“La scuola, come la formazione e la ricerca, è il luogo in cui si costruisce il futuro delle giovani generazioni, promuovendo competenze e merito. Invece anche questo Governo ha scelto di trattarla come una qualunque voce di bilancio da tagliare per far quadrare i conti”. Il deputato del PD Michele Bordo aggiunge la propria voce al “coro di proteste che si è levato da ogni istituto scolastico contro l’ennesimo attacco all’efficienza dell’istruzione e alla dignità di insegnanti e studenti”.
Allungare l’orario delle cattedre scolastiche a 24 ore “provocherà la soppressione di 1 cattedra ogni 4 di quelle attualmente esistenti, tra l’altro già pesantemente colpite dai tagli della Gelmini – continua Bordo – In altri termini, 20-30 mila posti di lavoro rischiano di essere cancellati con un colpo di spugna e senza alcun beneficio economico per chi dovrà lavorare 6 ore in più alla settimana.
Ora il ministro Profumo ha avanzato qualche timida apertura ma rimane il timore che a pagare gli effetti dei tagli possano essere i precari, gente in lista d’attesa da anni e che fatica a portare a casa 600 euro al mese, e l’organizzazione scolastica, dove già si prefigurano classi con 40-50 studenti.
Se l’Europa è giustamente il faro illuminante del Presidente Monti, il Governo guardi cosa accade nei Paesi europei più avanzati: quali investimenti ci sono stati e continuano ad esserci, anche oggi che la crisi morde, per garantire formazione e aggiornamento ai docenti, assicurare laboratori e programmi didattici innovativi agli studenti, promuovere relazioni proficue tra luoghi del sapere e dell’economia.
In Italia, invece, prima la scure della Gelmini e oggi le scelte di Profumo rischiano di smantellare ormai perfino il sostegno agli studenti diversamente abili.
L’auspicio è che il Governo ritrovi senso e misura, evitando di agitare il vincolo di bilancio come uno spauracchio e di proseguire con i tagli lineari di tremontiana memoria. Da parte nostra – conclude Bordo – faremo di tutto in Parlamento per fermare queste scelte sbagliate del Governo contro la scuola e l’istruzione”.