Un male nascosto, silenzioso, troppo spesso ignorato. Eppure gli effetti possono essere tanto devastanti da paragonarli, secondo la medicina, a quelli delle patologie oncologiche. Si tratta delle malattie ai reni di cui ne soffre, spesso senza saperlo, il 10% della popolazione italiana.
La Società italiana di nefrologia, la Fondazione italiana rene, in collaborazione con la Croce rossa italiana e l’International society of nephrology, hanno promosso per giovedì 8 marzo la settima “Giornata Mondiale del Rene”, giornata in cui sarà possibile misurare gratuitamente la pressione arteriosa e fare l’esame delle urine nei centri nefrologici e nelle piazze delle maggiori città.
Negli scorsi decenni molto è stato fatto per assicurare un trattamento dialitico di qualità a tutti coloro che ne presentassero la necessità e per aumentare il numero di trapianti renali. Oltre a intensificare l’impegno per un ulteriore sviluppo di queste terapie, è necessario però promuovere un’energica campagna di prevenzione e diagnosi precoce delle nefropatie. E’ proprio questo l’obiettivo della Giornata Mondiale del Rene. L’evento, che si celebra annualmente in tutto il mondo nella seconda settimana di marzo, intende aumentare l’attenzione nei confronti del danno renale cronico e dell’importante patologia cardiovascolare a esso associata. Critica, infatti, è la compromissione cardiovascolare: la maggior parte dei nefropatici muore per un incidente cardiovascolare prima di arrivare alla dialisi. Morbilità e mortalità cardiovascolare e danno renale sono strettamente correlati. Questa relazione esiste indipendentemente dal fatto che l’evento iniziale sia renale o cardiaco. E’ anche da ricordare che alcune malattie, come l’ipertensione arteriosa e il diabete, possono dare inizio a entrambe le patologie. Chi ha una malattia renale deve quindi occuparsi anche del proprio cuore, e chi ha una cardiopatia o una vasculopatia è a rischio di nefropatia.
Sono 5 milioni gli italiani con i reni “in default”, che a causa di una ridotta funzionalità dell’organo-filtro rischiano complicanze cardiovascolari, dialisi e trapianto. Ma sono più del doppio, circa 13 milioni, i connazionali che soffrono anch’essi ammalati, facilmente in modo silenzioso,di malattie renali a vari livelli di gravità.