La maglietta del “prete scomodo” gli garba poco. Dopotutto fare il prete, di per sé, non è cosa comoda. L’abito talare non è saio monastico, né può essere indossato secondo il modello manzoniano di don Abbondio. A don Luigi Ciotti piace, perciò, molto di più la tonaca di “parroco della strada”. Quella consegnatagli dal card. Pellegrino a Torino, quando lo ordinò sacerdote l’11/11 del 1972, indicandogli la missione: “La tua parrocchia sarà la strada”!
E da attento ricercatore “del volto di Dio nelle persone che si sbattono sulla strada”, don Ciotti ha aperto il ciclo di incontri di ECOTIUM (gli appuntamenti che il Distretto Culturale Daunia Vetus e la Diocesi di Lucera-Troia dedicano da tre anni ai temi dell’Economia dell’Ozio), parlando di “Responsabilità, Etica, Giustizia e Legalità”. Richiamando nella Cattedrale di Lucera una folla di attenzioni con gli occhi vispi ed entusiasti di una speranzosa gioventù e col sorriso dolce e sornione di una rassicurante maturità.
Una testimonianza di responsabilità, attraverso la quotidianità di pratica virtuosa di alcuni valori come la Libertà: “che è impegno costante, per la dignità che ci affida la vita”. O come la Democrazia: “ la cui spina dorsale diventa proprio quell’impegno responsabile, declinato col perseguimento della giustizia e della dignità”. Ma anche come la Legalità: “che è fine ultimo della Giustizia, nonché legame intrinseco tra la Responsabilità (ambito personale) e la stessa Giustizia, in particolare la Giustizia Sociale (ambito comunitario). Quindi, legame intrinseco tra l’io e noi”. Non a caso, il Documento del Vescovi del 1991 era eloquente già nel suo titolo: “Educare alla legalità”. Così com’era forte il richiamo alla “Responsabilità dell’Educazione”.
Don Ciotti, che durante la sua ampia ed appassionata relazione ha citato con emozione Primo Levi, Sant’Agostino e Paolo VI, ha sviluppato le sue riflessioni sulla “assenza dei diritti”, sulla “speranza”, e sulla “politica” (la più alta forma di carità, secondo Paolo VI) per sottolineare che : “Dio ci chiama a prendere le distanze da ciò che inquina la vita”, invitando pertanto ad “Accogliere, per Riconoscere e, quindi, Legittimare”.
Un esercizio facilitato dalla consapevolezza del valore della Diversità: “che è il sale della vita e della società”. Per cui, ha posto l’accento sulla responsabilità come: “Coraggio a guardarci dentro”. Concetto insufficiente se non completato, nel contesto comunitario, dalla “Corresponsabilità”, in quota parte, per ciascun cittadino e persona. Perché, in fondo, si resta: “uguali come cittadini, ma diversi come persone”.
Concludendo, dopo un toccante ricordo dell’azione intensa e coraggiosa di don Pino Puglisi, martire della responsabilità e della lotta alla mafia, con l’esortazione a coltivare e promuovere la cultura. In profondità. Per un sano e virtuoso “risveglio delle coscienze”.
Esortazione raccolta con emozione dall’uditorio, rapito dalla carica coinvolgente di don Luigi Ciotti, ed esaltata dal sigillo finale di Mons. Domenico Cornacchia che, stimolato dal “pulpito di siffatta testimonianza”, ha incitato tutti ad un’ulteriore forma di coraggio: “Osare la santità”.
Don Ciotti ha infine voluto rendere visita ai ragazzi-organizzatori di “Book Sharing”: l’iniziativa collaterale ad Ecotium, volta a promuovere lo scambio di libri tramite il prestito reciproco temporale. Apprezzandone e dimostrandosi interessato al principio ispiratore del seme gettato, per stimolare una sorta di embrione di senso della responsabilità. Attraverso il prendersi cura di qualcosa di un altro, a cui affidare qualcosa di proprio. In questo caso, la preziosità di un libro.
di Antonio V. Gelormini