Di fondi europei, delle grandi opportunità che possono offrire ma al tempo stesso anche delle tante occasioni mancate dal nostro Paese, si parlerà durante l’importante seminario organizzato dalla Regione Puglia, dalla Fondazione Vittorio Foa e dall’Università degli studi di Foggia che si terrà mercoledì 22 gennaio alle 16,30 presso la sala del Tribunale di Palazzo Dogana in piazza XX Settembre a Foggia. In tema di fondi europei, dalla richiesta all’assegnazione legata evidentemente a progetti efficaci e sostenibili, la Puglia rappresenta un’importante realtà nel panorama nazionale: addirittura all’avanguardia se paragonata al resto delle regioni meridionali, che, come si sa, “restituiscono” al mittente – causa diserzione dei bandi o inutilizzo dopo l’assegnazione del denaro – la maggior parte dei fondi provenienti dalla Comunità europea.
“All’interno dell’incoraggiante realtà regionale – argomenta il Rettore dell’Università di Foggia, prof. Maurizio Ricci – il nostro Ateneo è riuscito a conseguire risultati molto importanti, partecipando a bandi europei insieme a competitor anche molto più grandi di noi, ciò nonostante riuscendo ad ottenere stanziamenti che, senza dubbio, concorreranno alla nostra crescita, sia didattica che strutturale. Questo seminario affronta, tuttavia, un tema di assoluta attualità. Si pensi, soffermandoci ad esempio sul territorio, all’auspicabile ricorso a fondi europei per il definitivo rilancio dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia: una struttura che potrebbe cambiare il volto della città, senza contare i benefici che, in termini di scambi facilitati e progetti condivisi, potrebbe portare anche all’Università. Insomma il ricorso ai fondi europei è una pratica a cui la Puglia, segnatamente la Capitanata, deve guardare con attenzione e scaltrezza, non si può lasciare nulla di intentato nel processo di riqualificazione del territorio. E, da questo punto di vista, l’Università di Foggia saprà fare la sua parte”.
Al seminario prenderà parte in qualità di ospite più atteso e parere più autorevole anche il Ministro per la coesione territoriale Carlo Trigilia, oltre ad amministratori locali e regionali, rappresentanti delle parti sociali e delle categorie produttive. Moderati dal direttore responsabile del quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso, al seminario interverranno inoltre il sindaco di Foggia Gianni Mongelli e il commissario della Provincia di Foggia Fabio Costantini, mentre l’assessore regionale al bilancio Leonardo Di Gioia si soffermerà, durante il suo intervento, su “I fondi europei e la Regione Puglia”. Molto attesi anche gli interventi del presidente della Commissione politiche comunitarie della Camera dei deputati Michele Bordo, del docente dell’Università di Bari Franco Botta (su “Il sistema infrastrutturale in Puglia e nel Mezzogiorno”), del segretario generale Cisl Puglia e Basilicata Giulio Colecchia (su “La priorità lavoro”), del presidente del Consorzio degli operatori turistici di Vieste Rossella Falcone (su “I fondi Eu e il turismo”), del presidente nazionale dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri (su “I fondi Eu e l’agroalimentare”), del presidente della Camera di Commercio di Foggia Fabio Porreca (su “Fondi comunitari e sistema delle imprese”) e del Rettore dell’Università di Foggia Maurizio Ricci (che interverrà sul tema “Ricerca, università e fondi comunitari”).
“L’incontro che gli amministratori del territorio avranno in questi giorni con il Ministro Carlo Trigilia – ha aggiunto il Rettore – può assumere molta importanza alla luce dei timidi, ma incoraggianti, segnali di ripresa che si stanno registrando. Sfruttare ogni possibilità per accedere a finanziamenti europei, sulla base di progetti veramente innovativi e in presenza di inequivocabili benefici collettivi, rappresenta senza dubbio una priorità per la Capitanata. L’Università di Foggia, naturalmente, sarà al fianco del territorio, svolgendo come al solito il proprio ruolo di valore aggiunto all’interno di una società: attraverso la ricerca, la sperimentazione e la conoscenza, il nostro Ateneo si è ritagliato un ruolo molto importante in questa nuova fase, ma si può e si deve fare di più proprio attingendo al “sistema Europa”. Noi ne facciamo parte fin dalla nascita, esportando progetti, docenti e studenti nelle più importanti università del Continente. Adesso però dobbiamo dimostrare di essere capaci di compiere un salto di qualità, proponendo il nostro talento su scala più vasta e complessa come quella europea. E i fondi sono il primo banco di prova da superare, riuscire ad arrivarci con maggiore continuità potrebbe essere una concreta prova di maturità dell’Ateneo”.