Lo scorso 9 febbraio la Commissione Europea ha pubblicato il “Chips Act”, il piano che metterà a disposizione 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati per incrementare la produzione di microchip nel Vecchio Continente passando dal 10% al 20% del mercato mondiale entro il 2030. L’obiettivo è quello di ridurre la dipendenza dall’Asia e ottenere un ruolo da protagonista nel settore dei semiconduttori. In Carinzia questa partita si gioca da tempo, infatti, il Land più meridionale dell’Austria, è considerato a tutti gli effetti uno degli hotspot europei dell’industria microelettronica, o meglio degli Electronic Based Systems (EBS), gli “eroi” nascosti dell’industria elettrica ed elettronica. Ed è proprio l’industria elettronica ad aver largamente contribuito alla ripresa economica della regione d’oltreconfine che, nel 2021, ha registrato un +5,8% di PIL rispetto all’anno precedente, dato ampiamente sopra la media nazionale (4,8%).
Sulla microelettronica si basa il futuro dell’industria e il suo sviluppo è indispensabile per la crescita economica e la competitività sui mercati internazionali. Fondamentale per l’automotive, le energie rinnovabili, il settore biomedicale e tutto ciò che riguarda la transizione 4.0, ma più banalmente anche per smartphone, elettrodomestici e altri oggetti di uso quotidiano, questo settore è sempre più strategico e sta attirando risorse e investimenti, oltre a generare opportunità professionali. Le EBS sono le tecnologie chiave alla base di tutte le applicazioni e le innovazioni all’avanguardia.
In Austria sono 188 le aziende che operano nel settore EBS producendo un fatturato annuo di 76,7 miliardi di euro e occupando 62.900 dipendenti. Aziende come Infineon, Intel, Flex, CISC Semiconductor o LAM Research hanno solide basi in Carinzia, insieme ad attori locali come Ortner Cleanroom Engineering, Augmensys, PMS Electrical and Automation Systems e Wild Hi-Precision. Le principali aree di studio relativamente agli EBS sono i sistemi embedded, l’elettronica di potenza, i materiali e la tecnologia dei sensori.
Queste imprese porgono grande attenzione alla ricerca e la Carinzia – grazie alla presenza di parchi tecnologici con strutture avanzate, università con corsi di laurea e formazione di alta qualità e istituti tecnici d’eccellenza – rappresenta un’attraente sede commerciale a livello internazionale.