- Una nuova sala operatoria dedicata, un’équipe formata ad hoc composta da 8 anestesisti, 16 chirurghi, 14 strumentisti e 14 infermieri di sala: sono questi i numeri dell’innovativo sistema di chirurgia robotica Da Vinci Xi, attivo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
- Ad oggi applicata a 6 diverse aree di chirurgia oncologica (Toracica, Epato-Gastro-Pancreatica, Urologica, Ginecologica, Colon-Rettale, ORL) permette di intervenire anche su tumori rari e complessi
- A renderne possibile l’investimento è stata la generosa donazione da parte di Veronica Gusa de Dragan, Presidente di Veroniki Holding S.p.A.
Milano – La chirurgia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si arricchisce del robot Da Vinci Xi, il più evoluto e moderno sistema robotico per la chirurgia mininvasiva che permette di eseguire interventi con un alto grado di precisione, rendendo possibili procedure complesse altrimenti eseguite con tecnica tradizionale “open”, cioè a cielo aperto.
Un passo fondamentale in termini di innovazione tecnologica, reso possibile grazie ad una generosa donazione da parte di Veronica Gusa de Dragan, Presidente di Veroniki Holding S.p.A., ma anche un impegno importante da parte dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per rendere operativo il robot con la realizzazione di una nuova sala operatoria dedicata.
“Da sempre è nella nostra mission avere una visione prospettica, introdurre novità clinico-scientifiche, standardizzarle e ottimizzarle, affinché il paziente possa avere accesso alle terapie più efficaci e innovative. Non posso quindi che ringraziare la dottoressa Gusa de Dragan che, con la sua donazione, ci aiuta a mantenere elevato lo standard di proposte innovative per i nostri pazienti” – dichiara Gustavo Galmozzi, Presidente Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
“Vorrei sottolineare l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per affrontare le sfide legate alla salute, come dimostra la mia recente donazione. Questo progetto è il risultato di un approccio etico e mirato, volto a garantire che le migliori tecnologie, come il robot chirurgico, siano accessibili nel settore pubblico. Questo progetto rappresenta il nostro contributo concreto alla comunità, per favorire un futuro in cui le cure oncologiche siano sempre più avanzate e alla portata di chiunque ne abbia bisogno. È solo attraverso queste sinergie che possiamo costruire una società più equa e sana.” – afferma Veronica Gusa de Dragan, Presidente di Veroniki Holding S.p.A.
L’introduzione della chirurgia robotica è stata fortemente voluta dai professionisti dell’INT ed è entrata a pieno titolo nella programmazione di Regione Lombardia con l’individuazione dei centri autorizzati.
“Il Sistema Sanitario Regionale Lombardo sta promuovendo l’inserimento dell’innovazione per affrontare la sfida della nuova domanda sanitaria: robotica, intelligenza artificiale, farmaci, dispositivi sono strumenti che entrano a pieno titolo nel percorso di diagnosi, cura e assistenza del paziente – aggiunge Carlo Nicora, Direttore Generale Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “Ma è essenziale che la struttura si organizzi di conseguenza non solo tramite l’utilizzo più esteso della tecnologia ma anche con la riprogettazione dei servizi e con la formazione, in modo da permettere l’ottimizzazione dell’investimento e di conseguenza la realizzazione del miglior outcome di salute”.
Un passaggio importante che si deve alla generosa donazione di 2 milioni di euro da parte di Veronica Gusa de Dragan, presidente di Veroniki Holding S.p.A., ma anche a un impegno rilevante da parte dell’Istituto che ha realizzato una nuova sala operatoria dedicata con un investimento di 900mila euro. La nuova struttura avrà un’équipe ad hoc composta da 8 anestesisti, 16 chirurghi, 14 strumentisti e 14 infermieri di sala.
Dal punto di vista clinico, il sistema chirurgico robotico Da Vinci Xi segna una svolta nella cura dei tumori, rendendo possibili interventi più precisi e una ripresa post-operatoria più rapida. Il robot permette di agire con maggiore sicurezza grazie all’ingrandimento, alla visione tridimensionale e al movimento simile a quello del polso umano.
“Si tratta davvero di un passo significativo per la chirurgia toracica” – spiega Ugo Pastorino, Coordinatore delle Ricerche in Chirurgia Toracica, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “Il nostro obiettivo non è sostituire la chirurgia mininvasiva già consolidata, che viene impiegata nel 60% dei casi, ma arrivare al 70% utilizzando la chirurgia robotica, concentrando gli sforzi soprattutto nei casi in cui la toracoscopia tradizionale è limitata. Questo include interventi su tumori rari e complessi nel mediastino e sulla parete toracica, nonché la possibilità di affrontare noduli polmonari centrali, attualmente trattati con la chirurgia tradizionale open”.
Gli interventi di chirurgia robotica in INT sono iniziati a giugno scorso. Ad oggi sono state coinvolte 6 diverse aree di chirurgia oncologica: Toracica, Epato-Gastro-Pancreatica, Urologica, Ginecologica, Colon-Rettale, ORL.
“Nel caso di tumori testa-collo riusciamo ad accedere a regioni profonde attraverso la bocca, asportando in modo preciso e accurato masse tumorali che altrimenti richiederebbero approcci esterni molto più invasivi” – aggiunge Alessandro Gronchi, Direttore S.C. Chirurgia dei Sarcomi e Direttore Dipartimento di Chirurgia Oncologica, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – “Altre indicazioni meno consolidate stanno emergendo anche nella chirurgia dei sarcomi. Quando le dimensioni del tumore lo permettono, sarà possibile effettuare interventi più conservativi su pelvi e retro-peritoneo, anche quando richiedono resezioni complesse. Esplorando le nuove frontiere dell’impiego di questa metodica, nessun campo resterà inesplorato, chirurgia della mammella e del peritoneo incluse”.
L’attività clinica verrà affiancata anche dalla ricerca ed è già attivo un percorso di formazione. Al momento sono stati coinvolti 3 specialisti per équipe, ma l’obiettivo è di formare tutto il personale chirurgico INT, sia tramite docenti esterni, sia grazie agli esperti dell’Istituito che hanno già maturato un’esperienza consolidata nell’ambito della chirurgia robotica.