• L’81% degli intervistati a livello europeo (e l’89% degli italiani) si affida agli approfondimenti analitici per prendere decisioni strategiche, ma solo il 26% ritiene di disporre di tutti i dati necessari per ottenere insight di valore. Oltre un terzo (37%) avrebbe bisogno di dati più estesi, mentre il 18% ritiene che i dati già utilizzati non siano sufficientemente affidabili
  • I principali motivi per cui i dati dei veicoli vengono utilizzati sono migliorare l’efficienza (64%), pianificare in anticipo la manutenzione (43%), valutare la sicurezza della flotta (42%) e identificare i percorsi più efficaci (42%)
  • Lo studio rileva differenze nelle priorità delle aziende basate nei differenti Paesi: l’Italia (51%) e i Paesi Bassi (47%) si concentrano sulla sicurezza della flotta, mentre Regno Unito (57%) e Francia (48%) sulla manutenzione
  • Le realtà più grandi utilizzano maggiormente le soluzioni per il fleet management, che vengono scelte dal 91,5% delle flotte con 50-499 veicoli (contro il 78% delle flotte con 5-49 veicoli)
  • I vantaggi offerti dagli insight basati sui dati non vengono pienamente colti a causa  della mancanza di interoperabilità e di coordinamento tra i sistemi aziendali, segnalata in particolare dalle aziende di grandi dimensioni (50% delle flotte con 50-999 veicoli)
  • Migliorare la sostenibilità non brilla tra i motivi per cui i dati delle flotte vengono attualmente sfruttati: solo il 34% dei fleet manager li usa per raggiungere gli obiettivi ambientali. L’utilizzo è tuttavia maggiore tra le flotte più grandi (il 53% delle flotte con 500-4999 veicoli analizza abitualmente i dati sulle emissioni di CO2, contro il 29% del totale)
  • L’Intelligenza Artificiale è osservata con cautela: il 40% del campione ritiene che, se da un lato semplificherà l’analisi dei dati, dall’altro aggiungerà anche livelli di complessità. I fleet manager italiani sono però particolarmente ottimisti: il 60% (contro il 51% del totale) ritiene che l’AI semplificherà e velocizzerà l’accesso ai dati

 

Milano – I dati sono fondamentali per consentire una migliore gestione dei costi, delle prestazioni e della sicurezza, ma devono ancora essere sfruttati appieno per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. È quanto emerge dall’indagine “Trusted data insights: what are your vehicles telling you?, condotta a livello europeo da Geotab – leader globale nelle soluzioni per il trasporto connesso.

Lo studio, presentato in vista del Mobility Connect 2024, il principale evento europeo di Geotab che si terrà il 22 ottobre a Milano, ha interrogato fleet manager basati in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito con l’obiettivo di valutare il livello di maturità delle aziende in termini di utilizzo dei dati, identificando al contempo le potenziali sfide e aree di miglioramento.

“In un mondo in cui la quantità dei dati raccolti aumenta quotidianamente, è fondamentale che la maggior parte delle aziende possa affidarvisi per ottenere un reale impatto nel business. Il potere dei dati può essere ulteriormente rafforzato grazie a strumenti avanzati come l’Intelligenza Artificiale e le elaborazioni analitiche. Considerando che il settore della mobilità continuerà a dover affrontare importanti sfide associate a sicurezza, sostenibilità e prestazioni operative, saper sfruttare al meglio i dati si confermerà fondamentale”, ha dichiarato Edward Kulperger, Senior Vice President di Geotab EMEA.

 

Uno sguardo sull’Italia

Il campione coinvolto per lo studio riflette lo scenario del nostro Paese, che vede una netta prevalenza di flotte di piccole dimensioni: oltre la metà (57%) degli intervistati italiani gestisce infatti parchi mezzi da 5 a 49 veicoli.

Al netto della preponderanza delle piccole e medie imprese, il livello di maturità del mercato della telematica in Italia risulta elevato, con quasi 9 fleet manager su 10 (89%) che si affidano agli approfondimenti analitici per prendere decisioni strategiche. E, tra chi ancora non lo fa, ben il 57% è convinto che questo tipo di informazioni sia fondamentale, ma la mancanza di interoperabilità e di coordinamento dei sistemi aziendali impedisca di sfruttarle (a livello europeo, la percentuale scende al 34%).

Ottimizzare i processi risulta essere cruciale per i fleet manager italiani: oltre 7 su 10 (71%) guardano ai dati innanzitutto per migliorare l’efficienza, contro una media europea del 64%.

 

Focus sull’efficienza

Che si tratti di ottimizzare i costi (55%) o di migliorare la gestione della gestione operativa (45%), a livello europeo i dati vengono utilizzati principalmente per ottimizzare le prestazioni. Allo stesso modo, vengono attentamente monitorate le informazioni relative al consumo di carburante (71%), con picchi del 79% e del 74% in Paesi come il Regno Unito e l’Irlanda.

La crescente adozione di soluzioni basate sui dati per la gestione delle flotte è quindi strettamente correlata alla riduzione dei costi e al miglioramento delle prestazioni, che risulta di fatto in linea con l’attuale scenario di business.

Inoltre, nell’adottare strategie per la raccolta dei dati, i fleet manager guardano in particolare ad aspetti quali la gestione in tempo reale (55%), la semplificazione nel raggiungere la conformità normativa (47%), la coerenza tra set di dati e fonti differenti (45%) e la trasparenza dei processi (40%).

 

La sostenibilità resta inesplorata

Se l’efficienza è la priorità principale, in Europa il miglioramento della sostenibilità non sembra ancora essere in cima all’agenda. Per gli utilizzatori delle soluzioni di telematica, i dati relativi alle emissioni di CO2 sono infatti tra le metriche meno considerate e, parallelamente, gli aspetti legati alla sostenibilità sono i benefici meno osservati.

Del resto, l’impatto ambientale non sembra essere una preoccupazione pressante: la maggior parte dei fleet manager ritiene che gli obiettivi di contenimento delle emissioni della propria organizzazione possano essere raggiunti in tempo (44,5%) o addirittura prima della data prefissata (31%).

La ricerca evidenzia quindi come per le aziende sia ancora necessario dare la giusta importanza alla sostenibilità, integrando maggiormente il monitoraggio delle emissioni di CO2 nei sistemi di gestione delle flotte.

“Con l’inasprimento delle normative per la riduzione delle emissioni, in particolare in Europa, le aziende dovranno sfruttare i dati a loro disposizione in ottica di reporting e conformità. Il ruolo dei fornitori di telematica non è solo quello di offrire soluzioni all’avanguardia per la raccolta e la comprensione dei dati, ma anche di supportare i fleet manager nel loro percorso verso la sostenibilità, educandoli alle sfide del futuro”, ha aggiunto Kulperger.

 

La strada verso l’innovazione passa per l’Intelligenza Artificiale

Lo studio ha evidenziato che strumenti più avanzati (49%), un accesso più rapido ai dati (47%) e una reportistica semplificata (46%) consentirebbero ai gestori delle flotte di sfruttare meglio gli insight basati sui dati.

L’Intelligenza Artificiale è apprezzata ma non del tutto compresa. Il 51% degli intervistati ritiene che l’AI migliorerà la capacità di accedere ai dati in modo semplice e rapido per ottenere informazioni utili. Allo stesso tempo, però, il 40% del campione ritiene che aggiungerà anche livelli di complessità.

Le aziende più grandi sembrano però essere più ottimiste nei confronti dell’AI: la percentuale di chi ritiene che semplificherà l’accesso ai dati sale al 64% per le flotte con 500-4999 veicoli.

È inoltre interessante notare che i livelli di fiducia nei confronti dell’AI variano a seconda dell’area geografica. Maggiore fiducia è stata espressa in Francia (64%), Italia (60%) e Paesi Bassi (59%), mentre gli intervistati di Regno Unito (32%) e Irlanda (43%) sono più scettici. Spagna (52%) e Germania (51%) si collocano nel mezzo.

Il potenziale dell’Intelligenza Artificiale per fornire informazioni preziose basate sui dati può comunque essere significativo, poiché può migliorare la facilità d’uso delle soluzioni di telematica, consentendo di ottimizzare il processo decisionale e perfezionare i risultati.

 

La sicurezza si conferma una priorità fondamentale

Il 42% degli intervistati sfrutta i dati relativi alle flotte per valutare la sicurezza. Questo dato varia, tuttavia, a seconda delle dimensioni del parco mezzi: le flotte di medie (50-499 veicoli) e grandi dimensioni (500-4999 veicoli) impiegano maggiormente i dati per motivi di sicurezza, con una media rispettivamente del 51% e del 47%.

Inoltre, il 43% dei fleet manager utilizza i dati telematici anche per monitorare il comportamento dei conducenti, con alcune variazioni tra i Paesi: Germania (54%), Spagna (47%), Paesi Bassi (44%), Italia (42%), Regno Unito (40%), Irlanda (36%).

Se da un lato gli approfondimenti analitici si rivelano utili per affrontare le problematiche legate alla sicurezza, dall’altro è necessario considerare anche alcuni aspetti legati alla privacy e alla protezione dei dati, tanto che il 49% degli intervistati ritiene che, su questo fronte, il settore debba ancora risolvere alcune problematiche.

Nel complesso, la ricerca mostra che gli insight basati sui dati possono concretamente migliorare la gestione dei costi, le prestazioni e la sicurezza delle flotte. Sebbene l’adozione di soluzioni di telematica sia in aumento, permangono sfide relative all’accesso ai dati, nonché un approccio cauto all’AI e la necessità di sfruttare maggiormente questo tipo di informazioni per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.