La maggior parte della sostanze organiche vegetali o animali possono produrre bioenergia. Nonostante sia principalmente utilizzata per la produzione del calore, la bioenergia può anche generare elettricità (gli impianti di cogenerazione per la produzione combinata di energia e calore raggiungono il maggior rendimento) o carburanti liquidi per il trasporto. Attualmente rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile in Europa fornendo un contributo essenziale all’obiettivo che l’UE si è data di raggiungere entro il 2020: almeno il 20% della quota complessiva da fonti rinnovabili sul consumo finale dell’energetico lordo della comunità.
La bioenergia sostituendosi ai combustibili da fonte fossile ridurrebbe le emissioni di gas a effetto serra, costituendo una sicurezza maggiore nell’approvvigionamento energetico per l’Europa con un evidente aumento e creazione di nuovi posti di lavoro “green”.
Questo tipo di energia si scontra con la necessità di garantire una produzione sostenibile. A tal fine è importante creare un clima di maggior fiducia tra gli utilizzatori finali: garantire una buona qualità e la regolarità degli approvvigionamenti nonché sensibilizzare maggiormente i responsabili dei processi decisionali.
Il programma dell’UE “Energia Intelligente”, in quest’ambito, ha sostenuto circa 58 progetti. L’invito a presentare proposte di quest’anno ha dedicato particolare attenzione al tema della sostenibilità.
I progetti hanno promosso la bioenergia prodotta da attività silvicole sostenibili, rifiuti, residui e altre materie prime a basso impatto ambientale.
I paesi dell’Europa centrale e orientale hanno grandi potenzialità in materia di bioenergia. Tuttavia, il mercato per questo tipo di energia è ancora scarsamente sviluppato. Il progetto Farmgas cerca di colmare questa lacuna attivando per i coltivatori di Polonia, Ungheria e Romania corsi di formazione sulla digestione anerobica e la produzione di biogas.
Espletare le procedure necessarie per l’ottenimento delle autorizzazioni e individuare un idoneo programma di finanziamento sono due principali difficoltà con cui deve confrontarsi chi intende avviare un impianto per la produzione di biogas, soprattutto nei nuovi Stati membri. Per questo il progetto Biogasln attiva corsi di formazione destinati agli agricoltori, aiutando gli enti regionali a migliorare le procedure amministrative e formando il personale delle istituzioni finanziarie per garantire una migliore valutazione dei nuovi impianti.
BioEnergy Farm mira a suscitare un maggiore interesse per le bioenergie tra gli agricoltori europei, nonché a creare 40 nuovi progetti in questo settore nelle aziende agricole dell’EU, per una produzione complessiva di 40 MW.
Nell’ambito del progetto Sweethanol, i partecipanti si sono impegnati a sviluppare la produzione di bioetanolo da sorgo zuccherino in Italia, Spagna , Grecia e Romania.
Un piccolo o medio impianto decentrato per la produzione di bioetanolo da sorgo zuccherino potrebbe produrre sino a 15.000 tonnellate di bioetanolo l’anno. Tuttavia per essere sostenibile i campi non dovrebbero distare più di 70 km.
Il progetto Biogas Regions mirava a sviluppare in sette paesi una filiera del biogas, in particolare attraverso 14 siti pilota e vari studi.
Il progetto BiomassTradeCenter contribuisce a sostenere i mercati regionali di cippato e legna da ardere, creando le infrastrutture e la logistica locale per un mercato europeo sostenibile delle biomasse legnose che garantendo forniture regolari e alta qualità di questo tipo di biomassa si incoraggeranno gli investitori del settore energetico ad abbandonare i combustibili fossili.
Cinque paesi hanno partecipato al progetto M.O.R.E. – metodi di valutazione per lo sviluppo e la creazione di un mercato dell’energia derivata dagli scarti di lavorazione dell’oliva. Nei paesi dell’Europa meridionale si calcola che gli scarti dei frantoi potrebbero generare 8 GW di energia termica.
Il progetto Forest mira a promuovere una maggiore integrazione della filiera della biomassa. Attualmente per sviluppare la filiera in Europa è necessario che gli utilizzatori finali abbiano fiducia nella totalità dei soggetti coinvolti, compresi i fornitori di carburante, gli installatori di impianti e i servizi di assistenza correlati quali manutenzione e supporto tecnico.
Speriamo che la nostra amata regione inizi a considerare di implementare questi progetti tramite un senso civico che rappresenti la nostra gente, i nostri giovani e la sostenibilità ambientale tanto acclamata e mai arrivata. In Puglia le fonti rinnovabili rappresentano “Speculazione”, questo non è giusto perché se i nostri amministratori hanno perso il senso delle cose o forse peggio non l’hanno mai avuto, noi pugliesi vogliamo che ci sia permesso di crescere in un ambiente sano, che tutela veramente il nostro territorio, cosa che ohimè in questo momento è impensabile.
Noi giovani crediamo che non sia permesso a nessuno di vivere solo su ciò che fu costruito dai nostri predecessori. Bisogna che noi creiamo, ed è proprio per queste ragioni che noi vogliamo crescere e creare, appunto perciò confidiamo nel buon senso della nostra assise regionale.
Orazio Buonamico