Che esista un problema sull’utilizzo dei fondi europei in Italia e in particolar modo al Sud non è un dato confutabile. Lungaggini burocratiche, beghe politiche, collusioni con le mafie, scarsa capacità progettuale, hanno portato il sud a sprecare molte delle risorse a disposizione, o non utilizzandole, o utilizzandole male.
L’idea di creare un’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale che aiuti a meglio svolgere questo ruolo di progettazione e gestione dei fondi può essere un dato positivo se gestito correttamente e, soprattutto, se si lascia comunque ai territori il discrimine su cosa investire e su cosa non investire.
L’Italia è un paese fortemente diverso e fortemente separato da differenze economiche, culturali, demografiche, infrastrutturali e di prospettiva di sviluppo. L’Italia non ha bisogno di una politica di sviluppo, ma di politiche di sviluppo, che concorrano si a un progetto comune di crescita nazionale, ma che tengano conto delle diverse posizioni di partenza e anche delle diverse prospettive e opportunità di sviluppo. Se parliamo di welfare per gli anziani, ad esempio, le regioni del nord hanno diversissime esigenze rispetto alla Campania regione che ancora ha una presenza di giovani molto elevata rispetto alla quota di anziani. Se non pensiamo in questo modo è difficile pensare a un agenzia per la coesione che veramente tenga coeso questo Paese.
Altra considerazione altrettanto importante è quella relativa agli uomini e le donne che ne faranno parte. Credo sia fondamentale che la sua composizione debba tenere conto non solo dell’aspetto tecnocratico, ma anche dell’aspetto geografico e di attenzione che i singoli hanno verso le terre per cui lavoreranno. Gli uomini e le donne che comporranno l’Agenzia non dovranno essere dei burocrati, ma degli esperti innamorati della propria terra in un’ottica di coesione territoriale. La Coesione non si ottiene con l’applicazione di norme e basta, ma si ottiene comprendendo che alcuni territori hanno bisogno di alcune cose, altri di altre.
Insomma non si potrà accettare una Agenzia per la Coesione che non veda protagonisti anche uomini e donne del sud, innamorati della loro terra. Se così non sarà, se non ci saranno anche uomini e donne del sud scelti per il loro attaccamento a questa terra e non per la loro tessera politica o per il loro grado di obbedienza al Capo, allora vorrà dire che, ancora una volta, si sarà scelto un giocattolo per sottrarre sovranità a un territorio e centralizzarlo a favore di imprese e poteri che da sempre fanno l’interesse di altre parti del Paese.
Se coesione sarà si vedrà, non bastano solo gli annunci o i nomi per rendere effettivo un pensiero.
Intanto buon lavoro. Il nostro invito ai politici del sud che oggi annunciano con entusiasmo questa iniziativa del Governo è di vigilare e di non accontentarsi della sola forma delle cose, ma della sostanza.
Michele Dell’Edera