L’A.Qu.M.T., l’Associazione dei Quadri e dei Manager del Terziario affiliata alla Fisascat Cisl, è fermamente contraria alle modifiche del sistema di calcolo delle pensioni che prevede l’esclusione del periodo di servizio militare e del corso di laurea ai fini del raggiungimento della pensione di anzianità. “Il sistema proposto è iniquo ed inefficace – ha dichiarato il presidente dell’associazione Dario Campeotto – A farne le spese saranno i contribuenti previdenziali che non solo hanno pagato quanto dovuto nel caso di riscatto di laurea, ma che avevano e hanno l’ideale di una nazione che doveva avere nella formazione e nel progresso culturale il proprio punto di forza o che hanno servito la Patria in periodi di crescita economica”. “Oltrettutto – ha proseguito Campeotto – considerando che ci si laurea, quando va bene, tra i 24 ed i 25 anni eche, se si è fortunati, molto fortunati, si dovrà lavorare”effettivamente” per 40 anni + 1, il che significa fino ai 65-66 anni, il provvedimento prospettato significherebbe l’abolizione della pensione di anzianità per i laureati”. “Se la volontà dichiarata dal Governo è quella di permettere al nostro Paese di sviluppare un sistema economico che trovi la fiducia degli investitori internazionali – ha concluso – non è certo punendo i laureati, ovvero chi rappresenta la capacità d’innovazione e di modernizzazione che molto probabilmente riporrà la propria fiducia sul futuro in paesi d’oltralpe”.