Battuta d’arresto per il crowdinvesting? Secondo il IX Report italiano sul Crowdinvesting, realizzato dall’omonimo osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, il mercato è in sofferenza (-5,3% rispetto ai 12 mesi precedenti) ed il crollo maggiore lo registra la parte equity (-25,5%), mentre si salvano i minibond (+34,5%) che però rappresentano una piccola parte di questo mercato.

 

Ma nonostante questa situazione di decrescita a livello generale, Ener2Crowd.com, la piattaforma ed app numero uno in Italia per gli investimenti green, registra invece una crescita su base annua. Nel report della School of Management del PoliMi, alla data del 30 giugno 2024, Ener2Crowd si colloca infatti al quinto posto per ammontare dei prestiti erogati nell’ambito del business.

 

«L’obbligo di adeguamento delle piattaforme di equity e lending crowdfunding al nuovo Regolamento Europeo 1503 ha penalizzato il mercato, ma ha anche fatto in modo che rimanessero i migliori» commenta Giorgio Mottironi, CSO e co-fondatore della società benefit Ener2CrowdChief Analyst del GreenVestingForum, il forum della finanza alternativa verde, nonché Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs dell’Organizzazione Mondiale per le Relazioni Internazionali (WOIR).

 

Certo è che il numero complessivo delle piattaforme autorizzate è crollato: a giugno 2024 ne risultavano meno della metà rispetto a quelle dell’anno precedente (33 contro 75).

 

«Quello italiano rimane comunque il secondo numero più alto in Europa, dopo la Francia che di piattaforme autorizzate ne ha 56 e prima della Spagna che ne conta 23» sottolinea Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore della piattaforma numero uno in Italia.

 

Il segmento in cui opera Ener2Crowd, quello degli investimenti sostenibili o ESG centered, risulta inoltre —dall’analisi di dati— quello più sicuro, caratterizzato da appena l’1,73% di tasso di default medio. Ma più nello specifico per Ener2Crowd si arriva a zero default, con un 99,1% di puntualità dei pagamenti (appena lo 0,9% delle rate di finanziamento pagate con un ritardo massimo di 9 giorni).

 

Il trend, alla fine, si prospetta positivo: con meno operatori ma destinato a crescere, perché in grado di soddisfare maggiormente le aspettative dei risparmiatori. Ci si aspetterebbe di raddoppiare i volumi entro il 2025.

 

In termini assoluti il mercato del crowdinvesting (equity, lending, minibond) è passato dai 344 milioni di euro dello scorso anno (luglio 2022-giugno 2023) a 302,4 milioni di euro di quest’anno (luglio 2023-giugno 2024).

 

«La contrazione è quindi addirittura maggiore (-12%) rispetto a quella indicata nel report del PoliMi che segnala una decrescita del 5%, probabilmente perché i ricercatori hanno escluso dal conteggio le piattaforme che hanno cambiato la base dei propri investitori» puntualizza Giorgio Mottironi.

 

Il principale fattore che ha contribuito a tali allarmanti risultati è rappresentato dall’adeguamento normativo di mercato che ha causato: da una parte il blocco delle attività negli ultimi mesi del 2023 (con una lenta ripartenza ad inizio 2024) dovuto all’introduzione di nuove procedure in materia di trasparenza, comunicazione e gestione del rischio; e dall’altra, come conseguenza dei costi di adeguamento legati alle procedure stesse ed alla dimensione d’impresa necessaria per rispondere alle nuove responsabilità, la riduzione significativa del numero di operatori che sono passati da 48 a 18 per l’equity crowdfunding e da 27 a 15 per il lending crowdfunding.

 

In tale turbolento contesto un po’ ha retto il segmento immobiliare (+7,2%). «Ma la crescita legata al solo segmento immobiliare potrebbe riservare brutte sorprese legate alle dinamiche di quel mercato stesso, tipicamente speculativo ed ormai da anni in andamento “orso”, con il rischio che i tassi di interesse offerti siano solo un elemento di attrattiva che in realtà nasconde una redistribuzione del rischio piuttosto che della ricchezza» commentano gli analisti di Ener2Crowd, che è stata tra le prime piattaforme ad essere autorizzate e che ancora oggi è tra le 6 uniche a poter erogare entrambi i servizi di equity e lending crowdinvesting.

 

Analizzando i dati del Politecnico di Milano, gli analisti di Ener2Crowd osservano inoltre che la contrazione principale del mercato si è verificata nel settore dell’equity crowdinvesting (-26%) con un volume totale raggiunto pari a 107 milioni di euro; mentre il lending crowdinvesting registra una contrazione del 7%, imputabile precipuamente alla “morte” del settore consumer, che è passato nelle mani di operatori istituzionali o ha cessato la propria attività per questioni di tassi di default.

 

Nel lending, l’85% dei 170 milioni di investimenti ha tuttavia riguardato il settore immobiliare, in cui però stanno aumentando significativamente i tassi di default: gli operatori ufficialmente parlano di default dell’8% ma da ciò che si può leggere sui gruppi online e sui forum, la reale percentuale potrebbe attestarsi intorno al 30% di default.

 

Il rimanente 15% delle risorse finanziare raccolte nel segmento lending, pari a circa 24 milioni di euro, sono invece state destinate alle imprese (settore business), impiegate nel 50% dei casi in progetti ad impatto o ESG.

 

«La finanza alternativa sostenibile è l’unica a resistere ed anzi a crescere al di fuori dell’immobiliare, con il vantaggio di avere un tasso di default medio ufficiale dell’1,73%, ossia ogni 100 euro investiti se ne perdono 1,73, su un portafoglio dal rendimento medio storico pari a circa l’8%, che nel 2024 è arrivato a posizionarsi stabilmente intorno al 10%» evidenziano gli analisti di Ener2Crowd.

 

Nel settore immobiliare, per fare un paragone, la media di default dichiarata è invece dell’8%: ogni 100 euro investiti se ne perdono 8, ma è probabile che la realtà sfiori i 30 euro non-performing su 100 euro investiti, seppure con tassi medi offerti stabilmente sopra il 10%.

 

Al di fuori del segmento immobiliare, ambito in cui gli ideatori della piattaforma non hanno mai creduto, Ener2Crowd rappresenta oggi circa il 50% degli investimenti digitali riservati agli investitori retail o crowd. Su base annua la sua crescita è del 18% nel lending, raggiungendo i 10,6 milioni di euro, a cui si deve aggiungere qualche altro punto percentuale considerando anche le campagne di equity.