltre 6,5 miliardi di euro, +34% sul 2006,) sia il 2008 (oltre 7 miliardi di euro, +4,1% sul 2007).
Inoltre, va registrata anche la diminuzione delle azioni sugli autoveicoli e le iscrizioni ipotecarie sulle abitazioni: le prime nella misura del 35% (i preavvisi di fermo degli autoveicoli nel 2008 ammontano ad 1 milione e 124 mila, di cui solo la metà si è trasformata in fermo effettivo) e le seconde di oltre il 50% (da 270 mila a 112 mila).
Il ridimensionamento delle azioni cautelari ed esecutive è frutto delle nuove regole di comportamento che le aziende del gruppo che fanno capo a Equitalia hanno adottato nel corso del 2007 per rendere graduale l’attivazione delle procedure coattive in funzione dell’entità del debito richiesto. Non a caso, nel corso del 2008, sono stati inviati 2 milioni e mezzo di solleciti di pagamento, finalizzati a consentire ai cittadini un’ulteriore verifica della loro posizione debitoria prima dell’attivazione di procedure esecutive.
Si ricorda, infine, che in soli 10 mesi sono state gestite più di 200 mila richieste di rateazione delle cartelle che aiutano i cittadini a saldare il loro debito con lo Stato, e che da mercoledì scorso è stata abolita la prima maxi-rata. iniziale per agevolare, ancor più, il contribuente a mettersi in regola con il fisco.
Equitalia si riserva di agire nelle competenti sedi istituzionali a tutela della propria immagine contro coloro che pubblicizzano dati, privi di fondamento, riconducibili al c.d. fenomeno delle “cartelle pazze”.