Milano – Il C2C è e diventerà sempre più il mainstream marketing da presidiare. Questo quanto emerso oggi a IAB Forum durante il workshop “Scelte individuali e influenza sociale. Il ruolo dell’Influencer Marketing nei processi d’acquisto” a cura di Buzzoole, la piattaforma di Influencer Marketing in grado di connettere i brand ai giusti influencer della rete grazie all’utilizzo dei big-data.
Ripercorrendo la storia e l’evoluzione delle principali teorie della psicologia sociale – che vedono i comportamenti come variabili dipendenti da persone e ambiente (Kurt Lewin, 1951) passando per i concetti di distintività e appartenenza nei gruppi sociali (Social Identity Theory, Henri Tajfel), – Michele Costabile Direttore Centro di Ricerca X.ITE, Università LUISS Guido Carli e Gianluca Perrelli, Managing Director Buzzoole in Italia, hanno spiegato la diffusione dell’Influencer Marketing quale sua naturale evoluzione abilitata dalla tecnologia.
“I fenomeni di influenza sociale sono sempre esistiti e sempre hanno avuto estrema rilevanza, soprattutto nelle scelte d’acquisto di consumo. È tuttavia da circa una decina d’anni, con la diffusione di social network e social media, che sono tracciabili e misurabili – ha commentato Gianluca Perrelli, Managing director di Buzzoole – Questo ci permette oggi di parlare di influenza sociale data-driven, che è ciò che applichiamo quotidianamente con Buzzoole attraverso l’analisi semantica, l’utilizzo di open data, i sistemi di Image Recognition e gli Open Graph”.
Se oggi Google Trends annovera l’influencer marketing tra i fenomeni breakout, ovvero quelli che sono cresciuti di oltre il 5000% nell’ultimo anno, è perché in un mercato caratterizzato da una crescente offerta, i consumatori hanno sempre più bisogno di iniezioni di fiducia per finalizzare i propri comportamenti di acquisto, in molti casi rappresentata da recensioni, commenti e conversazioni. Fenomeni confermati dai dati scenario sul consumo digitale su scala globale:
- il 35% dei consumatori consulta blog e forum prima di effettuare i propri acquisti (fonte BCG);
- ogni giorno avvengono 3,4 miliardi di conversazioni su prodotti e marche (fonte Keller Fay Group);
- il 92% dei consumatori si lascia influenzare principalmente dalle raccomandazioni di amici e familiari (fonte Nielsen).
“Del resto con oltre 7 miliardi tra persone e oggetti connessi a fine 2016, che diventeranno 50 miliardi nel 2020 e, si stima, 1.000 miliardi nel 2030, circoleranno sempre più contenuti e sempre più velocemente – ha commentato Michele Costabile, Direttore Centro di Ricerca X.ITE, Università LUISS Guido Carli – E quindi il Consumer-to-Consumer è e diventerà sempre di più il mainstream marketing, da presidiare con rigore ed etica, pena la marginalizzazione del proprio brand. Non è un atteggiamento da “millenarismo” o apocalittici: basta vedere la velocità con cui le aziende nel top 500 di Fortune entrano ed escono di classifica nel volgere di pochi decenni”.
È necessario quindi studiare a fondo le reti di influenza e la dinamica di diffusione dei contenuti nelle diverse “cerchie” delle reti sociali e professionali che costituiscono i mercati di riferimento. Mercati che sempre più devono essere rappresentati su una scala intermedia fra l’anonimo “target” fatto di identikit (personas) e i singoli clienti iperprofilati del one-to-one marketing e rappresentare la realtà di mercato e sociale in cui ogni consumatore vive, con reti più o meno ampie interconnesse fra loro che veicolano influenza. A tal fine i modelli di analisi reticolari e le loro variabili strutturali diventano critiche per orientarsi nel marketing Consumer-to-Consumer.
“Grazie ai nostri algoritmi oggi siamo in grado di individuare e coinvolgere gli ‘influencer’ della rete più adatti a impattare sulle emozioni o i comportamenti di acquisto delle rispettive community – ha concluso Gianluca Perrelli – Collaboriamo con oltre 350 tra brand nazionali e internazionali, indipendentemente dalle industry di riferimento, ma siamo consapevoli di essere ancora alle origini di questi nuovi fenomeni e ci aspettiamo nuovi cambiamenti di scenario, già in atto con l’emergere, ad esempio, delle tecnologie predittive”.