Milano – Oltre 150 operatori del settore infrastrutture, trasporti e ingegneria, hanno partecipato al convegno “Il Canale di Panama cento anni dopo. Sfide tecniche e gestionali di un’opera globale” organizzato da MWH – storica società multidisciplinare che offre servizi di consulenza e ingegneria nei settori dell’acqua, dell’energia, dell’ambiente e delle infrastrutture – martedì 3 febbraio 2015 a Milano, in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Milano, presso la sede di Assolombarda.
L’incontro è stato un’occasione per celebrare i cento anni dall’inaugurazione del Canale (15 agosto del 1914), raccontando il titanico progetto di espansione attualmente nella fase finale della sua realizzazione, attraverso le voci di alcuni dei suoi protagonisti, italiani e stranieri, e di esperti di settore.
Nell’incontro si sono affiancate le testimonianze di Mike Newbery, Executive Director di MWH, in qualità di leader del team di progettisti (CIPC – Consultores Internacionales) incaricati dell’espansione; di Antonio Zaffaroni, Executive Director di Salini-Impregilo, società alla guida del consorzio responsabile dei lavori; e di due esperti del settore, il prof. Angelo Luigi Camillo Ciribini, dell’Università di Brescia, con una presentazione sul Visual Project Management e il prof. Oliviero Baccelli, Coordinatore del Master MEMIT- Bocconi, a proposito di grandi infrastrutture di trasporto negli equilibri globali. Il convegno è stato moderato da Stefano Susani, Europe-Africa Regional Director e Amministratore Delegato di MWH in Italia.
Il Canale di Panama è un’opera straordinaria che collega l’Oceano Atlantico a quello Pacifico per oltre 81 km, evitando alle navi di circumnavigare l’America meridionale. I lavori per la prima conca cominciarono nel 1907 e da allora ai nostri giorni, il Canale ha subito diversi interventi fino alla recente decisione di ampliarlo con una nuova serie di tre conche. E’ forse uno dei pochi progetti veramente globali tuttora in corso al mondo, con una presenza di numerose imprese internazionali ed un impatto straordinario sull’economia mondiale.
Ecco alcuni numeri del Canale discussi durante l’incontro:
– 60% il risparmio di acqua movimentata nelle nuove conche in costruzione;
– 26 metri, il dislivello tra lato Oceano Pacifico e Oceano Atlantico, superato dal sistema delle conche di navigazione;
– più di 366 metri di lunghezza, 50 metri di larghezza e un pescaggio fino a 14 metri, le dimensioni delle navi (cosiddette Post-Panamax) che potranno attraversare il Canale dopo l’espansione;
– 95% la percentuale di risorsa idrica fornita al Paese dal lago Gatùn, bacino artificiale realizzato ad hoc insieme al canale originario per alimentarne la movimentazione;
– 33 metri l’altezza delle nuove conche, contro i 26 delle vecchie;
– 30 metri di altezza, 10 metri di larghezza e 58 metri di lunghezza, per un peso che varia tra 3000 e 4000 tonnellate, le misure delle 16 paratie in acciaio (le porte delle nuove conche), grandi quanto un edificio.
– 3% il valore dei traffici mondiali passati per il canale nel 2013…ma si sale al 40% per l’Ecuador e al 5% per l’Italia.