Sul mercato delle soluzioni immobiliari da destinare ad attività commerciali si registra una migliore tenuta per le soluzioni situate in “vie di passaggio” rispetto a quelle situate in “vie non di passaggio”. I prezzi delle soluzioni posizionate in “vie di passaggio” sono diminuiti del 2,8%, quelli delle tipologie in “vie non di passaggio” del 3%. Anche i canoni di locazione registrano una diminuzione: -4,6% per le soluzioni in “vie di passaggio” e -2,6% per quelle posizionate in “vie non di passaggio”.
MILANO
Nonostante un rallentamento della domanda a seguito dell’introduzione dell’IMU e difficoltà legate all’introduzione dell’Area C, sul fronte degli immobili da destinare ad uso commerciale si registra una maggiore richiesta a scopo di investimento da parte di piccoli investitori. I valori sono in diminuzione e si attestano tra il -3,1% dei valori delle compravendite al -2,1% delle locazioni, entrambi su “vie di passaggio”; si è registrata una forte diminuzione per quanto concerne i canoni di affitto dei negozi posizionati su “vie non di passaggio”, a fronte di un -5,3% delle quotazioni.
Chi investe, mette a reddito 150-250 mila euro per negozi di 50-100 mq, possibilmente con due vetrine e ubicati in zone semicentrali, che garantiscono un rendimento lordo annuo intorno al 7%. Completamente diverso il mercato dei negozi nella zona centrale, dove gli investimenti possono raggiungere, e in taluni casi superare, il milione di euro. Le quotazioni in centro possono oscillare tra 10 e 12 mila euro al mq e spesso chi detiene una proprietà immobiliare preferisce cercare un conduttore e quindi riceverne un reddito, piuttosto che cercare un acquirente.
Sul versante degli affitti, nelle zone centrali servono almeno 1000 euro al mq annuo. In diminuzione i canoni nella zona di via Torino, che sono scesi a 600-700 euro al mq annuo. Più contenuti i prezzi per i negozi posizionati in “vie di passaggio” nell’area della Cerchia dei Navigli, dove per l’acquisto di un negozio si possono spendere 6000 euro al mq e 450 euro al mq annuo per l’affitto. La richiesta è per aperture di negozi in franchising che compravendono oro o pizzerie d’asporto. In zona Brera si registra una prevalenza di richieste per l’avviamento di attività di ristorazione e somministrazione, ma si segnalano anche sporadiche aperture di negozi di abbigliamento.
TORINO
I negozi hanno fatto registrare un andamento al ribasso, con tempi di trattativa di 3-4 mesi. Le vendite si sono attestate intorno al -6,1%; per quanto riguarda gli affitti, le tipologie posizionate su “vie di passaggio” hanno segnalato un ribasso dell’8,7%, mentre le “vie non di passaggio” hanno sofferto maggiormente, cedendo il 10,5%.
La maggior parte delle trattative si è focalizzata sulle locazioni, in parte perché la crisi ha ridotto la disponibilità di spesa per acquistare, in parte perché molti imprenditori preferiscono attendere che la propria attività sia ben avviata, in modo da avere sufficiente liquidità per acquistare il negozio.
Tra gli investitori si segnalano sia società sia privati, tra cui anche diverse famiglie che preferiscono investire parte dei propri risparmi in locali commerciali, ottenendo un rendimento lordo più alto rispetto alle soluzioni prettamente residenziali (mediamente 8-8,5%, con punte massime del 10%). Tra i clienti si segnalano molti stranieri, che avviano piccole attività di somministrazione o di vendita di prodotti etnici. I negozi più richiesti sono quelli di 50-60 mq, dotati di due punti luce e situati su “vie di passaggio”, ma le “vie non di passaggio” denotano diverse richieste da parte di imprenditori che vogliono avviare attività di somministrazione.
Le attività che resistono in questo momento sono quelle di alimentari e quelle in franchising, ma si segnalano aperture di nuovi locali caratteristici. Al contrario, gli esercizi commerciali che stanno incontrando notevoli difficoltà sono quelli legati all’abbigliamento, che spesso chiudono perché subiscono la concorrenza dei grandi centri commerciali. I negozi situati su vie non di passaggio soffrono a causa della minore visibilità, lasciando il posto ad uffici, prevalentemente utilizzati da società di assicurazione e studi professionali (commercialisti, notai, avvocati), ma anche da centri medici e dentistici che hanno deciso di aprire un locale a livello strada.
Le zone più commerciali si trovano in centro, soprattutto in via Roma e via Lagrange, quest’ultima molto rivalutata dalla sua quasi totale pedonalizzazione. Si può acquistare un locale ad un cifra compresa tra 7 e 12 mila euro al mq. Tra le principali strade di passaggio si segnalano via Madama Cristina, via De Gasperi (in zona Crocetta), via Dante di Nanni (in zona Cenisio) e via Tripoli. Il canone di affitto si attesta mediamente a 240 euro al mq annuo, mentre le quotazioni di un buon usato sono comprese tra 2000 e 3000 euro al mq.
Attualmente si segnalano interventi nell’area “Spina di Torino”, compresa tra Porta Susa e Barriera di Milano, che prevede l’interramento dei binari ferroviari e la riqualificazione di tutta l’area.
VERONA
Anche a Verona i negozi hanno risentito della situazione in cui versa il mercato immobiliare: per compravendere un negozio su una via di passaggio servono poco meno di 2200 euro al mq (con un ribasso del 3,5%), mentre su una via interna la spesa si attesta mediamente a 1740 euro al mq (-2%). Le richieste si sono rivolte quasi totalmente agli affitti, in particolare su negozi ubicati in vie di passaggio, nonostante abbiano perso il 6% del proprio valore: per tali tipologie, la spesa media si attesta a 150 euro al mq annuo. Da segnalare che i canoni di affitto delle tipologie su vie non di passaggio si sono deprezzati del 4%, per un costo medio di 110 euro al mq annuo. Nei paesi della provincia scaligera l’andamento è stato più omogeneo per quanto riguarda le quotazioni, con valori al ribasso di poco più del 5,5%; le locazioni di negozi su vie di passaggio sono diminuite del 4,6%, comunque meglio rispetto alle vie non di passaggio (-9,2%). La difficoltà di accesso al credito ha influito maggiormente, determinando vendite di immobili per necessità di rifinanziamento o perché le rate di leasing risultavano difficilmente sostenibili.
Ad investire sui negozi sono quasi sempre piccoli risparmiatori che, potendo disporre di liquidità precedentemente accumulata o ereditata, mettono a reddito 100-150 mila euro (con punte di 300 mila euro) per locali di 50-60 mq (fino ad un massimo di 100 mq) situati su vie di passaggio, da cui si possa ricavare un rendimento lordo del 6-7% annuo (preferibilmente 8%). Non mancano gli investimenti da parte delle divisioni immobiliari delle grandi società, che possono disporre di cifre anche superiori al milione di euro, da impiegare su locali di grandi dimensioni (tra 100 e 300 mq).
Le attività più gettonate sono quelle di vendita di abbigliamento e calzature oppure di somministrazione, come ad esempio gelaterie e pizzerie. Gli esercizi commerciali che attualmente stanno incontrando delle difficoltà sono quelli legati all’edilizia e al suo indotto, nonché quelle di vendita diretta, spesso condizionate dalla concorrenza dei grandi centri commerciali. Al contrario, tabaccherie e panifici sono tra le attività che reggono meglio il mercato; da segnalare anche quelle ad alto valore aggiunto, che sono floride sul mercato perché possono produrre brevetti industriali. Sulle vie non di passaggio molti negozi hanno chiuso, lasciando il posto ad uffici, richiesti da professionisti, cooperative e da tutti coloro che sono impegnati nel settore dei servizi.
Le aree più commerciali di Verona sono via Mantovana nel quartiere Santa Lucia e via Centro nella zona di Borgo Roma. Un negozio è messo in vendita a 2400 euro al mq, ma le trattative spesso si concludono a 2200 euro al mq; allo stesso modo, vengono chiesti 15 euro al mq annuo, ma poi si affitta a 12 euro al mq annuo. Uscendo dalla città, si passa da 6000 euro al mq in media delle vie di passaggio di Bardolino e Lazise, a 2900 euro al mq di Affi per arrivare fino a 2100-2300 euro al mq di Negrar, Pastrengo e Sant’Ambrogio di Valpolicella. Differenze importanti si registrano anche sui canoni di locazione sulle vie di passaggio dei diversi paesi: 360 euro al mq annuo in media a Bardolino, 230 euro ad Affi, 180 euro a Negrar, 160 euro a Sant’Ambrogio di Valpolicella e 115 euro a Pastrengo.
ROMA
Il mercato dei negozi è molto attivo nel II-IV Municipio e denota un andamento positivo; nonostante la stabilità registratasi durante il secondo semestre del 2011, nei primi mesi del 2012 si assiste ad un calo dei prezzi e dei canoni di locazione soprattutto nell’area a sud della Capitale.
Gran parte degli acquisti viene effettuata per investimento, ad opera sia di privati che di società. Se entrambi puntano a rendimenti nell’ordine del 7-8%, i primi possono disporre mediamente di 200-300 mila euro, mentre le società sono in grado di impiegare cifre molto superiori. Le caratteristiche richieste dipendono dal tipo di attività che si intende avviare, ma generalmente vengono preferiti locali di 40-50 mq, dotati di almeno un punto luce e situati su una via di passaggio
Gli impieghi più redditizi sono quelli di somministrazione, ma negli ultimi tempi si registra anche l’apertura di alcuni centri di scommesse, di compravendita di oro e l’avvio di attività di manodopera da parte di piccoli imprenditori cinesi. Da segnalare che nelle vie non di passaggio vi sono state numerose chiusure di negozi, alcuni dei quali vengono trasformati in studi dentistici.
Una delle strade più commerciali è via Ugo Ojetti, in zona Bufalotta, ma da circa 5 anni sta soffrendo a causa dell’apertura del nuovo centro commerciale nei pressi dell’omonimo svincolo del G.R.A. Nella zona di Monte Sacro si segnala via Conca d’Oro che, al pari di via Ojetti, sta incontrando alcune difficoltà. In queste aree si registrano chiusure di attività storiche (legate prevalentemente all’edilizia), nonché riposizionamenti e accorpamenti di alcune banche.
Mediamente, un negozio situato in una via di passaggio si compravende a 5500-6500 euro al mq e si affitta a 500-600 euro al mq annuo, mentre nelle strade non di passaggio adiacenti alle vie principali la quotazione della stessa tipologia scende a 3000 euro al mq, per abbassarsi ulteriormente a 1500-2000 euro al mq nelle vie più interne. In particolare, nell’area di via Conca d’Oro il valore di un negozio ammonta a 6500 euro al mq, in via Ugo Ojetti sale fino a 7000-8000 euro al mq, mentre le quotazioni più alte si registrano in viale Libia, dove si toccano punte di 7500-8000 euro al mq. Nell’area centrale di Ostia le aree di passaggio e più commerciali sono via delle Baleniere, via Vasco de Gama e corso Duca di Genova, dove si concentrano negozi di vario genere (ad esempio abbigliamento, calzature, sportivi e bar). Qui un negozio è venduto a 4500 euro al mq in una via di passaggio, per scendere a 2300 euro al mq in una via non di passaggio. Prezzi inferiori si registrano ad Acilia-Dragona, dove con 3500 euro al mq si compra su una via di passaggio (3000 euro al mq a Casalpalocco), mentre ne servono 1000 euro al mq per acquistare su una via non di passaggio (a Casalpalocco ne servono500 in più).
Per quanto riguarda gli affitti, il canone di locazione di un negozio situato in una via non di passaggio è compreso tra 120 euro al mq annuo (ad Acilia-Dragona, Casalpalocco e Fiumicino) e 240 euro al mq annuo (ad Ostia), mentre su una via di passaggio ne servono 360 ad Acilia-Dragona e Casalpalocco, 280 a Fiumicino e 480 ad Ostia.
Nei pressi della Circonvallazione Salaria, in una zona più vicina al centro di Roma, i lavori di realizzazione della metropolitana hanno rallentato il mercato di viale Libia e via Somalia, ma l’apertura entro l’anno della stazione dovrebbe ridare slancio a quest’area.
PALERMO
Nella seconda parte dell’anno i negozi hanno subito un andamento contrastante, con un calo dell’11,9% dei valori per quelli ubicati su vie di passaggio, mentre rimangono stabili quelli posizionati sulle vie non di passaggio. Questo trend è dovuto sia all’elevata tassazione vigente (soprattutto in caso di immobile lasciato vuoto), sia alla presenza dei lavori di realizzazione della nuova metropolitana e del nuovo sistema tranviario, che limitano l’afflusso di clienti; infine, si registrano dismissioni per recuperare la liquidità investita negli anni precedenti.
Chi ha ricercato un negozio (soprattutto in affitto) è tipicamente un imprenditore che desidera una soluzione più grande oppure si sposta in un’altra zona della città. In centro gli stranieri (indiani, cinesi e africani) sono molto numerosi e si dividono tra attività di somministrazione/ristorazione e botteghe. Sono state preferite le soluzioni di taglio superiore a 50 mq, dotate di almeno due punti luce e ubicate su vie di passaggio, che siano facilmente raggiungibili e con vetustà media. La maggior parte degli investimenti proviene da imprenditori privati, che mettono a reddito 100-200 mila euro con la prospettiva di ottenere un rendimento lordo almeno del 7%. Negli ultimi mesi si è osservato un aumento delle richieste di ampi locali per attività di tipo medico-diagnostico o di enti pubblici e privati (Confcommercio ed Equitalia su tutti), preferibilmente ubicati in aree facilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto.
I negozi di abbigliamento stanno incontrando notevoli difficoltà a causa della pressione competitiva esercitata dai grandi centri commerciali che hanno aperto nella periferia della città. Pertanto, si assiste al loro spostamento nei suddetti centri commerciali (in particolare degli esercizi in franchising), ma nelle zone centrali stanno resistendo le attività di ristorazione e i grandi marchi di abbigliamento (spesso d’elite). Di conseguenza, le locazioni hanno subito una forte contrazione sugli immobili piccoli, spesso vuoti; al contrario, le grandi unità immobiliari delle zone centrali (via Roma, via R. Settimo, via Liberà) presentano valori elevati e sostenute da attività di livello. Sulle vie non di passaggio si trovano diversi negozi già riconvertiti in uffici o abitazioni.
Tra le zone più commerciali si segnala corso Calatafimi, dove le quotazioni di un buon usato si attestano tra 3000 e 3200 euro al mq, mentre il canone di locazione ammonta a circa 2500 euro al mese per una tipologia di circa 80 mq. In via Leonardo da Vinci sono presenti diversi bar e ristoranti, ma anche uffici di società telefoniche: per un buon usato si spendono circa 3500 euro al mq, il canone di affitto si attesta a circa 3000 euro al mese. Corso Finocchiaro Aprile ospita anche alberghi ricavati da palazzine residenziali, valutati 2500 euro al mq.
In tutto il capoluogo siciliano si prevede un miglioramento dopo che saranno terminati i suddetti lavori, grazie al migliore collegamento tra la periferia e il centro della città.
CAGLIARI
La domanda di negozi è sempre consistente ma, nonostante le quotazioni siano scese (-1,6% su vie non di passaggio, -3,1 su vie di passaggio), si preferiscono comunque le tipologie in locazione (-6,2% e -4,5%), in parte perché i mutui vengono erogati con difficoltà, ma anche perché l’IMU comporterà una spesa superiore. La maggior parte dei clienti è di origine italiana, ma non mancano i cinesi che, molto attenti al prezzo che infatti cercano di condurre le trattative al ribasso. Sono molto apprezzate le soluzioni di 100 mq, ubicate su vie di passaggio, in cui verranno avviate soprattutto attività di somministrazione e vendita al dettaglio. Sulle vie non di passaggio, invece, i negozi sono stati convertiti in abitazioni oppure in uffici, questi ultimi richiesti soprattutto dagli studi professionali.
Nelle zone centrali e semicentrali di Cagliari, tra cui via Garibaldi, via Dante, via Mannu, via Sonnino, via Roma, via Alghero e Corso Vittorio Emanuele II, sono presenti negozi di metratura varia (da30 a150 mq): un buon usato si compravende a circa 2000 euro al mq e si affitta a 120-180 euro al mq annuo.
Da segnalare che l’area esterna alla Strada Statale Cagliaritana è in forte sviluppo: poiché è in progetto la realizzazione di nuove abitazioni, è possibile che sorgeranno nuovi negozi nelle aree limitrofe.
UFFICI
Anche sul mercato degli immobili da destinare al terziario si registrano prezzi e canoni al ribasso. Sul versante dei prezzi la diminuzione è stata del 3% per le tipologie usate, mentre il nuovo è rimasto stabile. I canoni di affitto registrano -4,7% per le soluzioni usate e -4,5% per quelle nuove.
MILANO
Sul mercato degli uffici si registra un’offerta cospicua di immobili in locazione, ma l’introduzione dell’Area C ha penalizzato in parte il mercato del centro. Questo settore ha segnalato ribassi del 2,3% delle soluzioni usate e del 4,6% di quelle nuove, mentre gli affitti hanno sofferto maggiormente, con un calo del 9,6% e 6,7% rispettivamente.
Chi ha cercato in affitto ha preferito orientarsi nelle zone limitrofe al centro, ma chi già possedeva un ufficio qui ha scelto comunque di restare in zona. Nelle aree periferiche e semicentrali si prediligono le soluzioni posizionate vicino a fermate della metropolitana. In generale si scelgono tagli di 100-250 mq, possibilmente già attrezzati.
Nelle aree più centrali della città resistono gli studi associati e gli istituti di credito; nell’area di corso Genova si segnala invece una concentrazione di attività legate al mondo della moda. Per quanto riguarda le soluzioni usate i prezzi oscillano da 6500 euro al mq di via Torino e delle zone più centrali a 4000 euro al mq per le tipologie che si trovano nell’area della Cerchia dei Navigli. Prezzi compresi tra 2500 e 2800 euro al mq si registrano nelle aree di Tibaldi, Lorenteggio, Barona – viale Cassala e Ripamonti, 2300 euro al mq in zona Cermenate – Gratosoglio. Per quanto riguarda i canoni di locazione si parte da 180-220 euro al mq annuo per le aree più centrali fino ad arrivare a 100-110 euro al mq annuo per le zone più periferiche, quali Cermenate-Gratosoglio e Lorenteggio.
TORINO
Il mercato degli uffici presenta quotazioni al ribasso: -4% per le compravendite dell’usato e -6,3% per il nuovo, -4% le locazioni, indipendentemente dalla tipologia. Uno dei motivi di questo calo è da ricercarsi nella mancanza di parcheggio che affligge gli uffici situati nel centro città.
Poiché le rendite ottenibili con le locazioni di uffici sono simili a quelle ricavabili dagli affitti residenziali, sono pochi gli acquisti per investimento in tal senso, a meno che non vi sia la possibilità di trasformare tali soluzioni in abitazioni. La domanda arriva da studi professionali, che ricercano uffici di 80-150 mq preferibilmente di nuova costruzione o già dotati di cablaggio e impianto di condizionamento. Spesso sono richiesti uffici situati in centri direzionali, purché non si debbano sostenere spese troppo elevate, ma si domandano anche soluzioni inserite in palazzi residenziali, ubicate in zone più centrali che possono portare maggiore visibilità.
Nelle zone centrali di Torino sono molto richieste via Cernaia, corso Galileo Ferraris, corso Re Umberto e corso D’Azeglio, dove le prestigiose abitazioni d’epoca sono ricercate soprattutto da società di assicurazione o studi professionali, alla ricerca di una notevole visibilità. La zona del Tribunale è tra le più richieste, ma sono apprezzati anche gli edifici che sorgono a ridosso della metropolitana, lungo l’asse di corso Francia. Grazie al recente prolungamento della metropolitana nella zona del Lingotto, gli uffici in quest’area potrebbero essere rivalutati. Il prezzo medio per un ufficio nelle aree centrali si attesta a 2800-3000 euro al mq, ma può salire fino a 4000 euro al mq per soluzioni particolarmente prestigiose; nelle zone più periferiche, invece, la stessa tipologia costa 1500-1600 euro al mq e può arrivare a 2000 euro al mq per uffici situati in zone industriali.
VERONA
Andamento speculare degli uffici tra città e provincia, con valori migliori nel capoluogo. Poiché l’offerta sul mercato è consistente, le quotazioni sono in calo di circa l’1% in città e comprese tra il 3,2% dell’usato e il 4,2% del nuovo in provincia; gli affitti in città sono rimasti invariati, mentre in provincia si passa da -2,7% dell’usato al -3% del nuovo.
Le tipologie più richieste sono gli uffici di 60-100 mq, preferibilmente situati in contesti residenziali (o comunque misti), in quanto nei centri direzionali le spese risultano spesso elevate; preferenza opposta nelle zone nordoccidentali, dove si richiedono anche impianto di condizionamento e connessione alla rete Internet. La domanda si concentra su soluzioni posizionate nelle zone centrali (scelte dagli studi professionali – notai, commercialisti, avvocati – grazie alla migliore visibilità), mentre in periferia restano le società che preferiscono la comodità di ampi spazi, anche per il parcheggio.
Le attività svolte sono molteplici. Ad Affi è presente un polo direzionale e commerciale composto da 3 palazzine: il prezzo del nuovo è 1800 euro al mq, mentre il canone di locazione ammonta a 105 euro al mq annuo. Complessi direzionali e commerciali sono presenti anche a Sant’Ambrogio di Valpolicella, in particolare a Domegliara dove si registrano quotazioni per l’usato di 1000 euro al mq e canoni di 62 euro al mq annuo. Nei comuni di Villafranca di Verona, Bussolengo e Peschiera del Garda le attività commerciali e gli studi tecnici e professionali ricercano soluzioni di 100 mq: per una tipologia usata e in buono stato si spendono 70-80 euro al mq annuo, mentre un ufficio di più recente costruzione tocca cifre di quasi 80-100 euro al mq annuo. Nella prima periferia, un ufficio in un centro direzionale presenta quotazioni di 2200 euro al mq, mentre in altre strutture residenziali il prezzo scende a 1800 euro al mq. Nelle zone residenziali si può acquistare un ufficio con una spesa di 1600 euro al mq, praticamente la stessa cifra che si deve pagare per acquistare un appartamento. Da segnalare che in zona Z.A.I. sono presenti centri direzionali, spesso nati come laboratori e successivamente adattati ed utilizzati come uffici: piuttosto che le caratteristiche strutturali, l’elemento discriminante è il prezzo, che non deve superare 1200 euro al mq.
Da segnalare a Sant’Ambrogio di Valpolicella la presenza di un importante cantiere per la realizzazione di un complesso residenziale con negozi ed uffici.
ROMA
Anche per quanto concerne gli uffici la congiuntura economica rende difficoltoso il mercato, che si dimostra comunque dinamico nelle aree che si sviluppano verso il centro, dove le richieste si concentrano in particolar modo sugli affitti. Molta dell’offerta sul mercato riguarda abitazioni che sono state successivamente riconvertite e trasformate in uffici. La presenza delle sedi di RAI e SKY ha fatto sviluppare l’apertura di attività legate alla cinematografia e di produzione audiovisiva nella zona compresa tra la via Salaria e il G.R.A., dove alcuni capannoni vengono presi in affitto da tali società.
I valori delle compravendite si attestano tra 2100 e 2900 euro al mq nell’area di Monte Sacro per soluzioni usate e nuove, rispettivamente, mentre chi volesse prendere un ufficio in affitto deve sostenere un canone di 100 o 160 euro al mq annuo per le stesse tipologie. Le quotazioni salgono man mano che ci si avvicina al centro di Roma, fino a toccare punte di quasi 8000 euro al mq nella zona di viale delle Belle Arti.
Vi sono poche nuove costruzioni, ad eccezione di uffici e di un centro direzionale ad opera dell’ENAV, che ha aperto ed è operativo in prossimità dello svincolo autostradale di via Salaria.
CAGLIARI
Nel capoluogo sardo il mercato degli uffici ha subito un lieve rallentamento per quanto riguarda le compravendite, i cui valori oscillano tra -0,7% dell’usato e -1,8% del nuovo; la maggior parte di queste tipologie vengono prese in affitto, sia da privati che da società (-3,2% e -2%). La disponibilità media si aggira intorno a 800 euro al mq e la preferenza ricade su trilocali da adibire a studi professionali: perciò, vengono ricercate soluzioni con ambienti già divisi e forniti di cablaggio e sistema di condizionamento, possibilmente ubicati in zone centrali e situati in palazzine residenziali.
L’offerta di uffici si concentra soprattutto nell’area del Tribunale, che si sviluppa intorno a piazza Repubblica: qui sono presenti appartamenti di 80-140 mq, che è possibile affittare ad un canone compreso tra 800 e 1200 euro al mese.
PALERMO
Palermo ha risentito in parte della scarsa propensione degli acquirenti e degli affittuari verso questo tipo di offerta, si preferisce comunque la locazione alla compravendita. Ciò nonostante, i ribassi più elevati si registrano proprio sugli affitti (anche oltre il 10%), a fronte del -7,7% delle quotazioni.
Da segnalare che i privati si orientano maggiormente sui negozi perché è possibile ottenere rendimenti più alti. Tra gli investitori si segnalano soprattutto studi professionali, in particolare nella zona del Tribunale. Le caratteristiche preferite da chi cerca un ufficio sono l’ampiezza di 100-120 mq con possibilità di creare ambienti separati, cablaggio, condizionamento e portierato, ma in generale si scelgono soluzioni non particolarmente onerose.
Sono pervenute richieste per uffici nella zona centrale di Politeama, ma l’area più apprezzata è stata quella del Tribunale, dove le palazzine degli anni ’50-’60 sono state rivalutate dalla presenza dei parcheggi: pertanto, per l’acquisto di un buon usato servono tra 1500 e 1800 euro al mq, mentre per prenderlo in affitto sono necessari 700 euro al mese. Via Leonardo da Vinci è un’area centrale, logisticamente molto importante e dotata di centri nuovi e di ampie dimensioni, in cui un ufficio si compravende a 2500 euro al mq e lo si affitta a 1000-1200 euro al mese.
QUOTAZIONI E CANONI DI NEGOZI E UFFICI
NEGOZI (I sem 2012 %) | Vie di passaggio | Vie non di passaggio |
prezzi | -2.8 | -3 |
Canoni di locazione | -4.6 | -2.6 |
UFFICI (I sem 2012 %) | Nuovo | Usato |
prezzi | nessuna variazione | -3 |
Canoni di locazione | -4.5 | -4.7 |
Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa