L’Unione Europea è in procinto di firmare un accordo con il Marocco per l’abolizione dei dazi per i prodotti agricoli e della pesca, tramite questo accordo molti dei nostri agricoltori subiranno un ingente danno economico. Da Strasburgo Sergio Silvestris, eurodeputato del Pdl, è intervenuto contro le misure di liberalizzazione tra l’Europa e il Paese nordafricano annunciando il suo no a questo accordo.
Silvestris, ha affermato durante il suo intervento nell’aula di Straburgo – “Questo accordo privilegia un’agricoltura industriale a discapito di quella tradizionale: la produzione di pomodoro in Marocco è in mano a tre società che detengono il 70% del mercato. Per i nostri produttori la concorrenza diverrebbe insostenibile. In Marocco una giornata di lavoro costa 5 euro, rispetto ai 60 euro in Italia, senza dimenticare l’utilizzo sistematico di lavoro minorile e l’assenza totale di diritti sindacali, indispensabili per la ratifica di un accordo. Con questo accordo scellerato entrerebbero nel mercato unico prodotti a prezzi inferiori rispetto ai costi di produzione in Europa e senza alcuna garanzia sugli standard di sicurezza alimentare e sui procedimenti”.
Successivamente ha concluso – “L’immissione nel nostro mercato di tonnellate di prodotti a prezzi inferiori, che non rispettano le condizioni di produzione e non offrono garanzie per i consumatori europei, metterebbe in ginocchio la nostra agricoltura già vessata da una forte volatilità dei prezzi. Andremmo incontro al fallimento di centinaia di aziende agricole, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e al dramma dell’abbandono dei terreni. Un prezzo che l’agricoltura italiana e meridionale non può pagare”.
L’agricoltura è la forza trainante del meridione, per questa ragione bisogna cercare di farla sviluppare tramite un nuovo approccio, basato sulla sostenibilità ambientale e la tutela degli agricoltori, sia dal punto di vista della sicurezza sul lavoro sia garantendo alle imprese agricole una fonte di reddito.
Attualmente stiamo assistendo nel sud dell’Italia al fallimento di aziende agricole, all’aumentare della disoccupazione e all’abbandono delle terre; con questo accordo si rischia di favorire questo processo a discapito dell’intero meridione.
Sembra quasi che si voglia inasprire il divario tra il Sud e il Nord, senza rendersi conto che il Sud può essere un motore di sviluppo per tutta la nostra nazione, su questo problema tutti quanti dovremmo soffermarci e riflettere su chi siamo, dove siamo e dove vogliamo arrivare.
L’Europa sta passando dal sostenere la primavera araba ad avviare l’inverno europeo per i nostri agricoltori, questo non lo si può permettere.
Finché il vecchio continente non ha chiarito il suo pensiero concernente lo sviluppo dentro se stesso, non può comunicarlo agli altri Paesi.
Speriamo che sia solo un fuoco di paglia, perché con l’inizio della crisi, di paglia nel meridione ne è rimasta ben poca.
Orazio Buonamico