Ogni giorno ciascuno di noi rincorre in qualche modo i dati di questo virus che sta falcidiando il mondo e anche il nostro Paese.
Quando agli inizi di marzo i “morsi” del Coronavirus si sono cominciati a sentire, l’Italia e le singole regioni si sono trovate:
Sanità
- Senza strutture sanitarie distribuite in modo capillare sul territorio
- Senza ospedali di comunità
- In alcuni casi con una sanità “troppo” privata e poco preparata alle emergenze di massa
- Senza un numero lontanamente sufficiente di terapie intensive.
Trasporti
Senza i trasporti necessari agli spostamenti dei pendolari (lavoratori, studenti, ecc.) che sono immediatamente risultati:
- Assolutamente insufficienti per applicare il distanziamento sociale
- Essere luogo di possibili focolai dell’epidemia o fonte di assembramento non applicando le misure di distanziamento
- Bus e treni in numero insufficiente
- Servizi scarsi, aumento dell’utilizzo dei mezzi privati, congestionamento del traffico
Scuola
La scuola da anni e molto, molto lentamente stava provando a innovarsi, a innovare e ad aggiornare il corpo docente, ma lo faceva tra mille resistenze.
Per cui:
- Didattica a Distanza difficilissima
- Corpo docente in grande difficoltà nell’affrontare la nuova sfida
- Edifici scolastici completamente da ripensare
- Dirigenti con mille gatte da pelare
- Input contraddittori dalle varie Istituzioni e caos
Possiamo dire che proprio in questo tempo la Scuola ha bruciato le tappe e anche la didattica a distanza è partita. Forse bisognerebbe far passare l’idea che non si può passare tout court da quello che si fa in presenza direttamente al digitale e che anche anche le tecniche di comunicazione e relazione vadano giocate in altra maniera. Ma questo è un altro discorso.
Le imprese
E’ difficile fare un discorso generale e completo sulle imprese perché ogni settore d’attività ha potuto o non ha potuto rispondere alla pandemia in modo diverso.
Le imprese hanno dovuto:
- Affrontare il lockdown
- Passare allo smartworking
- Organizzarsi per poter vendere prodotti o fornire servizi on line utilizzando l’e-commerce, anche quello di vicinato ove necessario. Molte di queste non erano pronte, molte altre ancora oggi non riescono a capire che anche l’azienda del futuro sarà un misto tra ciò che succede realmente nei propri uffici e nei propri store e ciò che succede on line.
Allora, se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa bisognerà rivolgere l’attenzione a questi settori e i fondi provenienti dall’Europa riservarli il più possibile al superamento dei gap sopra citati.
Sanità:
- Mai più investimenti o disinvestimenti sanitari legati al costo, ma forte attenzione al fatto che la salute è un diritto sancito dalla nostra Costituzione.
- Una sanità territoriale e per tutti, con più ospedali di comunità distribuiti sul territorio e miglioramento dei grandi ospedali provinciali (grandi città) in grado di intervenire e servire servizi di alta specialità
- Spazio a giovani medici e infermieri
- Potenziamento delle scuole di specializzazione e dell’utilizzo dei specializzandi in corsia
- Politiche sanitarie nazionali in caso di pandemia o rischio pandemico nazionale e internazionale
Trasporti:
- Potenziamento del numero di bus cittadini riservati a studenti e lavoratori
- Potenziamento del numero dei treni per pendolari
- Capillarizzazione del servizio di trasporto pubblico
- Ammodernamento del parco viaggiante
Scuola:
- Sistemazione degli spazi scolastici rendendo le aule a disposizione meno anguste
- Potenziamento del servizio di pulizia ed igienizzazione scolastica
- Introduzione di sistemi consolidati di mix tra didattica in presenza e a distanza con utilizzo sistematico di nuovi strumenti digitali anche in presenza.
- Formazione sulle dinamiche della comunicazione e della formazizone digitale al personale docente per non cadere nella tentazione di trasferire le modalità della didattica in presenza e face to face nella modalità DAD.
Imprese:
- Fornire alle imprese e ai lavoratori che hanno patito il lockdown o le chiusure parziali strumenti e ristori congrui a una vita e a una sostenibilità dell’impresa anche per il futuro.
- Quale potrà essere il fall out di questa crisi negli anni futuri e quali rimedi e sostegni ad economia e lavoratori dovranno essere messi in campo. In pratica sicuramente ci troveremo anche di fronte ad imprese e lavoratori che magari non hanno subito conseguenze particolari durante questa crisi,ma che potrebbero patire gravi conseguenze nei mesi successivi per una caduta o per la crisi della loro filiera o della domanda ad essa collegata.
- Favorire gli investimenti nel digitale e nell’e-commerce con il sostegno a progetti concreti e realizzabili anche da piccole realtà.
Questa pandemia credo ci abbia insegnato una cosa: C’è bisogno di Stato e i diritti fondamentali vanno garantiti costi quel che costi.
Michele Dell’Edera
Direttore di Zeroventiquattro.it