L’attualità politica si interroga sull’efficacia del Piano Colao per la ripresa economica.
Quella che ad uno sguardo immediato appare come la più evidente lacuna sono le azioni mirate alla ripresa delle aree più economicamente colpite e depresse del Paese. Già molti economisti stanno infatti evidenziando che nel piano sono presenti stimoli di natura essenzialmente fiscale, che in passate occasioni hanno dimostrato di funzionare solo per un gruppo molto ristretto di imprese medio-grandi già strategicamente posizionate sui mercati esteri e ad alto profitto, ma non per la stragrande maggioranza del sistema produttivo formato da PMI.
Il rischio è di creare nuove fratture nelle filiere e nei territori, ovviamente penalizzando quelli più deboli del Sud, nel non dare risposte, se non molto limitate, alle piccole imprese a mercato locale ed interno. Quel sistema produttivo che è caratteristica del Meridione italiano. D’altronde, il Mezzogiorno già prima della pandemia era un territorio in ritardo di sviluppo e l’annosa questione meridionale è sempre stato il tema ed il problema irrisolto di quasi tutti i governi dal post guerra in avanti.
Per questo, secondo il fondatore del Think Tank Imprese del Sud, Sergio Passariello, in occasione dei prossimi Stati Generali la questione meridionale deve tornare ad assumere la dovuta attenzione: “La drammatica esperienza della pandemia Covid19 e la crisi del sistema economico nelle regioni del nord, ci ha sicuramente fatto capire che una nazione come l’Italia non può avere un solo motore economico ed imprenditoriale. Altro che assistenzialismo e incentivi a pioggia. Quello che serve, con urgenza, è un piano industriale per rendere più omogenea la produzione e creare, anche nelle altre Regioni quelle condizioni tali da incentivare insediamenti produttivi e crescita del PIL. Di tutto ciò nel Piano Colao non se ne vede traccia: il Sud anche in questo caso è stato dimenticato. Per questo è necessario che nei prossimi Stati Generali la questione meridionale torni di nuovo centrale”.