“Polemiche e polveroni mediatici non giovano alla risoluzione dei problemi. Siamo consapevoli del rischio di infiltrazioni criminali nell’affare delle energie alternative, ma questo non vuol dire che dietro ogni pannello o pala eolica si nasconda la mano della mafia: lo abbiamo denunciato a suo tempo, ancor prima della presa di posizione di Pisanu. Perciò stigmatizziamo il comportamento di chi spesso esaspera i problemi per ragioni di visibilità. Abbiamo stima e rispetto di Vittorio Sgarbi come uomo di cultura, ma non ci trova d’accordo il suo modo di fare da showman e non possiamo accettare facili strumentalizzazioni su questioni delicate che possono risolversi a danno dell’immagine della nostra regione”. Lo ha detto il presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia intervenendo nel dibattito suscitato dalla dichiarazioni del critico d’arte Vittorio Sgarbi a proposito delle infiltrazioni mafiose dietro l’affare delle energie alternative. “Da tempo – ha ricordato il capogruppo Udc – chiediamo con forza l’istituzione dell’anagrafe degli impianti che servirebbe a scoraggiare illeciti ed abusi e consentirebbe di risalire alle imprese che li hanno realizzati, permettendo in tempi brevi tutti i necessari controlli. Il tentativo di unificare in un unico testo di legge le diverse proposte sulla regolamentazione degli impianti di energie da fonti rinnovabili sta determinando ritardi nella emanazione di norme che servirebbero a controllare l’installazione di impianti e a tutelare il paesaggio. Nell’ultimo anno l’assenza di regole certe e controlli nel settore, ha comportato un prolificare indiscriminato degli impianti, con grave pregiudizio per il territorio”. “Come Udc siamo favorevoli alle energie alternative e non ne vogliamo ostacolare l’installazione degli impianti, ma preoccupano i lunghi tempi per l’approvazione del testo in Commissione – ha continuato Salvatore Negro – Nei ritardi della legge, l’assenza di controlli approfonditi e puntuali sugli impianti e su chi li realizza ha consentito a imprenditori senza scrupoli di agire ai limiti della legalità, provocando danni irreversibili al territorio pugliese. La proposta di legge Udc sull’anagrafe degli impianti, composta da soli sei articoli – ha concluso il presidente Negro – poteva essere approvata in tempi brevi, predisponendo in tal modo un adeguato strumento di contrasto ad azioni che stanno stravolgendo gli ordinari stili di vita e gli equilibri su cui poggia la società civile pugliese, consentendo di ostacolare possibili infiltrazioni del crimine organizzato, sicuramente allettato dalla enorme torta derivante dall’espansione di questo settore”