Saluto le autorità – civili, militari e religiose -, le Istituzioni e le Associazioni, ma il saluto più affettuoso va ai diciottenni qui presenti che abbiamo voluto come fulcro di questa 64^ festa della Repubblica con la consegna del testo della Costituzione della Repubblica Italiana.
. Questo gesto è simbolico e insieme concreto.
– Simbolico perché sottolinea ai ragazzi che si affacciano alla vita adulta che la Costituzione deve rappresentare il fondamento comunemente riconosciuto di ogni impegno sociale, civile e politico;
– Concreto perché i valori, i diritti di libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà… presenti nella costituzione sono solo in parte realtà. In parte sono “ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di un lavoro da compiere”. Come bene esprime Piero Calamandrei (membro dell’Assemblea Costituente)
“la costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà (…), la propria responsabilità”.
L’impegno, la volontà e la responsabilità per realizzare il bene comune di una nazione spettano principalmente a noi adulti che dobbiamo cercare di essere esempi credibili e coerenti per i giovani.
Le radici storiche della festa della Repubblica sono note e rimandano al 2 giugno 1946 giorno nel quale si tenne per gli italiani la prima consultazione popolare universale (per la prima volta votarono tutte le donne maggiorenni).
I nostri padri e madri furono chiamati a due importanti compiti che avrebbero segnato le generazioni successive:
1. pronunciarsi sulla forma istituzionale dello Stato: monarchia o repubblica;
2. eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente.
Voglio richiamare due scelte cruciali che la classe politica di quel tempo ebbe la lungimiranza di compiere in quel mese di giugno 1946:
– il giorno 21 giugno il primo governo De Gasperi, su proposta del ministro della giustizia Togliatti, aveva approvato un provvedimento di AMNISTIA per reati comuni, politici e militari compiuti da fascisti e da antifascisti;
– il giorno 28 giugno fu eletto il capo provvisorio dello Stato nella persona di ENRICO DE NICOLA politico del Sud di chiaro orientamento monarchico.
Non può sfuggire il chiaro significato di queste scelte. Intraprendere percorsi di pacificazione civile, di concordia e di unificazione nazionale. E’ su queste basi che sono state superate le difficoltà gravi del dopoguerra. E’ su queste basi che si è costruita la nostra democrazia.
E’ su queste basi che si fonda la nostra Costituzione.
Gli uomini che scrissero la Costituzione appartenevano a tradizioni culturali molto differenti (cattolici, comunisti, socialisti, liberali) ed avevano idee molto differenti tra loro, ma trovarono punti di accordo comuni superando le logiche di partito perché erano attenti a costruire IL BENE COMUNE più che agli interessi, pur legittimi, di una sola parte.
Come bene intesero tutte le correnti e le figure di spicco del Risorgimento, l\’Italia è chiamata a vivere come nazione e come Stato nell\’unità del suo territorio, della sua lingua, della sua storia. Se non si consolidasse questa unità, finiremmo ai margini del processo di globalizzazione – che vede emergere nuovi giganti nazionali in impetuosa crescita – e anche ai margini del processo di integrazione europeo.
Unita nella diversità” è il motto dell’Unione europea.
Il motto sta ad indicare che, attraverso l’Unione europea, gli europei operano unitamente per la pace e la prosperità e che le molte e diverse culture, tradizioni e lingue presenti in Europa costituiscono la ricchezza del continente.
Per contare in Europa e per contare nel mondo di oggi e di domani, la nostra unità nazionale resta punto di forza e leva essenziale.
Questa è la strada per far crescere di più e meglio tutto il nostro paese, in vista di obiettivi che mai come ora ci appaiono critici e vitali per garantire innanzitutto il diritto al lavoro e prospettive di futuro per le giovani generazioni.
"Il Paese – come dice il nostro Presidente Giorgio Napolitano – ha bisogno di una buona amministrazione e per riuscire in questo bisogna superare contrapposizioni e particolarismi vari e c’è bisogno di più coesione nel paese, dinanzi alla crisi e alle tensioni che
scuotono il mondo .
Per chiudere:
Costruiamo insieme un costume di rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, mettiamo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo che il nostro paese mostra di possedere.
Infine l’invito a tutti i nostri concittadini ad avere fiducia e ad affrontare il nuovo che ci aspetta “con animo solidale, fermo, fiducioso”.
Buona festa della Repubblica a tutte le donne, a tutti gli uomini e soprattutto ai giovani di Torremaggiore".
Vincenzo Ciancio