L’immagine del mondo futuro che emerge dagli interventi della sessione dedicata a Connected and Mobile Life di NanotechItaly 2013 è da romanzo di fantascienza: indumenti che misurano parametri fisiologici e fanno test medici, sensori per misurare parametri legati alla salute e all’ambiente circostante inseriti all’interno degli smartphone di prossima generazione oppure nei nostri vestiti (la cosiddetta wearable electronics), lenti a contatto di seta.
Le aziende nazionali e europee (hanno presentato a NanotechItaly Ericsson, STMicroelectronics, NXP Semiconductors e LFoundry) si stanno attrezzando per realizzare uno scenario futuro che è la perfetta concretizzazione dello IoT, l’Internet of Things, che prevede la comunicazione e l’interazione tra gli oggetti – capaci di acquisire e elaborare informazioni– ela Rete – che le diffonde in modo da creare una mappa elettronica degli oggetti, e quindi del mondo.
IoT e smart cities sono vicinissime: si prevede che entro il 2015 37 miliardi di dispositivi intelligenti saranno direttamente connessi a internet, e più del il 25% delle automobili saranno connesse tra loro o con l’infrastruttura stradale per facilitare lo scorrimento del traffico, gestire la ricarica delle auto elettriche facilitare il collegamento con i mezzi pubblici, prevenire gli incidenti o chiamare i soccorsi in tempo reale.
Le key enabling technologies sono sempre più fondamentali per costruire edifici, automobili, dispositivi elettronici intelligenti che comunichino tra loro e permettano di ridurre i consumi, garantendo un’ottimale gestione dell’energia (prodotta localmente o grazie a fonti rinnovabili, attraverso le smart grid). Ma sono importantissime anche per il benessere della persona, grazie a nuovi dispositivi biomedicali, sensori, sistemi di comunicazione da indossare che permettono di monitorare lo stato di salute delle persone a distanza, rivoluzionando l’approccio alla prevenzione e alla cura delle malattie. STMicroelectronics ha presentato i propri sensori MEMS contenuti in lenti a contatto (già in commercio) che contengono piccoli dispositivi elettronici capaci di monitorare la pressione interoculare in maniera continua, un aiuto essenziale per i pazienti affetti da glaucoma.
Anche le lenti a contatto di seta saranno il nostro futuro: realizzate con un biopolimero ottenuto dalla lavorazione dei bozzoli del baco, promettono una totale biocompatibilità e riassorbibilità. «Questa sostanza flessibile, trasparente, commestibile, solubile in acqua, completamente naturale, plasmabile a piacimento e totalmente green, può avere le applicazioni più diverse, in ambito soprattutto biomedicale, ma anche elettronico e optoelettronico. Il CNR sta realizzando una vera e propria “fabbrica” di questo biopolimero, con l’obiettivo di industrializzare il processo. Numerosi i brevetti disponibili, per esempio per realizzare un laser con proprietà analoghe a quelli oggi in commercio», spiega Roberto Zamboni, del CNR. «La cosa più affascinante? Attraverso l’alimentazione del baco si possono modificare le caratteristiche del materiale finale, in modo da ottenere un biopolimero dalle speciali colorazioni o addirittura fluorescente».