Secondo le ultime stime rilasciate dalla società TMR ( Transparency market Research), il mercato mondiale dell’alta sicurezza vale oggi circa 16,3 miliardi di euro e supererà i 21 miliardi nel 2018 l’anno con un tasso di crescita tra l’8 e il 10% all’anno. Di questi miliardi circa un terzo, ovvero 5 miliardi di euro, sono generati dalla sicurezza “perimetrale”, quella che investe la protezione fisica di luoghi ed edifici pubblici e privati.
Tali cifre sono destinate a crescere dal momento che aumentano le richieste di protezione di persone, di intere aree ritenute particolarmente esposte al rischio di minacce provenienti dal terrorismo internazionale per il loro valore simbolico, strategico e di interesse artistico culturale.
Molti dispositivi di sicurezza, utilizzati in tutto il mondo, oggi nascono proprio nel nostro Paese, in particolare a Tortoreto in provincia di Teramo in Abruzzo, dove risiede il centro di ricerca e sviluppo della filiale italiana del gruppo belga Betafence.
Il team italiano ha infatti realizzato alcuni dei dispositivi più utilizzati nell’ambito della sicurezza, come i pannelli divisori e le recinzioni usate in alcuni stazioni italiane ed europee (tra cui la stazione di Roma Termini e le barriere utilizzati sui binari del TGV francese).
“Siamo presenti nelle stazioni ferroviarie con il prodotto Publifor, un ibrido tra una recinzione e una barriera in policarbonato ad alto impatto”, puntualizza Michele Volpi, Amministratore delegato di Betafence Group con un passato in Boston Consulting Group e poi in General Eletric Plastics prima in Olanda e poi negli Usa. “Già oggi alcune stazioni si sono dotate di queste barriere trasparenti che incrementano la sicurezza consentendo alle Forze dell’ordine un miglior controllo degli accessi fermo restando un impatto limitato sull’esperienza del viaggiatore. La logica è quella di proteggere ma non “blindare” i luoghi né tantomeno le persone che devono continuare a poter godere di un’esperienza piacevole come quella del viaggio e delle vacanze”.
Talvolta invece può accadere che un’idea inizialmente elaborata presso il centro di ricerca italiano venga poi affidata per lo sviluppo ad altri centri di ricerca del Gruppo che ha la sede centrale in Belgio (Gent), 8 siti produttivi e una rete di uffici commerciali in tutto il mondo.
I prodotti ideati in Italia che investono sia l’ambito della sicurezza pubblica, sia i sistemi di protezione per le abitazioni dei privati, vengono poi venduti in tutta Europa e nel mondo, in particolare in Francia, Spagna Danimarca e Germania. Gli stessi dispositivi, utilizzati in Italia in occasione dell’Expo, serviranno anche per incrementare la sicurezza degli stadi di diversi Paesi in vista delle partite degli Europei 2016.
“All’interno degli stadi, alle minacce alla sicurezza pubblica derivanti dal terrorismo si aggiungono quelle legate ad alcuni ambienti violenti delle tifoserie. Noi siamo già presenti in tutti gli stadi sportivi delle squadre della serie A, dall’Olimpico di Roma allo Juventus Stadium”, precisa Volpi. “La filiale italiana di Betafence ha sviluppato un parapetto elevabile a seconda delle indicazioni delle questure e delle prefetture sulla base del livello di rischio. In pochi secondi il personale di sicurezza all’interno degli stadi può alzare tali barriera e rispondere così rapidamente all’eventuale peggioramento di una situazione “calda””.
Betafence pronta a far shopping in Italia
Nonostante un know how molto sviluppato, Betafence Italia si prepara nel corso del 2016 a valutare eventuali operazioni di acquisizioni in Italia. La capacità per farlo, infatti, non manca. Grazie non solo alla liquidità immessa dal fondo CVC Capital Partners, entrato nel capitale da ormai circa un anno, ma anche a seguito della positiva performance finanziaria dell’azienda nel 2014 e nel 2015.
Nel 2014 la Società italiana del gruppo ha registrato un incremento importante dei ricavi e del flusso di cassa rispetto all’anno precedente. I Ricavi per vendite sono passati da € 39.799.351 del 2014 a € 45.154.296 del 2015 con un incremento percentuale del 13,45%. L’Ebitda del 2015 è pari a € 4.370.360 mentre il risultato netto del 2015 è di € 2.169.548. Il flusso di cassa operativo è stato pari ad oltre 6 milioni di euro. Oltre il 10% del fatturato viene investito in iniziative di marketing, sviluppo e innovazione incluso l’acquisto di brevetti di terzi. Se si guarda invece al Gruppo il fatturato annuo per il 2015 è stimato nell’ordine di € 500.000.000 con un Ebitda di circa il 15%.
Anche per gli esercizi precedenti l’andamento della filiale italiana era stato positivo: i ricavi sono aumentati da € 37.207.349 nel 2013 a € 39.799.351 nel 2014, segnando una crescita di circa il 7%. Nel 2014 il risultato netto era stato pari a € 2.147.758 e il flusso di cassa operativo superiore a € 5 milioni.