Milano – La filantropia strategica come asset di sviluppo economico e sociale: si è tenuta oggi la terza edizione del Lang Philanthropy Day a Milano, presso il Palazzo Clerici. Sono intervenute oltre 200 persone tra rappresentanti di fondazioni, filantropi, media e imprese impegnate a favore del territorio alla giornata organizzata da Fondazione Lang Italia. Obiettivo dell’evento: realizzare un momento d’incontro e di riflessione condivisa sulla nuova frontiera del fare filantropia in modo efficace e misurabile e avviare un più stretto networking tra i diversi soggetti impegnati a favore della comunità. Il Lang Philanthropy Day, il cui Main Sponsor è Banca Esperia, ha visto la presenza di un panel internazionale con interventi dei principali player nelle due sessioni della giornata.
La polarizzazione della ricchezza come impulso alla filantropia
In un mondo sempre più diviso tra ricchi e poveri, con un divario progressivo che porterà entro il 2016 l’1% della popolazione mondiale ad avere più ricchezze del restante 99%, la novità è che i magnati europei hanno aumentato le loro donazioni. E in Italia un filantropo su 3 crede in “cause di rilevanza nazionale” e, soprattutto, destina un quinto dei suoi guadagni annuali in donazioni benefiche. Questo perché gli UHNWI (Ultra High Net Worth Individuals) nel nostro Paese sono cresciuti in questi ultimi anni e con tassi più alti della media europea: oggi l’Italia è nona al mondo per numero di famiglie milionarie. Inevitabilmente, questo dato di fatto mette in luce una soluzione fattiva ad una necessità collettiva: i trend mostrano come il “welfare state” generalizzato non sia più sostenibile e per questo ci sia bisogno di nuove forme di intervento sociale globali, collaborative, più imprenditoriali e che prevedano la misura dei risultati con un orientamento alla sostenibilità di medio e lungo termine. A tal fine, oggi le competenze dei philanthropy advisor giocano un ruolo strategico per valorizzare le donazioni individuali, che in certi casi possano espletarsi attraverso veri e propri investimenti capaci di generare esternalità positive per la società. Un approccio che coinvolge anche le aziende famigliari, come sottolinea Hannes Loacker, Amministratore Delegato Loacker Remedia: “Come imprenditore attento al territorio dove vivo e opero, sono convinto che le aziende debbano essere un valore aggiunto per la comunità di riferimento. Ma, allo stesso tempo, devono anche sapere coinvolgere i collaboratori nel progetto d’impresa. Per questo la filantropia strategica, guardando alle best practice già attive e adattandole allo specifico contesto, può essere una strada utile da percorrere per ciascun imprenditore in termini di ritorno sia economico, che sociale”.
Al fine di discutere di queste tematiche e approfondirne i significati prospettici si è tenuto il panel mattutino del Lang Philanthropy Day intitolato “Filantropia Strategica, strumenti & metodi per creare valore in un mondo complesso”, moderato dalla giornalista Laura Silvia Battaglia. Al panel hanno partecipato: Tiziano Tazzi, Presidente Fondazione Lang Italia; Andrea Cingoli, Amministratore Delegato Banca Esperia; Nawaf Obaid, Amministratore Delegato EDOF – Essam & Dalal Obaid Foundation; Carlo Salvato, Professore dell’Università Bocconi, Cattedra AiDAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari; Hannes Loacker, Amministratore Delegato Loacker Remedia; Alberto Di Bari, Consigliere Fondazione Giovanni ed Annamaria Cottino; Nora Marketos, International Intervention Jacobs Foundation; Gaël Lescornec, World Cocoa Foundation Europe; Lucia Martina, Segretario Generale Fondazione Lang Italia.
“Le famiglie italiane detengono grandi patrimoni che posizionano l’Italia al quarto posto in Europa nel ranking della ricchezza privata” rileva Andrea Cingoli, AD di Banca Esperia. “Banca Esperia, che si propone come consulente di queste famiglie per l’ottimizzazione del loro patrimonio sia finanziario sia corporate, ha sviluppato un servizio di advisory specializzata e offre competenze esclusive di advisory per l’implementazione di iniziative filantropiche. Il servizio conferma il ruolo che una Private Bank oggi può avere nel supporto a progettualità d’impatto sociale o che ricerchino un equilibrio ottimale tra profitto e beneficio a favore della comunità”.
L’impatto sociale delle strategie aziendali
Budget, opportunità, ritorno degli investimenti: come si possono sposare questi elementi operativi alla filantropia e all’intervento sociale? Alcune esperienze recenti che hanno visto la collaborazione e il co-investimento tra imprese, fondazioni corporate e organizzazioni impegnate nella creazione di valore per la comunità raccontano che è possibile creare una “crescita collaborativa” che allinei l’intervento sociale alle strategie di business. Per farlo, è necessaria la consulenza dei professionisti della filantropia strategica che possano facilitare processi d’innovazione nell’ambito aziendale e che agiscano come “ponte” tra organizzazioni non profit e grandi multinazionali. Inoltre, questi specialisti hanno una competenza pluriennale che significa strumenti tecnici adatti per formulare una strategia, non essendo vincolati ad “un orizzonte di breve periodo”. E così è definitivamente mutato l’atteggiamento delle corporations sugli investimenti filantropici strategici: non si tratta più solamente di donazioni singole ma di azioni di medio e lungo periodo integrate.
Si tratta di quanto riportano i dati della ricerca EVPA (European Venture Philanthropy Association) presentata nella sua versione italiana nella sessione pomeridiana del Lang Philanthropy Day, intitolata “Corporate Social Impact Strategies: New Paths for Collaborative Growth” (titolo omonimo allo studio dell’EVPA presentato oggi). Secondo i dati del dossier sono mutate alcune scelte sulle modalità d’intervento a favore delle comunità: oggi per una grande azienda creare una strategia d’impatto sociale non significa solamente ideare progetti più efficaci e duraturi, ma “acquisire una fonte di crescita e innovazione; attrarre e far rimanere i talenti migliori; rafforzare il brand; migliorare l’efficienza della supply chain; costruire e sviluppare in modo innovativo gli eco-sistemi locali”.
Un’idea condivisa anche dal Segretario Generale della Fondazione AVSI Giampaolo Silvestri: “Riteniamo che il legame tra business e tematiche sociali come i diritti umani sia centrale se vogliamo creare sviluppo. Le ong internazionali e locali possono svolgere il ruolo di copertura della distanza tra le politiche e il bisogno della comunità e della persona, cioè ‘l’ultimo miglio’. Credo che sia centrale che l’impresa capisca quali siano i vantaggi della collaborazione con le ong per realizzare interventi sociali con un impatto positivo sulla comunità dove l’impresa stessa opera”.
Ai lavori di questa sessione, che ha evidenziato le prime esperienze di successo di collaborazione e co-investimento d’imprese, fondazioni corporate e organizzazioni no profit, moderata da Vito Gioia (Managing Partner Amrop), hanno partecipato: Kurt Peleman, Amministratore Delegato European Venture Philanthropy Association; Paul Castle, Communications Manager Syngenta Foundation for Sustainable Agriculture; Giampaolo Silvestri, Segretario Generale Fondazione AVSI; Patrizia Venturini, Relazioni istituzionali e comunicazione BMW Group Italia; Vittoria Ganassini, Head of Communication, CSR and Strategic Planning Istituto Ganassini.
Lucia Martina, dal Centro Studi Lang sulla Filantropia Strategica, traccia il quadro complessivo dell’evento: “Il Lang Philanthropy Day è stato creato per sostenere la diffusione di nuovi strumenti della filantropia strategica per raggiungere i traguardi e gli obiettivi prefissati e perché siamo convinti dell’importanza di momenti di networking forti tra i principali player a livello nazionale. L’obiettivo è mettere a sistema le buone pratiche già attive e confrontarsi con gli scenari internazionali. Come Fondazione Lang Italia miriamo a valorizzare le più innovative esperienze filantropiche grazie alla formazione executive del nostro Centro Studi e a tradurle operativamente sul campo, affiancando filantropi e investitori sociali nella scelta degli strumenti e nell’implementazione attraverso l’attività di philanthropy advisory”.