Gli studi svolti negli ultimi anni sul settore ICT al Sud, si trovano sempre più o meno concordi su queste considerazioni: il numero degli addetti nell’ICT nel Mezzogiorno è allineato alla media nazionale, così come il numero delle imprese che si occupano di informatica e telecomunicazioni. Il mercato business mostra una crescita lenta e costante, generata soprattutto dalla domanda delle piccole e medie imprese che bilancia la stagnazione dell’investimento da parte della Pubblica Amministrazione Locale, investimento quest’ultimo che comunque vale sempre più di un terzo del mercato. Il mercato Sud Italia dell’informatica professionale ha un valore stimabile superiore ai due miliardi di euro anche se la spesa ICT resta sempre inferiore alla media nazionale.

Diversamente da quanto si potrebbe pensare, i numeri del Meridione se osservati in una prospettiva globale non sono significativamente diversi da quelli del Nord Italia. Anzi, come ha scritto Angelo Bruscino per technologybiz.it, in un’ottica mondiale non esistono “due Italie”: rispetto alle aree che competono per davvero, le cosiddette “due Italie” sono entrambe tremendamente indietro. Entrambe hanno perso la capacità di creare Economia della Conoscenza, Centro e Nord Italia fanno pure discreti passi indietro nella classifica del World Knowledge Competitiveness Index. Anzi, il risultato raggiunto dal Sud Italia essendo stato conseguito in un regime di riduzione continua e progressiva della spesa pubblica ha molto più valore di quello di Nord e Centro.

Non sembra un quadro troppo cattivo. Come troppo spesso accade nel Mezzogiorno, l’insufficiente cultura di mercato da parte di alcune imprese resta il primo dei due principali ostacoli allo sviluppo di domanda ed offerta di servizi ICT complessi: d’altra parte un’impresa che non competa sul mercato ha per sua natura poca propensione all’utilizzo di fornitori di servizi a valore aggiunto. In questo senso, la scarsa importanza data dalle imprese meridionali al problema delle dimensioni aziendali può essere forse generata dalla errata percezione del livello di competitività della propria impresa. Non si spiegherebbe altrimenti anche la trascuratezza verso funzioni strategiche quali Innovazione, Ricerca e Sviluppo per non parlare poi di Marketing e Vendite, funzioni spesso addirittura assenti.

Sempre su technologybiz.it, Michele Dell’Edera ha scritto, senza troppi giri di parole, che la finanza, le banche, le assicurazioni chiamate a sostenere l’economia del Sud devono essere del Sud. Ha aggiunto che le aziende che producono al Sud, salvo le dovute ed assolutamente inevitabili eccezioni, devono avere non solo il braccio produttivo al Sud, ma anche la “testa” cioè tutte le funzioni a valore, se non anche la proprietà. Secondo Michele Dell’Edera, lo sviluppo si costruisce sulla identità del sistema produttivo e fino a quando il sistema produttivo e finanziario non riavrà una sua propria “identità meridionale”, sicuramente sarà difficile ottenere grandi risultati. Una identità forse smarrita centocinquanta anni fa, ma certamente da ricostruire qui e adesso.

Nei fatti Michele invoca, ed a ragione, la nascita di un “Sistema Sud”, il che ci porta a considerare il secondo dei due ostacoli principali allo sviluppo di domanda ed offerta: la scarsa capacità di fare efficacemente sistema. Osservando le attività dei soggetti rilevanti – Pubblica Amministrazione, banche, università, centri di ricerca, imprese, associazioni – si ricava alle volte l’impressione che ciascuno con il suo pallone privato giochi la sua partita privata. In una intervista ad Antonio Savarese per technologybiz.it, il giornalista e scrittore Pino Aprile ha affermato che la scarsa propensione a fare sistema è caratteristica di tutte le comunità subordinate. L’enorme successo del suo libro “Terroni” e la nascita di un vasto movimento di opinione intorno alle sue idee lascerebbero intendere che forse è arrivato anche per il Mezzogiorno il momento di fare squadra.

L’edizione 2009 di TechnologyBIZ aveva come slogan “E’ arrivato per il Sud il momento di fare squadra” insieme con l’usuale “L’innovazione è delle persone, non delle macchine”, non si è trattato di un caso di preveggenza! Semplicemente la community che ruota intorno a TBIZ con un piccolo anticipo ha espresso con forza concetti ed opinioni che da tempo sono nell’aria qui nel Mezzogiorno.

E’ stato già più volte autorevolmente detto in che modo il Sud possa finalmente fare squadra: fare rete tra Regioni, istituire uno stabile coordinamento macroregionale delle politiche industriali, del lavoro, della ricerca e dell’innovazione, guardare tutti insieme al Mediterraneo, alimentare il Sud con la leva creditizia e finanziaria del risparmio del Sud stesso, stimolare il raggruppamento delle piccole imprese in organizzazioni stabili e strutturate come e meglio di una grande azienda ed infine andare a Bruxelles uniti per chiedere una fiscalità di vantaggio. Insomma, attuare iniziative a favore delle regioni meridionali nel loro complesso e non di semplice accentuazione di misure pensate per l’intero sistema produttivo nazionale.

TechnologyBIZ è un concentratore di persone e contenuti definiti con approccio “bottom-up”, agli organizzatori resta il compito non agevole di sistemare i contributi in maniera ben fruibile, di curarne la massima divulgazione e di radunare una comunità sempre più ampia nell’evento di fine ottobre. Il piccolo-grande valore di TBIZ è quello di informare e sensibilizzare il sistema produttivo del Mezzogiorno, promuovere la Cultura dell’Innovazione, aumentare la propensione delle imprese ad organizzarsi ed attrezzarsi per affrontare mercati vecchi e nuovi in maniera coordinata e vincente.

Ci auguriamo di aver ben interpretato anche quest’anno le istanze della community allestendo un programma ricco e di profilo molto elevato, ma soprattutto siamo certi di non aver proposto contenuti pensati per altri mercati e poi riciclati al Sud. Attendiamo il giudizio del pubblico, nel frattempo la convergenza su TechnologyBIZ da parte di istituzioni, associazioni e imprese di Campania e Puglia ci conferma che finalmente c’è in giro voglia di Sud unito e intraprendente.

Un piccolo risultato per il momento, ma è quello del quale andiamo più fieri.

Bruno Uccello
(DA www.technologybiz.it)

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