Con la presentazione del post-catalogo “Una storia senza fine? AquilAbruzzo TendAtelier” il 1 aprile 2012 con annesso DVD e la parallela inaugurazione della mostra all’ Aurum di Pescara con le due maxi tele “Soqquadri L’Aquila ferita” e “GlobalAquilart” (circa 22 metri quadrati ognuna) insieme ai disegni dei progetti elaborati da 18 artisti abruzzesi per la realizzazione della prima opera, sta per avviarsi a conclusione l’incredibile esperienza performativa vissuta a L’Aquila dal 25 giugno al 12 luglio del 2009 nella tendopoli Centi-Colella.
Oltre ai due curatori del post-catalogo – il critico aquilano Antonio Gasbarrini e l’artista pescarese Anna Seccia – sono intervenuti l’Assessore alla Cultura del Comune di Pescara Giovanna Porcaro Sabatini e Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo che ha sponsorizzato la stampa di quello che può definirsi un vero e proprio libro uscito con i tipi di Ianieri Edizioni, le cui pagine, immagini e video “raccontano”, è il caso di dirlo, sì la disperazione e il lutto vissuti dai terremotati aquilani, ma anche la speranza della rinascita.
Alla presenza di un folto pubblico, attento e coinvolto anche emotivamente da un evento culturale di alto profilo creativo-sociale ripercorso in tutte le sue fasi dai due curatori e ruotante attorno alla tragedia che ha colpito la città capoluogo alle 3.32 del 6 aprile 2009, sono emerse sì le difficoltà organizzative incontrate (soprattutto per lo scarso apporto delle Istituzioni), ma anche il desiderio di dare una degna destinazione espositiva permanente alle opere in questione.
Anna Seccia ha ricordato l’eccezionalità dell’evento performativo che ha visto fiorire giorno dopo giorno all’interno di una tenda le due maxi tele, mentre ancora imperversavano scosse sismiche e nubifragi, sotto gli occhi attenti degli sfollati, spettatori per la maxitela “Soqquadri – L’Aquila ferita”, ma anche attori e protagonisti avendo dipinto in ben 332 ognuno dei riquadri dell’altra opera. Ponendo, quindi, una domanda essenziale: quale destinazione espositiva permanente potranno avere nell’immediato futuro?
Antonio Gasbarrini si è soffermato, in particolare, sul mutato “sguardo” degli aquilani dopo il sisma, sguardo che inizialmente era rivolto in basso (macerie) e poi in alto, nella presa di coscienza di quell’invidiabile patrimonio artistico e civile di uno dei più bei Centri storici italiani sgretolato a cominciare dai tetti; sguardo carente del tutto a livello orizzontale, data l’impossibilità di potersi “guardare”negli occhi in una città ancora disabitata. Da qui l’idea di allestire la mostra ponendo le opere direttamente sul pavimento insieme alle macerie reali di coppi e mattoni provenienti dall’abbandonato Centro storico dell’Aquila, ben tre anni dopo il terremoto.
L’assessore alla cultura Porcaro Sabatini, insediatasi recentemente alla guida di uno dei più sensibili settori della convivenza civica, ha rimarcato come sia sua intenzione sostenere tutte quelle iniziative innovative, sia dal punto di vista dei linguaggi che della creatività intesa nella sua più larga accezione.
Il professor Mattoscio ha evidenziato il ruolo trainante della cultura nell’area pescarese, tra le più vitali d’Italia, nonché l’importanza data ad una dinamica realtà di un settore fortemente sostenuto dalla Fondazione presieduta.
Le contraddizioni tra enunciazioni programmatiche e realtà fattuale sono emerse allorché i due curatori hanno sottolineato che la mostra avrebbe chiuso i battenti la stessa giornata a causa dell’impossibilità di pagare la prevista, onerosa assicurazione. Con una battuta, tra il serio e il faceto, il critico Antonio Gasbarrini ha affermato che in tal caso la città di Pescara sarebbe entrata di diritto nelle pagine della storia dell’arte per il record di 1 ora conseguito nella durata di apertura dell’esposizione.
La svolta di “Una storia senza fine?” si è avuta subito dopo allorché il professor Mattoscio, nel riprendere la parola, ha asserito che avrebbe fatto in modo, d’intesa con l’Assessore alla cultura, di tenerla visitabile almeno fino al 6 aprile per meglio esser vicini ai cittadini aquilani ed agli altri terremotati del cratere. In più, la promessa che si sarebbe attivato per una degna destinazione delle due maxi tele in appositi e qualificati spazi, quali ad esempio l’Aeroporto o la Stazione Ferroviaria di Pescara, o altri ancora da individuare.
Se queste impegnative promesse verranno mantenute, “Una storia senza fine?”, a detta dei due curatori, può ben cambiare in “La storia sembra quasi finita”….