Dodici fotografie per dodici mesi dell’anno. A gennaio, Isolde Kostner campionessa di discesa libera e supergigante di sci scende in pista con Nadia. A febbraio, Pierluigi Collina il miglior arbitro del mondo entra in campo con Lorenzo e Gabriele. A marzo, Pietro Mennea primatista nei 200 metri (in una foto scattata poco prima della sua scomparsa) abbraccia Maurizio nel suo studio romano.
A dicembre, Filippo Inzaghi campione del mondo ai Mondiali di calcio 2006 incontra il suo piccolo tifoso Lorenzo. Dodici campioni tutto l’anno sono al fianco di chi ogni giorno sfida l’epilessia.
Nel 2014, anche tu puoi dare un sostegno alla ricerca, acquistando il calendario degli atleti ed altri gadget realizzati dalla Lega Italiana contro l’epilessia (LICE) e della Fondazione LICE! Li trovi direttamente al sito www.fondazioneepilessialice.it.
Questi sono i campioni che hanno deciso di trascorrere un anno con chi vorrà fare un gesto di solidarietà per aiutare la ricerca sull’epilessia:
Isolde Kostner, Pierluigi Collina, Pietro Mennea, Dino Meneghin, Carolina Morace, Igor Cassina, Stefano Baldini, Umberto Pelizzari, Adriano Panatta, Antonio Rossi, Mauro Zuliani, Filippo Inzaghi.
“Non posso che essere felice – ha dichiarato Alfio Giomi, Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera – nel trovare tanti atleti della disciplina che orgogliosamente rappresento schierati in prima linea per dare il proprio contributo a chi combatte una battaglia impervia, diversa dalla sfida sportiva sì ma a questa accomunata dalla grinta che occorre sfoderare per raggiungere un grande traguardo”.
Il calendario è dedicato a Totò Antibo (immagine di copertina con Valentina) campione europeo nei 5.000 e 10.000 metri e medaglia d’argento alle Olimpiadi di Seul. Dal 2006, Totò Antibo è testimonial della LICE.
Puoi scegliere di sostenere la ricerca anche acquistando gli altri gadget natalizi e fare gli auguri di Natale ai tuoi cari vicini e lontani con i biglietti di auguri della Fondazione LICE, decorare l’albero di Natale con un originale origami, regalare ai tuoi colleghi un Babbo Natale anti-stress od offrire una tazza da thè in una calda mug natalizia. Per saperne di più vai direttamente al sito www.fondazioneepilessialice.it e scegli il regalo che fa per te.
Cosa è l’epilessia?
L’epilessia è tra le malattie neurologiche più diffuse, tanto da essere riconosciuta come malattia sociale. È probabile che la sua frequenza sia sottostimata perché spesso questa malattia viene tenuta nascosta per motivi psicologici e sociali. Dai dati attualmente a disposizione si sa comunque che l’epilessia interessa circa 1 persona su 100: si stima che in Europa circa 6 milioni di persone abbiano un’epilessia in fase attiva, cioè con crisi persistenti e/o tuttora in trattamento e che la malattia interessi in Italia circa 500.000 persone. I maggiori picchi di incidenza si hanno nei bambini e negli anziani.
La parola epilessia deriva dal verbo greco e ′πιλαµβa ′νeιν (epilambanein) che significa “essere sopraffatti, essere colti di sorpresa”. L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse tra di loro. È più corretto quindi parlare di epilessie al plurale, piuttosto che al singolare. Questa diversità di forme si traduce anche in prognosi diverse: alcune forme di epilessia (la maggior parte) sono compatibili con una vita assolutamente normale; altre (per fortuna più rare) sono invece di maggior gravità.
La ricerca
Le prime attività di ricerca sull’epilessia risalgono a 150 anni fa e sono legate al nome di Hughlings Jackson. Da allora ci sono stati enormi progressi: nell’80% circa dei casi le terapie disponibili si rivelano adeguate o con prognosi favorevole, ma c’è ancora molto da fare per garantire alle persone affette da questa patologia una cura adeguata.
Le sfide attuali sono tese principalmente:
- allo sviluppo di nuovi farmaci per impedire il progredire verso epilessie croniche gravi;
- alla prevenzione di esiti gravi attraverso interventi farmacologici e/o chirurgici adeguati;
- alla definizione del ruolo dei geni nelle epilessie di probabile origine genetica, derivanti da possibili interazioni tra fattori genetici ambientali ed esterni.
Epilessia e sport
Nessuno sport non agonistico andrebbe vietato in modo assoluto alle persone con epilessia eccetto quelli considerati estremi e comunque troppo pericolosi (alpinismo, paracadutismo, automobilismo, motociclismo, pugilato, immersioni subacquee, ecc). Qualche cautela andrebbe anche rispettata nel nuoto, nello sci e nell’equitazione soprattutto quando praticati senza sorveglianza. Gli sport di gruppo sono comunque preferibili a quelli individuali. La situazione è diversa nel caso dello sport agonistico: la diagnosi di epilessia non consente, in genere, il rilascio dell’idoneità sportiva da parte delle Autorità competenti. Non esiste però una precisa regolamentazione della materia ed è noto che nel mondo vari atleti con epilessia hanno conseguito risultati sportivi da record: basti per tutti ricordare Salvatore Antibo, campione italiano di atletica leggera con successi internazionali. Un dubbio da chiarire riguarda l’effetto “scatenante” dell’iperventilazione (cioè la respirazione profonda), che rappresenta una prova di attivazione da eseguire in laboratorio per evidenziare alterazioni EEG di tipo epilettico. In realtà l’iperventilazione ottenuta durante un’attività fisica sostenuta non è attivante le scariche epilettiche come quella che si realizza in laboratorio, da fermo. Durante l’esercizio fisico infatti, si verificano delle modificazioni biochimiche (come ad esempio la produzione di acido lattico da parte dei muscoli) che contrastano gli effetti attivanti dell’iperventilazione, che potrebbero essere responsabili dell’eventuale scatenamento delle crisi.