Il 42% degli intervistati italiani nell’indagine What’s Next in Cyber, dichiara come la cybersecurity venga inserita in agenda dal board una volta al trimestre, il 28% addirittura solo due volte all’anno. Negli ultimi 12 mesi, il 52% delle aziende italiane ha subito almeno 1 o 2 incidenti o violazioni della sicurezza. La causa principale degli attacchi? Migliori competenze e maggiori fondi a disposizione dei cybercriminali
Milano – Palo Alto Networks (NASDAQ: PANW), leader mondiale nella cybersecurity, ha pubblicato il report What’s Next in Cyber, che indaga sulle abitudini e le tendenze delle aziende italiane in tema di sicurezza informatica, con una ricerca condotta su un campione di responsabili aziendali.
Nel corso dello scorso anno, le aziende italiane si sono impegnate ad allineare le strategie di cybersecurity a quelle di business, come confermato dal 96% che ha compiuto dei progressi, e dall’incremento del riconoscimento del rischio informatico da parte dei consigli di amministrazione in parallelo con l’accelerazione delle strategie di digitalizzazione, riportato dal 100% degli intervistati.
Dall’indagine emerge come solo il 20% degli intervistati italiani consideri molto elevato il livello attuale di preparazione e resilienza della propria azienda in materia di cybersecurity, mentre il 38% lo giudichi elevato e il 32% medio. La media dei livelli elevati per l’Italia è tra le più basse nel mondo – il 58% – seguita solo dalla Spagna, con il 54% – mentre ai primi posti si posizionano Germania (85%) e Francia (74%).
“I risultati della ricerca dimostrano un significativo incremento della consapevolezza da parte delle aziende italiane – e soprattutto dei consigli di amministrazione – sull’importanza della cybersecurity come elemento a valore della sostenibilità di un business che sta diventando sempre più digitale,” sottolinea Umberto Pirovano, Senior Manager Systems Engineering di Palo Alto Networks. “In questo momento di continua evoluzione, i dati diventano un asset fondamentale per la continuità aziendale, e per questo è importante far evolvere la cybersecurity a 360°, includendo nelle strategie tecnologie di prevenzione, automazione e integrazione.”