Conciliare idealismo e concretezza non è mai stata una passeggiata spensierata. Anzi, l’impresa ha sempre ricoperto il carattere di una sfida, tanto da elevare quasi al rango di dogma la comune convinzione che: “tra il dire ed il fare c’è di mezzo nientemeno che il mare”.
La disputa sul surriscaldamento del pianeta e sull’impazzire del clima ne è prova più che tangibile. E crea l’ennesima tensione, quasi ce ne fosse ancora bisogno, tra i ministri di un governo che continua a marciare in formazione assemblata, ma il cui tasso di litigiosità non è lontano dai livelli inflazionistici dell’America latina.
Il battibecco, questa volta, vede coinvolti il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, e quello dello Sviluppo, Pierluigi Bersani, con intervento estemporaneo del ministro per le Infrastrutture, Antonio Di Pietro. Mentre l’Unione Europea promuove un programma energetico da bio-masse, basato sull’utilizzo dei cardi, e Romano Prodi indica necessario “un patto con la natura”, tra i ministri litigiosi del suo governo è il fabbisogno energetico e l’eco-sostenibilità degli interventi a far riemergere il caso nucleare, l’inevitabilità della risorsa carbone e gli ostacoli ambientalisti alla realizzazione delle grandi opere.
Il pragmatismo del ministro Bersani fa i conti con la realtà di un Paese che continua ad illudersi di poter avere, ancora a lungo, botte piena e moglie ubriaca. Un Paese in cui il numero di condizionatori installati segue un ritmo di crescita esponenziale, il fabbisogno di energia aumenta costantemente e l’indice di auto pro-capite è decisamente proiettato verso l’unità. Nel contempo, la produzione di energia interna è ridicola, l’approvvigionamento all’estero si complica ed è sempre più costoso, anche per l’impennarsi della domanda di idrovore gigantesche come India e Cina. E la produzione industriale stenta ad invertire la rotta, in mancanza dell’avvio di un efficace circolo virtuoso.
Ma è anche il Paese che ha detto no al nucleare in casa (blindandolo con referendum popolare), ma un attimo dopo ha incrementato l’importazione di energia nucleare dalla Francia, la cui dipendenza è oggi più che mai vitale. E’ il Paese che spende fiumi di parole sulla risorsa turismo da industrializzare e si illude di accogliere i flussi di stranieri su arterie autostradali inadeguate o su reti ferroviarie del secolo scorso. Che ancora discute sull’alta velocità, mentre vede sfrecciare realtà come la Spagna e tra poco anche quella di qualche Paese dell’Est.
Un Paese che non riesce ad essere consapevole della necessità di un imponente sforzo nello sviluppo di produzione di energia pulita e rinnovabile, ma che i suoi problemi non saranno mai del tutto risolti dall’eolico, dal fotovoltaico o dalle bio-masse. Soluzioni che aiuteranno, e molto, il fabbisogno di eco-sostenibilità, ma mai del tutto quello basilare della mancanza di fonti primarie.
Il confronto è tutto qua. Riuscire a far immergere Pecoraro Scanio nel mare della cruda realtà. E’ l’invito reiterato di Pierluigi Bersani. Sono le acque della fredda quotidianità, da affrontare con coraggio, spirito pragmatico e, certamente, con una congrua dose di pro-attività.
di Antonio V. Gelormini