Roma – “Dopo decenni di narrazione dell’energia atomica improntata alla paura, finalmente anche in Italia si sta cominciando a discutere di nucleare in maniera “laica”, senza preconcetti, senza dogmi, senza adesioni fideistiche a questa o a quella posizione. L’opinione pubblica sta comprendendo che il no al nucleare, sancito dai due referendum, all’indomani degli incidenti di Chernobyl e Fukushima, non ci ha portato vantaggi né sicurezze ma ritardi e rischi ambientali con cui oggi facciamo i conti”. Ad affermarlo il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin nel suo intervento sul magazine scientifico dell’ENEA, “Energia, Ambiente, Innovazione”, dedicato a “Nuovo nucleare: ricerca, tecnologie, scenari e prospettive”.
Fra i contributi alla rivista, disponibile anche online (www.eai.enea.it), esperti e protagonisti del settore quali Marco Enrico Ricotti, Professore ordinario del Politecnico di Milano, Roberto Adinolfi, Presidente di Ansaldo Nucleare, Ambrogio Fasoli, Direttore del Centro Svizzero del Plasma e Presidente di EUROfusion, Francesca Ferrazza, Head of Magnetic Fusion Initiatives di Eni, Luca Mastrantonio, Responsabile Unità Innovazione Nucleare di Enel, Antonio Zoccoli, Presidente dell’INFN, e Piergiorgio Sonato, Presidente Consorzio RFX.
Le interviste sono dedicate a personaggi-chiave del nucleare a livello nazionale e internazionale: Pietro Barabaschi, che da oltre un anno dirige ITER, il grande progetto internazionale che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale, Massimo Garribba, vice Direttore generale responsabile del coordinamento delle politiche Euratom presso la Direzione generale dell’Energia della Commissione UE, Stefano Buono, scienziato e imprenditore, fondatore e AD di newcleo, società che progetta SMRs – Small Modular Reactors – di quarta generazione, Davide Malacalza, Presidente di ASG Superconductors, azienda leader nel settore della fusione, e Nicola Monti, AD di Edison, che ha annunciato di voler riportare il nucleare in Italia e costruire due SMR entro il 2040.
In particolare, per il direttore di ITER “purtroppo in Italia l’industria capace di costruire reattori nucleari è stata smantellata. Ripartire, quindi, è tecnicamente complesso ma sono sicuro che sia fattibile nel nostro come in altri Paesi europei, perché non partiamo da zero. Non c’è da scoraggiarsi: detto questo, ritengo che il nucleare sia un’opzione non solo possibile ma anche auspicabile e sono molto contento che se ne parli”. Da parte sua Massimo Garribba osserva che “tutte le fonti a bassa emissione di carbonio, compresa l’energia nucleare, sono necessarie per conseguire l’obiettivo dell’UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La Commissione si adopererà per garantire che all’interno dell’UE, e anche al di là delle nostre frontiere, la sicurezza nucleare rimanga di primaria importanza e che vengano applicati i più elevati standard di sicurezza nucleare, salvaguardia e radioprotezione”.
Per l’imprenditore-scienziato, AD di newcleo Stefano Buono “in Europa, e ancor di più in Italia, abbiamo recentemente vissuto le conseguenze di una politica energetica miope e il tema dell’indipendenza energetica è ora sotto gli occhi di tutti. Naturalmente ogni Paese per includere nel proprio mix energetico il nucleare si deve dotare di alcune infrastrutture di base, ma crediamo che le caratteristiche dei nuovi reattori, tra le quali il minor costo e i tempi di installazione più brevi, possano dare grande slancio alla rinascita nucleare”. E per quello che riguarda nello specifico l’Italia, per Buono “un Paese come il nostro che è stato pioniere dell’utilizzo dell’energia nucleare può sicuramente tornare a costruire ed operare centrali. L’interesse è forte e le capacità non ci mancano”.
“Senza nulla togliere all’impegno su efficienza energetica, idrogeno (promettente carrier energetico del futuro) e sviluppo delle fonti rinnovabili, l’intrinseca discontinuità di queste ultime rende inevitabile che un mix energetico credibile debba essere costituito, per una quota parte non trascurabile, da una fonte programmabile e da una serie di soluzioni tecnologiche adatte a specifici settori- osserva da parte sua il Presidente dell’ENEA Gilberto Dialuce. Nel breve e medio periodo, una possibilità di introdurre nel mix energetico una quota significativa di energia decarbonizzata e programmabile, che diventi alternativa al gas naturale, è costituita dal nucleare avanzato da fissione, e in questo settore il tessuto industriale italiano e il sistema della ricerca scientifica si pongono in posizione di rilievo in tutti i progetti internazionali in questo ambito’’ conclude.