Il paradosso è tutto racchiuso in quella sorta di preghiera laica, che Guglielmo Epifani ha fatto a Rifondazione Comunista: “Lasciateci lavorare e portare avanti la trattativa”. Con l’auspicio che l’intensa attività, finora perseguita dall’ala radicale della maggioranza, si possa fermare e favorire un’intesa che dia forza al sindacato, anziché delegittimarlo sull’altare di una miope rendita di posizione (corporativa).
Superato lo “scalone” Europa ed incassato il consenso implicito di Almunia: “La riforma urgente delle pensioni non crei voci di spesa aggiuntive a un Dpef in equilibrio, ma non certo saldamente in piedi”, Romano Prodi si appresta a chiudere il capitolo pensioni. Le raccomandazioni di Bruxelles gli torneranno utili per puntellare la soluzione finale prospettata, che sarà tutta centrata sul cosiddetto ammorbidimento dello scalone, sul crinale di quell’equilibrio finanziario del sistema raggiunto, tra l’altro, con non poca fatica.
A grandi linee, l’ipotesi di accordo prevede l’età pensionabile a 57 anni con 35 anni di contributi per chi fa lavori usuranti, turni notturni e lavori più faticosi (accogliendo richieste della sinistra più intransigente). Per la restante platea l’età minima salirà l’anno prossimo a 58 anni (anziché a 60, come da riforma Maroni), per poi salire a 59 dopo 18/24 mesi in funzione della trattativa in corso. Dal 2011 o dal 2012 si passerà al sistema delle “quote. Che sommando età anagrafica con gli anni di contributi, dovrà attestarsi a “quota 96”. Infine, già dal 2008, con 40 anni di contributi si dovrebbe poter lasciare il lavoro quando si vuole.
Forse un intervento più anticipato del presidente del Consiglio, quantomeno con indicazioni di indirizzo al percorso da seguire, avrebbe evitato lo sfilacciarsi di rapporti, conseguenti alle tensioni di una negoziazione delicata e niente affatto facile. Ma si sa, Romano Prodi è un passista e alla lunga riesce ad avere ragione dei contendenti anche per l’affiorare della stanchezza. E’ come il cameriere che recupera l’oliva con lo stuzzicadenti, dopo che il cliente “l’ha stancata”, coi suoi ripetuti tentativi di infilzarla con la forchetta.
Entrerà in campo, fresco come una rosa, e coglierà l’assist di Raffaele Bonanni, per il canestro finale di una partita avvincente. Se qualcuno vorrà mandare tutto all’aria, questo è il momento buono per farlo, ma dovrà risponderne a lungo verso il Paese. Non solo quello di oggi, ma anche e soprattutto verso quello di domani e di dopodomani.
di A.V.G.