“Editore industriale”. Era la definizione più calzante per Vito Laterza, uno dei grandi innovatori dell’editoria italiana. Insieme a quell’altra di “autentico liberale”, evidentemente “meridionale”, con lo sguardo decisamente proiettato verso gli orizzonti, larghi ed europei, di un pensiero ricercatamente critico e, ancor più, marcatamente plurale.
La casa editrice Laterza è oggi protagonista d’eccellenza di un Sud intraprendente, capace di affermare una propria via alla modernità dell’industria culturale, fedele alla raccomandazione del suo “nume” storico, Benedetto Croce, che invitava Giovanni Laterza: “All’astenersi dall’accettare libri di romanzi, novelle e letteratura amena, per comparire come editore con una fisionomia determinata. Ossia come editore di libri politici, storici, di storia artistica, di filosofia, etc., editore di roba grave”.
Partiamo da qui con Alessandro Laterza erede, insieme al cugino Giuseppe Laterza, di una sorta di missione editoriale nel mondo della saggistica. Cosa sente di essere oggi il Gruppo Editoriale Laterza?
Vito Laterza è scomparso il 28 maggio del 2001, poco più di cento anni dopo la nascita della casa editrice Laterza. Alla sua guida ha sempre sostenuto e affermato la necessità di coniugare ragioni della cultura e ragioni dell’industria. Non con la cristiana rassegnazione dell’intellettuale costretto a fare di conto, ma nel convincimento che questo sia il caposaldo e il presupposto dell’indipendenza di una casa editrice. Dopo 110 anni di storia ci sentiamo ancora custodi di tale consapevolezza. Possiamo dirci ancora liberi, nel rispetto delle regole costituite, degli obblighi deontologici e dell’etica della responsabilità che ci è stata insegnata.
Scorrendo il catalogo Laterza, è difficile non scorgere la proficua azione di tessitura nel processo di maturazione del pensiero. Accompagnare le spinte progressiste nel confronto dialettico con una radicata tradizione liberale è stato coraggioso?
L’aspetto più importante da cogliere di Vito Laterza è quello di innovatore dell’impresa editoriale. Di editore industriale e non industriale del libro, così come lui stesso si definì nel 1963. Con la Universale Laterza, tra le prime collezioni tascabili, si divulga il patrimonio del catalogo Laterza, Croce incluso. Mentre con il rilancio della Scolastica si è riusciti a mettere a disposizione della scuola, nel settore delle scienze umane, le migliori competenze scientifiche; a favorire la divulgazione e la scrittura di qualità; a mettere a valore il patrimonio culturale della casa editrice. E questo continuando a mantenere vive le antiche linee della produzione saggistica, storica e filosofica, alimentando la tradizione recente dei libri di attualità, creando nuove attenzione nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, delle scienze sociali.
Nel 1993 Vito Laterza affida a Jaques Le Goff la collana “Fare l’Europa”, un progetto che nasce con l’intento di coinvolgere diverse case editrici europee, per ricostruire i tratti comuni del Vecchio Continente alle soglie dell’unificazione europea. Un modo come un altro di pensare in grande, pensare lungo?
La prospettiva europea è stata la naturale evoluzione della precedente scelta dell’apertura di una sede romana. Scaturita dalla necessità di consolidare quella rete di relazioni che Vito Laterza aveva creato sin dai primi anni ‘50, per rimpiazzare il ruolo di grande suggeritore esercitato da Croce dal 1901 sino alla fine della guerra. Un indirizzo già tracciato da Giovanni Laterza nello stesso 1901: “Finalmente il rammarico di vedere questo nostro Mezzogiorno così poco conosciuto e così spesso vituperato, e il desiderio di cooperare con tutte le nostre forze a rendere la nostra Bari nota tra le altre città d’Italia, non solo come emporio commerciale e industriale ma anche come centro di cultura, ci hanno fatto prendere coraggio e ci hanno spinti sulla via da molto tempo sognata”.
Il Festival dell’Economia di Trento, giunto alla quinta edizione, con l’intervento delle più qualificate personalità internazionali e una vastissima partecipazione di pubblico è una delle felici intuizioni della Casa Editrice Laterza. E’ il legame che si rinnova e si rinsalda col “martoriato” mondo della Ricerca e dell’Università italiana?
La stagione delle grandi speranze e delle grandi scommesse, avviata da Vito Laterza, continua ad essere la cifra del nostro Gruppo Editoriale. Una sfida per dare spessore a un’idea di cultura che è qualità, molteplicità di linguaggi, confronto e contaminazione, idea e utopia di democrazia. Con l’intenzione, senza presunzione, che ciò s’inquadri anche nella cornice odierna dei 150 anni dall’Unità d’Italia. Per continuare a praticare una libertà nutrita di rispetto, di orgoglio e di impegno civile, che è il lascito e la lezione più grande di chi ha condotto per oltre 50 anni la casa editrice. E’ la speranza che vorremmo coltivare come editori industriali e come cittadini italiani.
di Antonio V. Gelormini