Ogni apertura d’anno porta con sé nuovi propositi, nuove idee e spunti per iniziare al meglio la propria attività professionale.
Non fa eccezione il settore immobiliare: BV Invest, società che si occupa di consulenza strategica, network development e real estate advisory, ha compiuto così un’indagine su un campione statistico interno ma rappresentativo dell’intero panorama nazionale per capire come si stanno approcciando al 2016 i professionisti del real estate italiano.
Per la maggioranza assoluta degli intervistati (63%), l’anno appena cominciato si porrà, dal punto di vista del business, sulla stessa linea del 2015. Potrebbe già essere un ottimo risultato, visti i risultati sempre in calo da molti anni a questa parte nel numero di compravendite e nei fatturati immobiliari.
Il 22% è ottimista, e crede che il business nel 2016 sarà migliore del 2015.
Il 15% invece non si lascia influenzare dai dati statistici che parlano di “lieve ripresa” e dichiarano che il loro 2016 sarà peggiore.
Il campione statistico ha poi risposto alla domanda (invero cruciale) relativa a cosa potrà influenzare positivamente l’andamento della propria attività. Sono due le risposte e le credenze: il 43% cita una maggiore apertura delle banche all’erogazione di mutui e il 45% menziona un miglioramento generale dell’economia.
Il 12 % crede invoca un minor peso fiscale sugli immobili.
L’indagine ha poi toccato le aree di maggiore investimento previste dagli agenti immobiliari nel 2016: per il 37% si parla di pubblicità e comunicazione, per il 36% tecnologia e innovazione, per il 27% formazione ed aggiornamento.
Infine, un approfondimento sulla formazione: BV Invest ha infatti chiesto se i membri del campione frequentano regolarmente corsi per la propria crescita e aggiornamento professionale. E qui “salta il banco”: solo il 21% lo fa in modo regolare e continuativo, per il 53% è “ogni tanto ma poco frequentemente”, per il 26% “quasi mai e molto di rado”.
“È evidente che la ripartenza del mercato immobiliare – spiega Bruno Vettore, AD di BV Invest – è legata ad una ripresa economica generale e ad una politica creditizia più favorevole all’erogazione dei mutui per acquisto, per ora solo piuttosto teorica. Gli altri fattori sono abbastanza marginali”