Nel cervello politico e organizzativo della “cosa pubblica” continuano a mancare le donne. Mancano nei vertici apicali della politica, come sindaco, assessore consigliere, mancano negli apparati dirigenziali dell’amministrazione, di I e di II fascia. L’Osservatorio delle donne nella Pa, promosso da Futuro@femminile di Microsoft con ForumPa, ha presentato martedì 18 maggio alla ventunesima edizione del Forum della Pubblica amministrazione, il “Rating delle Pari opportunità” nelle Regioni, Province e Comuni capoluogo in Italia.
Questi, in sintesi, i dati che sono emersi dall’indagine che ha incrociato la percentuale media della componente femminile all’interno di Consigli, Giunte e apparati dirigenziali.
Nei Comuni capoluogo la media della presenza femminile incrociata, si attesta al 18,75% (un punto percentuale in meno rispetto all’indagine dell’Osservatorio delle donne nella Pa del 2008). La “maglia rosa” va al Comune di Forlì che raggiunge il 36,14%. Seguono, tra i primi cinque classificati, il Comune di Ravenna (35,23%), quello di Torino (33,23%), Genova (33,54%), Padova (33,33%). Si aggiudicano gli ultimi tre posti i classifica, in ordine decrescente, il Comune di Foggia con il 5,8% di presenza femminile, quello di Avellino con il 4,69% e il comune di Benevento, “maglia nera” con la percentuale del 2,9 di “pari opportunità”.
Quanto al dato generale, si riscontra il tradizionale gap geografico: ai vertici della classifica ci sono i Comuni, le Province e le Regioni del Nord, fanalini di coda le amministrazioni del Sud. Qualche eccezione: il Comune di Treviso si attesta al 103° posto, mentre quello di Palermo raggiunge la 19° posizione.
Nello specifico, in Italia, attualmente ricoprono il ruolo di sindaco solo 6 donne (erano 8 nel 2008), a presiedere i Consigli comunali ci sono invece 12 donne (erano 8 nel 2008). I 6 comuni capoluogo con sindaco donna, uno dei quali – Genova – è posizionato tra i primi 5, sono tutti al di sopra della media. Ugualmente ben posizionati i comuni con un presidente del consiglio donna, quasi tutti al di sopra del valore medio.
Nelle città metropolitane, la media delle “pari opportunità” oscilla tra il 20,98 e il 25% (nel 2008 era del 21,67%). In generale le città metropolitane hanno migliorato la loro posizione: Torino, Roma, Palermo e Napoli sono già al di sopra della media con, rispettivamente, il 33,77%, il 25,85%, il 25,71%, il 25,09%. Fanalini di coda rimangono Catania (14%) e Messina (13,40%).
In generale risulta inferiore la percentuale di donne assessori e consigliere, rispetto al numero delle dirigenti. Torino ad esempio, la prima in classifica, ha complessivamente un 18% di donne ai vertici politici, il 26% alla dirigenza apicale e il 42% nella II fascia.
Nelle Regioni si raggiunge nel 2010 la media del 29,07% (il 29,12% nel 2008). Tra le prime cinque in classifica il Lazio (33,73%); la Liguria (33,58%); il Piemonte (31,05%); l’Emilia Romagna (30,73%); la Valle d’Aosta (29,41%).
Nelle Province la media della componente femminile si attesta al 18,31%. In generale ci sono 18 province con Presidenti di Giunta o di Consiglio donne. Di questi ben 13 sono al di sopra della media: ben 5 province con Presidenti della Giunta donna sono tra le prime 7 posizioni. Nello specifico: prima in classifica con il 39,02% la provincia di Trieste, seguita da Pistoia (37,04%) e Reggio Emilia (36,67%). Ultime in classifica Agrigento (4,69%) e Avellino (3,92%).
“I dati in sé parlano da soli – il commento di Carlo Mochi Sismondi, Presidente di Forum della pubblica amministrazione, nel presentare la ricerca –, ma se li andiamo a esaminare in dettaglio scopriamo delle differenze: dovunque le donne possono entrare nella stanza dei bottoni tramite concorso, le cose vanno molto meglio e i numeri sono più accettabili. Quando è invece il capo, si prenda a esempio il sindaco, che in generale è uomo, che deve scegliere su base fiduciaria il top management, la cooptazione è quasi certa: gli uomini scelgono uomini”. Una questione quindi di cultura, ma anche di potere: chi ce l’ha, fa fatica a privarsene. “Il dato viene confermato per i Comuni dove il sindaco è donna, che si attestano infatti in buone posizioni nella classifica delle pari opportunità. Per questo le quote rosa – aggiunge Mochi Sismondi – possono essere, in un periodo di transizione, un’azione positiva utile. Abbiamo bisogno di fare uno sforzo culturale e formativo, anche questa edizione di ForumPa ha cercato di fare la sua parte con seminari, workshop e incontri dedicati alle pari opportunità e alle donne che nella Pubblica amministrazione sono interessare ad emergere e occupare posti di vertice”.
Roberta Cocco, responsabile di Futuro@lfemminile di Microsoft, spiega l’impegno della sua azienda: “Siamo convinti che la sinergia tra enti pubblici e aziende private sia d’importanza strategica per contribuire a ridurre il divario tra uomini e donne nel nostro Paese, a partire dalle istituzioni che lo governano a livello centrale e locale. L’Osservatorio nasce proprio da questa convinzione, ponendosi un duplice obiettivo: sostenere la crescita professionale delle donne nella Pa, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati come volano per valorizzarne il talento e stimolare la riflessione collettiva sulle pari opportunità, per favorire nuove politiche pubbliche che si ispirino alla cultura di genere.