Alla fine, sul tavolo dei contendenti alla call Horizon 2020 (Cultural heritage as a driver for sustainable growth), erano rimaste solo due proposte progettuali. Una tedesca, molto articolata e complessa soprattutto dal punto di vista tecnologico. L’altra italiana, presentata dall’Università di Bologna insieme ad altri 40 partner internazionali, quasi unicamente basata sul recupero antropologico e socio-culturale delle aree individuate.
Ad aggiudicarsi il finanziamento è stato il progetto denominato RURITAGE (acronimo di Rural regeneration through systemic heritage-led strategies) coordinato dal CIRI-EC dell’Università di Bologna sotto la guida della prof.ssa Simona Tondelli del Dipartimento di Architettura dell’Ateneo Alma Mater Studiorum, per un finanziamento complessivo che ammonta a circa 10 milioni di euro. Una vittoria emozionante per com’è arrivata e per com’è stata composta la filiera dei 40 partner che hanno collaborato alla stesura della proposta (37 dall’Europa, soltanto 6 sono italiani e nessuno di loro a parte il DARe opera nel Sud del Paese; altri 3 dall’America Latina).
Per i prossimi quattro anni (dal 2018 fino al 2021 incluso) RURITAGE si occuperà di promuovere un nuovo paradigma di rigenerazione rurale che consentirà di trasformare le aree rurali in laboratori/dimostratori di sviluppo sostenibile, attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale. Una rivoluzione silenziosa, che consentirà la riabilitazione anche antropologica – come si diceva – di aree rurali ritenute degradate o improduttive. Tra università e centri di ricerca, reti internazionali, enti locali, piccole e medie imprese, associazioni no profit che fanno parte della grande rete di partner del progetto, c’è anche il DARe (Distretto tecnologico agroalimentare della Puglia) presieduto dalla prof.ssa Milena Sinigaglia. «Abbiamo corso da soli – argomenta la presidentessa – intendo dire senza il sostegno e l’aiuto dell’Università di Foggia, e vincendo abbiamo dimostrato per l’ennesima volta che il Distretto ha la capacità di riuscire a stare dentro circuiti internazionali di assoluto prestigio, presentando solo il proprio know how e il proprio talento come biglietto da visita. Il nostro ruolo, all’interno della bellissima realtà del Ruritage, sarà quello di fornire scientificamente pareri tecnici sulla trasformazione delle aree rurali e sulla possibile abilitazione di produzioni innovative che tengano conto di quello che è il nostro asset principale, sebbene non esclusivo: ovvero il trasferimento tecnologico».
Di assoluto prestigio la lista dei partner del progetto, che oltre alla capofila Università di Bologna annovera: Consulta Europa Projects and Innovation SL (Spagna); Fundacion Tecnalia Research & Innovation (Spagna); Fundacion Cartif (Spagna); come detto anche l’Unesco (Francia); University of Plymouth (Regno Unito); ICLEI European Secretariat Gmbh (Germania); Agenzia per la promozione della ricerca (Italia); Savoia – Ammattikorkeakoulu Oy (Finlandia); Politecnico di Torino (Italia); Norges Milijo – Og Biovintenskaplige Systemowych (Polonia); ACIR Compostelle (Francia); Borghi Italia Tour Network SrL (Roma, Italia); Innovation and management centre limited (Irlanda); Almende B.V. (Olanda); Federacion Colombiana de Municipios (Colombia); Magma Unesco Geopark (Francia); quindi il Distretto tecnologico agroalimentare Puglia (Foggia, Italia); Haute Provence Geopark (Francia); Visegrad Varos Onkormanyzata (Ungheria); Emi Epitesugyi Minosegellenorzo Innovacios Nonprofit Kft (Ungheria); Kulturno Izobrazevalno Drustvo Kibla (Slovenia); Zavod Za Kulturoi, Turizem in Promocijo Gornja Radgona (Slovenia); PIAM Onlus (Asti, Italia); Natural History Museum of the Lesvos Petrified forest (Grecia); Geo Natural Bergstrasse Odenwald (Germania); Panepistimio Kritis (Greece); Katla Geoprak (Islanda); Comune di Appignano del Tronto (Italia); Fundacion Santa Maria La Real del patrimonio historico (Spagna); Consiliul Judetean Hargita (Romania); Association Institutio Pro Educationem Transilvaniensis (Romania); Arge Geopark Karawanken – Karavanke (Austria); Pontificia Universidade Catolica de Minas Gerais (Brasile); AEICE (Spagna); Izmir Buyuksehir Belediyesi (Turchia); De Surdurulebilir Enerji Ve Insaat Sanayi Ticaret Limited Sirketi (Turchia); Izmir Institute of Tecnology (Turchia); Consejo de Monumentos Nacionales (Cile).
«Stare all’interno di questa compagine – conclude la prof.ssa Sinigaglia – ci riempie di gioia e soddisfazione, e ci convince ancora di più del nostra reale valore e del fatto che dobbiamo ampliare le nostre vedute e soprattutto le nostre ambizioni, spostandole molto di più verso l’estero e molto di più all’esterno delle università. Noi lavoriamo come abbiamo sempre fatto, con grande passione e competenza. Le chiacchiere e le polemiche le lasciamo a chi trova il tempo di farle. Il DARe è dentro il più grosso progetto europeo di recupero delle aree rurali, questa l’unica risposta che possiamo fornire a chi si interroga sul nostro stato di salute, che ci auguriamo migliori sempre di più».