Cecchino Damone e Dino Marino sono diventati i più fervidi oppositori della riforma della sanità pugliese che la Giunta Vendola ha avviato, nel segno della legalità, della efficienza e della tutela effettiva del diritto alla salute di tutti i cittadini.
Il primo, Cecchino, si distingue per la pervicacia con cui vuole sovvertire il vero, al servizio delle peggiori lobbies presenti sul nostro territorio.
La Sanitaservice, reinternalizzando il 118 e le attività di ausiliariato, servizi sino ad oggi affidati a soggetti privati, ha migliorato la qualità del servizio, ha garantito un ingente risparmio alle casse pubbliche, ha affrancato centinaia di lavoratori da condizioni di sfruttamento.
Ma lui no. Cecchino non è d’accordo e auspica il ritorno a quella giungla voluta e creata da Fitto e dal centrodestra nella quale ha prosperato il profitto per pochi a danno del diritto (alla salute e ad un buon lavoro) di tutti gli altri.
Il secondo, Dino, il dott. Jekyll e mister Hyde della Regione Puglia, di giorno fa il presidente della Commissione Sanità (eletto dalla maggioranza) frequentando quotidianamente gli uffici della Asl, di notte pugnala alle spalle i suoi fratelli accusando di immobilismo Vendola – il suo presidente – e i responsabili sanitari che la sua maggioranza ha designato.
Può, finalmente, Dino farci sapere quali sono le sue istanze e le sue richieste al Direttore Generale della Asl rispetto alle quali questi sarebbe rimasto immobile ed insensibile? Le può rendere pubbliche? E, soprattutto, può farci la grazia di un gesto coerente ed utile: dimettersi dalla Presidenza della Commissione Sanità?
Cecchino e Dino. Ricordano un po’ quelle comare del paesino raccontate da De Andrè e la loro ira funesta di cagnette alle quali è stato sottratto l’osso del potere clientelare.
Auguriamo a Vendola e alla sua maggioranza (Dino Marino escluso, evidentemente) di portare a compimento la rivoluzione, gentile ma intransigente, della Sanità Pugliese.
Movimento per la Sinistra di Capitanata