L’avvicinarsi del 25 settembre ci porta per forza di cose verso l’ennesimo spartiacque che la politica italiana negli ultimi anni non è mai stata in grado di rappresentare perché, alla fine, dopo il risultato delle urne si è sempre finiti in pseudo governi di unità nazionale, salvezza nazionale, dei migliori, di chi più ne ha più ne metta.
Quest’anno le previsioni dicono Centro destra e comunque tutti i contendenti dicono: “mai governo diverso dal verdetto delle urne”.
Questo porta molti cittadini a pensare al non voto che pare, sempre secondo le previsioni, si attesti intorno al 42% (indecisi).
Se c’è però una cosa che puntualmente si verifica tutti i santi anni in cui si vota per le politiche, è uno scippo elettorale al Sud che, nel caso di queste elezioni, è divenuto catastrofico:
- meno collegi elettorali al sud a prescindere dalla quantità di popolazione residente.
- maggior numero di catapultati delle regioni del nord nei collegi uninominali del sud e nelle liste bloccate del sud.
Questa scelta porta a una tempesta perfetta che garantirà al Sud una sola cosa: meno rappresentanti al Parlamento, meno peso specifico del territorio.
Ora, in un immaginario collettivo dove si descrive un nord locomotiva e un sud zavorra, quale potrà essere il risultato?
Meno investimenti al sud, politiche poco attente (se non discriminatorie) nei confronti di una parte del Paese che è tutt’altro che zavorra.
Qui non mi riferisco a uno schieramento in particolare, ma certamente posso dire che i due maggiori schieramenti sono favorevoli alla cosiddetta “Autonomia Differenziata”.
Pensateci bene. Se la parola “autonomia” può evocare un qualcosa di positivo, “differenziata” indica con chiarezza è che lo stato italiano non sarà più uno e indivisibile, ma “differenziato”. Ci sarà cioè chi sarà più italiano degli altri…
La politica, o meglio l’impianto politico elettorale così com’è non può che creare differenze. Altro che superamento del GAP! Chiacchiere!
Ecco perché la realtà dei fatti è che c’è in corso un: ATTACCO AL SUD (e a tutti coloro in deficit di rappresentanza).