“Meglio tardi che mai!”, è questo il commento del componente del Dipartimento Tematico Tutela del Consumatore di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, alla notizia che anche il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sia intervenuto in merito alla dibattuta questione degli autovelox a bordo di autovetture “civetta” appartenenti a società private, oggetto, peraltro, di una perdurante querelle nel Comune di Lecce.
Il ministero, infatti, con il parere 25/9/2008 prot. n. 75730, ha espressamente censurato l’utilizzo di tale metodo per il rilevamento mediante autovelox delle infrazioni al Codice della strada per violazione degli articoli che riguardano la velocità, anche se le autovetture in questione siano debitamente presegnalate.
La motivazione adottata dal parere in questione, nel riferirsi ad alcune decisioni giurisprudenziali che avevano sostenuto l’illegittimità di queste postazioni di controllo, ritenendole dei veri e propri trabocchetti, è centrata sulla carenza da parte dell’automobilista della mancata “percezione visiva” della presenza della postazione di controllo e, pertanto, sull’inadeguatezza relativamente al requisito della “visibilità” richiesto come “condicio sine qua non”, ai fini della validità della procedura di accertamento disciplinata dal Codice della Strada.
Per questi motivi e per l’ennesima volta, dopo le numerose sentenze dei Giudici di Pace in materia, il componente del Dipartimento Tematico Tutela del Consumatore di Italia dei Valori, Giovanni D’AGATA, invita le pubbliche amministrazioni che hanno perseverato in queste prassi illegittime ad adeguarsi a quanto autorevolmente e persuasivamente sostenuto dal Ministero dei Trasporti e ad annullare in via di autotutela i verbali per infrazioni al Codice della Strada sin qui redatti.