Uboldo – Contribuire allo sviluppo dei sistemi refrigeranti a CO2 per sostituire i fluidi tradizionali, a effetto serra, tra i responsabili del buco nell’ozono. Lu-Ve, multinazionale varesina leader internazionale nel settore del condizionamento e della refrigerazione, esporta tecnologie e competenze ecosostenibili all’estero, con progetti in India e Giordania.
In India, la multinazionale italiana ha collaborato al progetto indo-norvegese Indee. Approvato dal Governo e dal Ministero degli Esteri norvegese e realizzato tramite SINTEF (Foundation for Industrial and Technical Research, Norway) e NTNU (Norwegian University of Science and Technology), il programma fa parte di un piano per l’utilizzo dei fluidi refrigeranti naturali, in sostituzione di quelli a effetto serra. L’impianto pilota del progetto è stato installato presso l’ITT (Indian Institute of Technology Madras) a Chennai, con LU-VE Group che ha fornito i gas cooler (modello SAV5 con motori elettronici per applicazioni transcritiche a CO2) e desurriscaldatori per CO2 (modello SAV31). La struttura è stata realizzata dall’italiana Enex (specializzata nella progettazione di sistemi frigoriferi ad alta efficienza con fluidi naturali). Gli altri componenti sono stati forniti da Danfoss (eiettori), Dorin (compressori) e Klimal (sistemi recupero del calore).
Lo scopo primario del progetto è di educare e formare professionisti e studenti dell’ITT Madras nell’utilizzo delle nuove tecnologie che impiegano la CO2 come fluido refrigerante, simulando un sistema integrato HVAC&R destinato ai supermarket, in grado di fornire tre diversi livelli di temperatura per tre diversi tipi di applicazioni nell’ambito dello stesso edificio: surgelazione, refrigerazione e condizionamento dell’aria. La seconda fase del progetto, che verrà avviata successivamente, prevede la diffusione su scala nazionale delle conoscenze e delle esperienze (progettazione, messa in servizio e utilizzo) apprese grazie all’impianto pilota, creando una nuova generazione di ingegneri e tecnici esperti nell’impego dei fluidi refrigeranti naturali a basso impatto ambientale e andando a ridurre l’attuale dipendenza dai costosi e pericolosi gas refrigeranti a effetto serra.
Nella capitale giordana, Amman, è stato invece inaugurato uno dei più avanzati sistemi di refrigerazione a CO2 per supermarket della regione, progetto sviluppato dall’United Nations Industrial Development Organization (UNIDO), con il supporto del Ministero dell’ambiente giordano e finanziato da Climate and Clean Air Coalition (CCAC). Si tratta del primo impianto transcritico a CO2 per supermarket dell’intera regione: uno dei sistemi di refrigerazione più efficienti dal punto di vista energetico, con il più un basso impatto ambientale per il settore della grande distribuzione. Scopo del progetto è di dimostrare la fattibilità e di monitorare l’efficienza dei sistemi a CO2, come fluido refrigerante, in sostituzione dell’HCFC-22 (gas a effetto serra non più commerciabili in Europa dal gennaio 2010) spesso usato nei Paesi in via di sviluppo.
LU-VE ha svolto un ruolo centrale nel progetto, con la controllata Lu-Ve Exchangers che ha fornito i suoi evaporatori (serie FHC) e i gas cooler (serie SAV) per le applicazioni a CO2. Il progetto è dall’azienda giordana Abdin Industrial, mentre è stato studiato e realizzato sempre da Enex, in collaborazione con altre aziende del settore (Alfa Laval, Danfoss, Dorin e Temprite) che hanno fornito gli altri componenti del sistema di raffreddamento.
I progetti in Asia e Medio Oriente confermano l’impegno di Lu-Ve verso l’ambiente. Nel 2004, la società varesina è stata la prima azienda al mondo a sviluppare e realizzare gas cooler per CO2 a ciclo transcritico. La prima macchina, studiata in collaborazione con i laboratori Linde di Colonia (Germania), venne infatti installata nel supermarket Coop Tägipark a Wettingen (Zurich, Svizzera). I laboratori di LU-VE sono stati i primi in Europa a dotarsi di una camera di prova per testare i sistemi a CO2.
I progetti di LU-VE fanno parte di un piano per spostare l’“equatore della C02” e rendere questa tecnologia efficiente anche in paesi in cui prima non era possibile.