Secondo la società di consulenza e innovazione Futureberry, risonanza, sense making, appartenenza e identità sono i quattro aspetti della cultura organizzativa che l’azienda deve continuamente alimentare per attrarre e trattenere i migliori talenti e continuare a crescere.

Milano – La cultura di un’organizzazione è l’insieme dei valori e delle credenze che si affermano parallelamente allo sviluppo di una competenza distintiva. La cultura rappresenta il DNA di un’organizzazione e costituisce il perché profondo che porta le persone a fare quello che fanno nel modo in cui lo fanno.

 

Perchè oggi si (ri)parla tanto di cultura

La cultura influenza fortemente la scelta delle persone di rimanere nella propria organizzazione o guardare altrove. A rilevarlo è lo State of Global Workplace Culture in 2023 promosso dalla Society for Human Resource Management, tra le maggiori associazioni globali dedicate alla promozione di ambienti di lavoro inclusivi. I dipendenti che lavorano in luoghi con una cultura positiva non sono solo più soddisfatti (58%), ma anche più impegnati nei confronti della propria azienda (75%). Ecco perché investire strategicamente nella cultura dell’ambiente di lavoro è essenziale per mantenere un vantaggio competitivo.

 

Come sottolineano anche gli esperti di Futureberry, società di consulenza che supporta le aziende nei loro percorsi di trasformazione, innovazione e cambiamento organizzativo, una cultura positiva fa da ago della bilancia quando si tratta di attrarre e trattenere quei talenti capaci di far prosperare l’organizzazione. E affinché la cultura abbia la giusta forza attrattiva, le aziende si devono focalizzare sui quattro aspetti fondamentali che la caratterizzano, alimentandoli continuamente:

1. Risonanza

In fase di colloquio, le richieste dei candidati sulle modalità di lavoro, la politica per le ferie, il purpose dell’azienda o i processi di valutazione sono sempre più frequenti. Questo perché oggi le persone hanno bisogno di capire quali sono i valori che guidano l’azienda, com’è strutturata la realtà alla quale si stanno proponendo e che tipo di approccio tale realtà ha rispetto a certe tematiche.

 

La priorità per il candidato moderno è mettere a fuoco la cultura dell’azienda, soppesare i punti di contatto con la propria persona e il proprio bagaglio valoriale e scoprire se tra la persona e l’organizzazione vi è una risonanza tale da poter parlare di culture fit, che si verifica quando le persone si ritrovano in valori, comportamenti e atteggiamenti che sono il cuore pulsante dell’azienda.

2. Sense making

La cultura fornisce il senso del perché, in una data organizzazione, le cose sono come sono e accadono nel modo esatto in cui accadono. È uno strumento di decriptazione degli eventi, delle decisioni e delle comunicazioni e, al tempo stesso, una mappa che indica la modalità coerente di agire e decidere.

3. Appartenenza

Quando condivisa, la cultura è anche il maggiore collante relazionale in azienda, capace di unire persone diverse e sostenere il senso di appartenenza. L’appartenenza è, a sua volta, un antidoto contro l’isolamento emotivo e fornisce un senso di protezione e accoglienza. Inoltre, è strettamente correlata al concetto di risonanza, in quanto nessuna persona si sente a proprio agio nell’appartenere a un gruppo con il quale non c’è comunione di intenti e valori.

 

Il senso di appartenenza non è però un concetto immutabile e può essere minato, ad esempio, da una rottura della risonanza o dalla semplice evoluzione dei bisogni della singola persona.

4. Identità

Come scriveva Pasquale Gagliardi, uno dei massimi esperti in materia di cultura organizzativa, in realtà ben strutturate il comportamento organizzativo tende a esprimersi in modalità differenti a seconda dei compiti e dei livelli gerarchici, ma coerenti tra loro e con i valori di riferimento. L’azione globale dell’organizzazione assume così una caratterizzazione unitaria e uno stile distintivo: la cultura e la competenza distintiva di un’impresa ne determinano l’identità, in quanto ne condizionano i confini, la forma, l’immagine e, pertanto, la riconoscibilità.

 

Di fatto, l’identità è una costruzione sociale che è la diretta espressione della propria unicità e, in ambito organizzativo, è uno dei più importanti pilastri su cui si fonda la cultura stessa di un’azienda.

 

 

“Che la cultura del luogo di lavoro sia un forte catalizzatore per le persone è ormai un dato di fatto. Se ne sono accorti innanzitutto i manager, sia delle funzioni HR sia di tutte le altre aree aziendali, che sono ormai perfettamente consapevoli del suo ruolo centrale sia verso l’interno sia verso l’esterno. E se n’è reso conto anche un numero sempre maggiore di candidati in cerca di una nuova o differente occupazione: una cultura aziendale positiva rappresenta talvolta l’elemento più importante da valutare”, conclude Dino Torrisi, CEO di Futureberry.