\"\"L’Assessorato alla Salute della Giunta Regionale presieduta dal Governatore Vendola ha deciso che nell’ottica di riduzione della spesa sanitaria il presidio ospedaliero di Torremaggiore sarà riconvertito diventando un hospice . Il San Giacomo quindi sarà chiuso o meglio riconvertito ad HOSPICE (che significa centro residenziale di cure palliative) , quindi, una struttura sanitaria residenziale per malati terminali.
Questo è quanto si apprende dalla stampa e, a questo proposito, il Sindaco di Torremaggiore Vincenzo Ciancio ha immediatamente messo in atto una consultazione di tutte le forze politiche presenti sul territorio (perché LA SALUTE non ha e non può avere colore politico), volta anche ad arrivare ad una mobilitazione generale che coinvolga tutti gli attori cittadini e territoriali attenti e sensibili a questo problema.
“La colpa” dell’ ospedale è la troppa vicinanza agli Ospedali di San Severo e di San Giovanni Rotondo. Costi eccessivi per la sanità di Capitanata ,bisogna eliminare gli sprechi sostiene il Direttore Generale ASL Ruggiero Castrignanò ed ancora una volta sarà il “San Giacomo” a pagare le errate scelte manageriali di una classe politica che da quasi un decennio ritiene uno spreco i servizi sanitari per i cittadini.
Dal 2002 ad oggi il “San Giacomo”di Torremaggiore afferma il sindaco Vincenzo Ciancio, ha  già perso l’Unità Coronarica, Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Ginecologia e Pediatria senza che la classe politica intervenisse in maniera determinante per la tutela del territorio.
Il piano Fitto che ha chiuso in parte stabilimenti ospedalieri senza trasferire risorse nella medicina del territorio,non ha avuto ricadute positive per il nostro territorio soprattutto perché è cresciuta la mobilità esterna verso il Molise.
 
Prima di chiudere gli ospedali, replica il primo cittadino, si faccia un   accurato controllo su come sono spesi i soldi riducendo al massimo gli sprechi e razionalizzando gli investimenti.
Certamente i drastici tagli operati agli enti locali, rendono necessaria una razionalizzazione dei costi, ma non possiamo pensare di tagliare servizi fondamentali come quelli legati alla salute dei cittadini.
In alcuni casi la programmazione regionale attraverso  i Pal,( Piani attuativi locali) ha previsto la trasformazione di alcuni ospedali in strutture di riabilitazione e servizi territoriali – dice il sindaco Ciancio – e quindi è necessario partire, da una programmazione più condivisa con i territori e quindi anche con le amministrazioni  locali che in maniera più compiuta e concreta hanno conoscenza dei bisogni sanitari di un territorio.
In questo contesto assume rilevanza strategica la programmazione integrata, con il superamento di quella settoriale, per intercettare i nuovi e diversi bisogni che derivano dai mutamenti sociali, economici e culturali e per predisporre le risposte assistenziali. L’approccio integrato risponde alla complessità dei problemi di salute, a partire dall’analisi dei bisogni fino alle scelte di priorità di intervento. Il momento di programmazione rappresenta, in un’area come quella dell’integrazione sociosanitaria il momento fondamentale per la definizione delle scelte strategiche e delle priorità, in relazione ai bisogni presenti sul territorio.
 
 
Oggi l’integrazione territorio ospedale, continua Ciancio, ha bisogno di una nuovo scenario che mette al centro il cittadino e il suo bisogno di salute e di assistenza continua. In questo senso la continuità dell’assistenza costituisce una vera e propria riforma del sistema.
 La continuità dell’assistenza garantisce una reale presa in carico del cittadino. Essa non è né una riposta tecnica, né un livello essenziale di assistenza: è il grande cambiamento che deve realizzare l’assistenza sanitaria per rendere effettivo il diritto alla salute.

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