Il presidente di Compagnia delle Opere Impresa Sociale, Antonio Mandelli, ha espresso preoccupazione in merito a un articolo varato dal Governo, all’interno del pacchetto di provvedimenti contro la crisi, che prevede un eccessivo carico di adempimenti formali per le Onlus italiane.
«L’articolo 30 del DL 185/08 ha previsto l’obbligo di comunicazione di dati rilevanti ai fini fiscali per buona parte delle associazioni, comprese quelle di volontariato.
La necessità di controlli è senza dubbio legittima, ma a nostro avviso si tratta un adempimento sproporzionato rispetto alla platea di soggetti cui si rivolge.
Ricordiamo infatti che circa il 30% delle organizzazioni di volontariato ha entrate inferiori a 5.000 euro l’anno, mentre un altro 34% ha entrate tra i 5.000 e i 25.000 euro annui. Per organizzazioni così piccole, quasi sempre prive della seppur minima struttura amministrativa, l’invio telematico di un modello all’Agenzia delle entrate potrebbe risultare un adempimento eccessivamente oneroso.
Ricordo che anche un meccanismo molto semplice, come quello del cinque per mille, ha messo in difficoltà molte associazioni».
L’articolo 30 del DL 185/08, infatti, prevede che l’invio di dati rilevanti ai fini fiscali venga effettuato solo in via telematica. L’articolo prevede inoltre la perdita della qualifica di Onlus di diritto in caso di mancato invio. Questa eventualità comporterebbe di conseguenza anche la decadenza dalle agevolazioni cui le Onlus accedono, quali ad esempio la legge “più dai meno versi” (che prevede la possibilità che chi effettua erogazioni liberali in loro favore possa dedurle) e il cinque per mille (nel caso, come sembra, il testo relativo alla stabilizzazione del cinque per mille prevederà tra i destinatari le sole Onlus).
«Queste associazioni, così destrutturate dal punto di vista amministrativo» ha aggiunto Mandelli, «sono tuttavia strumenti fondamentali del welfare. Esse arrivano dove spesso l’ente pubblico non arriva e garantiscono quella “tenuta sociale” così importante in un momento di crisi come l’attuale. Per questa ragione chiediamo al Governo di ripensare la norma in modo che essa non sia troppo penalizzante per la stragrande maggioranza delle Onlus italiane».
Di Fabio Quitadamo