Gli anglosassoni lo chiamano “self placement”, ovvero l’arte di fare in proprio (o per se stessi) quello che invece i più si aspettano “arrivasse dall’alto” o “fosse già pronto”. Si tratta di una disciplina che sta diventando sempre più scientifica, nonostante si tratti – in buona sostanza – del vecchio adagio che risponde al principio mai fuori tempo del “darsi da fare”. Ma l’applicazione pratica a teorie socio-economiche, di psicologia e management ha sdoganato le cosiddette lauree deboli, ovvero quelle con poca possibilità di assorbimento da parte del mondo del lavoro una volta venuti in possesso del titolo di studio, e reso queste pratiche una vera e propria materia di stringente ttualità. In tutti gli Atenei del mondo.
Giovedì prossimo – 21 gennaio, dalle ore 9,30 in poi, nell’aula conferenze del Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione in via Arpi 155 (edificio ex Ospedale maternità) – si terrà il seminario di studi intitolato Social lab, Social Work: il lavoro come progetto sociale – Studio di un caso di eccellenza di placement con “lauree deboli”: un breve percorso scientifico e didattico per illustrare come effettivamente «esistano giovani che il lavoro non lo cercano: lo creano; anche al Sud, ti mostriamo chi e come» prendendo spunto dal sottotitolo dell’iniziativa organizzata dalla prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio della cattedra di Progettazione e valutazione dei sistemi educativi e formativi presso il Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione dell’Università di Foggia. «Cerchiamo di coniugare creatività e lavoro, self-leadership e impegno sociale – spiega la prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio – ma soprattutto di focalizzare competenze e percorsi ideali per poterci arrivare il più in fretta e il meglio possibile. Quelle che sembrano nuove tendenze, in realtà sono strategie socio-economiche e psicologiche validate scientificamente da molti anni e che evidenziano il ruolo della “visione” nella realizzazione di ogni progetto. Sia di vita che di lavoro. Come Ateneo abbiamo a cuore che i nostri laureati sviluppino dunque non soltanto conoscenze ma anche visioni, ovvero le cosiddette “metacompetenze” oggi sempre più richieste nel mercato del lavoro: per questo offriamo percorsi che rappresentano un modello evoluto rispecchio al vecchio placement che consisteva nel fornire informazioni relative alle aziende che assumono. Già da molti anni l’Università di Foggia offre proprio in questa direzione percorsi innovativi, si pensi alle consulenze gratuite offerte dai ricercatori del Bilancio di competenze a tutti gli studenti di tutti i Dipartimenti. In questo seminario, come già in passato su questa linea, non ci limiteremo a presentare teorie e ricerche ma ospiteremo giovani che “ce l’hanno fatta” , per offrire ai nostri studenti testimonianze reali e vere e proprie spinte per la creatività e la “non resa” di fronte alla crisi».
A intervenire al seminario di studi saranno prof.ssa Lucia Maddalena (delegato rettorale all’Orientamento, Tutorato e Job Placement), prof. Marcello Marin (direttore del Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione dell’Università di Foggia), dott. Tommaso Vasco (responsabile dell’Area Orientamento, tutorato e diritto allo studio dell’Università di Foggia), dott.ssa Rita Saraò (responsabile Settore Orientamento, tutorato e diritto allo studio), prof.ssa Daniela Dato (delegato del Dipartimento di Studi umanistici all’Orientamento, Tutorato e Placement), Andrea Mori (direttore culturale Coop. Soc. Progetto Città, Bari, innovatore sociale, esperto di animazione sociale e pedagogia del gioco e dell’immaginario) e il gruppo di giovani «inventori del proprio lavoro nonostante la laurea debole». Di particolare interesse le loro testimonianze dirette: Davide Annichiarico, Rosanna Mastrogiacomo, Ivan Di Mauro, Valeria Zoli – cioè quelli che ce l’hanno già fatta, a concretizzare le proprie idee – mostreranno ai nostri studenti che «la cultura non è mai debole».