- In 10 mesi l’auto in Europa ferma a +0,9%
- Italia ultima per quota ECV (auto “con la spina”): 7,4% nel mese, verso Germania 23,6%, UK 30,3%, Francia 23,4%, Spagna 11,9%
- Necessario un più rapido sviluppo delle infrastrutture di ricarica, come evidenziato anche nel rapporto Draghi
Il mercato automobilistico europeo a ottobre 2024 rimane stagnante, con 1.041.672 immatricolazioni rispetto alle 1.040.532 di ottobre 2023 (+0,1%).
Nei primi 10 mesi dell’anno si registra un leggerissimo incremento dello 0,9% con 10.821.299 unità: un saldo di circa 96.500 auto in più rispetto al periodo gennaio-ottobre 2023.
Sia ad ottobre sia nei primi dieci mesi dell’anno, l’Italia mantiene la quarta posizione tra i cinque mercati europei principali, che vedono andamenti differenziati, particolarmente distanti fra loro nel mese:
– Germania: +6,0% nel mese, -0,4% nei 10 mesi;
– Regno Unito: -6,0% nel mese, +3,3% nei 10 mesi;
– Spagna: +7,2% nel mese, +4,9% nei 10 mesi;
– Italia: -9,1% nel mese, +0,9% nei 10 mesi;
– Francia: -11,1% nel mese, -2,7% nei 10 mesi.
Nel mercato delle auto “con la spina” (ECV), l’Italia si conferma all’ultimo posto tra i Major Markets, sia a ottobre, con una quota del 7,4% (4,0% BEV e 3,4% PHEV) sia nei dieci mesi con una quota del 7,3% (BEV al 4,0% e PHEV al 3,3%). Negli altri mercati principali la situazione è la seguente:
– Germania: 23,6% nel mese (BEV 15,3%, PHEV 8,3%), 19,8% in gennaio-ottobre (BEV 13,3% e PHEV 6,5%);
– Regno Unito: 30,3% nel mese (BEV 20,7%, PHEV 9,6%), 26,5% in gennaio-ottobre (BEV 18,1% e PHEV 8,4%);
– Francia: 23,4% nel mese (BEV 15,4%, PHEV 8,0%), 24,8% in gennaio-ottobre (BEV 17,0% e PHEV 7,8%);
– Spagna: 11,9% nel mese (BEV 5,7%, PHEV 6,2%), 10,9% in gennaio-ottobre (BEV 5,2% e PHEV 5,7%).
Il mercato europeo complessivo vede a fine ottobre le ECV al 24,2% (BEV 16,3%, PHEV 7,9%), circa un’auto ogni quattro immatricolate è “con la spina”. Nei 10 mesi le ECV coprono il 22% del totale (BEV 14,8%, PHEV 7,2%).
In tale contesto, il Direttore Generale di UNRAE, Andrea Cardinali dichiara: “Il percorso di transizione energetica verso gli obiettivi del ‘Fit for 55’ appare attualmente non univoco tra i vari Paesi membri. Persistono divergenze interpretative sulle modalità attuative, sui tempi di transizione e sugli impatti economici delle norme europee. Questa situazione di scarsa chiarezza, con un quadro regolatorio ancora sub judice, crea un clima di incertezza sia per le Case auto – che faticano a pianificare strategie di medio-lungo periodo e rallentano gli investimenti industriali – sia per gli automobilisti, ormai disorientati nell’effettuare le proprie scelte di acquisto”.
A fronte di questo scenario, il Governo italiano si prepara a presentare al Consiglio di Competitività del prossimo 28 novembre la proposta di anticipare al 2025 la revisione del Green Deal e dello stop alla vendita di auto endotermiche fissato per il 2035. Inoltre, richiederà a Bruxelles di eliminare le sanzioni previste dal 2025: una richiesta in linea con quella già presentata dall’ACEA, date le evidenti difficoltà dell’industria europea nel raggiungere i nuovi sfidanti obiettivi emissivi, e per la quale l’UNRAE manifesta apprezzamento.
Dal 30 ottobre sono entrati in vigore i dazi definitivi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina, ma proseguono i negoziati UE-Cina per trovare soluzioni alternative compatibili con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Anche sotto questo profilo, l’UNRAE auspica che sia fatta al più presto chiarezza in modo stabile, a tutela di una equa concorrenza.
Altro elemento chiave rimane lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica a livello europeo, considerate non ancora adeguate, come evidenziato anche nel Rapporto sulla Competitività di Mario Draghi alla Commissione Europea e sottolineato dal Direttore Cardinali: “Serve un cronoprogramma puntuale per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica pubbliche, con obiettivi chiari definiti per singola area geografica e tipologia stradale. Occorrono anche semplificazioni per accedere ai contributi per le infrastrutture private e la proroga di tali incentivi, oltre a un credito d’imposta al 50% per gli investimenti in ricariche fast charge”.
Per quanto concerne il mercato auto in Italia, UNRAE evidenzia come altamente critici l’abbattimento del Fondo Automotive, che da successive dichiarazioni del Governo sembra intenzionato a reintegrare per devolverlo interamente al supporto all’offerta, e soprattutto l’eliminazione dell’Ecobonus a partire dal 2025. “Appaiono in palese contrasto tra di loro le dichiarazioni governative sulla presunta inutilità degli Ecobonus, peraltro celebrati non più tardi dello scorso mese di agosto, con la proposta di prevedere un piano automotive UE con incentivi alla domanda destinati ai consumatori europei”, conclude il Direttore.
Sempre nel contesto nazionale, infine, l’UNRAE ricorda ancora una volta come sia ormai indifferibile una revisione della fiscalità delle auto aziendali, premiando le auto a zero e bassissime emissioni di CO2 in termini di detraibilità IVA, deducibilità dei costi e periodo di ammortamento.