L’approvazione dell’art. 30 quater comma 1 lettera h, stabilisce che “L’autorizzazione (alla realizzazione di impianti alimentati fa fonti rinnovabili non può essere subordinata né prevedere misure di compensazione a favore delle regioni e delle province, dei comuni e delle comunità montane…”.
In merito, il senatore foggiano Carmelo Morra ha così dichiarato:
“Il Senato ha, quindi, approvato un emendamento alla Legge Finanziaria, l’art. 30 quater comma 1 lettera h, che prevede, tra l’altro, che l’autorizzazione alla realizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili non può essere subordinata né prevedere misure di compensazione a favore dei comuni e delle comunità montane.
“Si tratta di un provvedimento che non esito a giudicare negativo e sul quale ho avanzato da subito tutte le mie perplessità: che ho già comunicato in un’apposita lettera inviata ai Sindaci dell’intera Capitanata e, soprattutto, ho provveduto a manifestare e a spiegare ieri nel breve dibattito in Aula che ne ha preceduto l’approvazione.
“Il via libera all’emendamento, lo ripeterò fino alla noia, è destinato a cagionare danni enormi alla quasi comuni totalità dei comuni della Capitanata. E in Aula ho spiegato il perché delle mie numerose perplessità. Che provo di seguito a riassumere.
“L’emendamento è stato approvato e la stragrande maggioranza degli enti locali rischia di pagarne il conto. Potrebbero, infatti, presto saltare molti bilanci comunali e innescarsi anche un pericoloso effetto retroattivo, in quanto le stesse società ‘produttrici’ di eolico potrebbero impugnare anche il pregresso.
“E’ strano, veramente strano, che questa parte dell’emendamento rientri nel capitolo delle misure da porre in essere per agevolare l’utilizzo delle fonti alternative per la produzione elettrica. Bisogna, forse, dedurne il dubbio che il rimborso ai comuni sia di ostacolo all’utilizzo delle fonti alternative per la produzione delle energia elettrica?
E la vicenda rischia di apportare un colpo mortale soprattutto alla nostra regione. In Aula, infatti, ho avvertito il dovere di ricordare quella che è un’esperienza provinciale e regionale di grande valenza e significato: la Puglia e, in particolare, la Capitanata, infatti, sono il territorio che attualmente produce la percentuale più alta di energia da fonti rinnovabili.
Tutte le autorizzazioni concesse sul territorio pugliese sono state accompagnate da una convenzione stipulata tra i singoli comuni e le società produttrici e dall’impegno a ristorare gli stessi comuni per il danno all’impatto ambientale che essi ricevono dalla presenza nel proprio territorio (nel caso dell’eolico) di torri che hanno un’altezza che può raggiungere anche il massimo di 70 metri.
Il ristoro ha rappresentato (e rappresenterebbe) la strada più efficace per organizzare il consenso delle popolazioni, il cd. Consenso sociale, che ha fin qui permesso di tradurre il ristoro ricevuto dalle amministrazioni in maggiori e più qualificati servizi. In alcuni casi (vedasi il comune di Alberona e di tanti altri) si è proceduto ad utilizzare il rimborso per la riduzione ICI o della tariffazione dell’energia elettrica.
Insomma, il rimborso è stato il veicolo più usato per la diffusione dell’utilizzo delle fonti alternative nella produzione di energia elettrica; ed il ristoro alle autonomie locali ha rappresentato lo strumento principale per acquisire il consenso delle popolazioni. Non solo, ma, a mio parere, è stato ed è un rimborso dovuto, se paragoniamo il caso dell’energia eolica, quale energia primaria, allo sfruttamento dei pozzi petroliferi e metaniferi.
Nel caso esemplare, l’utilizzo di quei pozzi, è risaputo, prevede royalties molto significative per i comuni in cui siano allocati simili giacimenti. Nello stesso modo, pertanto, dovrebbe essere stabilito un ristoro per i comuni attraversati da vento idoneo ad essere trasformato in energia elettrica.
Va, inoltre osservato, che il vento, a differenza delle risorse metanifere e petrolifere, è anche un fattore penalizzante per lo sviluppo dei territori che ne siano colpiti. Per cui, se il vento è, in molti casi, elemento di criticità per lo sviluppo di tanti territori, è giusto ed opportuno che nel momento in cui diviene una risorsa per l’intero Paese Italia è giusto che ci sia un ritorno positivo anche per i territori che ne sono colpiti.
Tanto ricordato ed esposto, sicuramente per difetto, l’emendamento approvato ieri dall’Aula del Senato è di grave nocumento per l’attività e la vita stessa dei comuni e finisce per determinare guasti paurosi anche nel generale settore della diffusione delle energie rinnovabili: rappresenta un inspiegabile passo indietro nel regime legislativo del settore.
Il Governo ha scelto – me lo auguro, soltanto per ora – di evitare il ristoro; al contrario, dovrebbe, anzi dovrà farsi carico di legiferare a favore di quei territori che utilizzano energie eoliche: stabilendo, magari, una quota minima di ristoro alle autorità comunali, una quota minima di rimborso da cui partire prima di concedere le autorizzazioni del caso.
“Resta, perciò, intatta, anzi è notevolmente accresciuta, l’esigenza che sull’argomento, e presto, la Camera rimetta le cose a posto, ristabilisca il principio del ristoro per gli enti comunali. Auspico, infine, che a tale scopo tutti i partiti e/o schieramenti lavorino nell’imminente passaggio alla Camera della normativa in oggetto”.